2020/2021
PROGETTO
TERZA VITA
Terza vita coglie le esperienze affettive di un territorio al di là di un’idea generale della città pandemica. Per certi versi, la fotografia reagisce alla singolarità di questo periodo, ma una lettura approfondita dello “stato d’eccezione” non coinvolge soltanto questo presente di pandemia, ma anche il modo in cui ci relazioniamo nelle città del ventunesimo secolo, la nostra mappa degli affetti. Pertanto, la prima domanda sorge in maniera quasi naturale: come convivono gli abitanti di una città che limita i suoi movimenti, chiude i suoi locali, ristoranti, musei… O meglio: che cos’è la libertà?
In un primo impulso, Terza vita studia questo concetto di libertà in un senso ampio e corale, se non paradossale. A tale scopo, concilia la fotografia con il documento, registrazioni video e interviste audio, e risalta quei momenti in cui la vita sotto minaccia del Covid rompe le nostre idee preconcette: i protagonisti di queste fotografie, di diverse età, origini o strati sociali, mostrano una stessa pulsione nonostante il considerevole stravolgimento del nostro contesto. La libertà emana una carica profonda, una forza radicata nella sensualità stessa dell’essere umano, e perfettamente incarnata dalla città di Roma: un esercizio di seduzione e di celebrazione della fugacità, un appetito di vita.
Infine, questo appetito inteso come difesa dell’esistenza, si conclude con un patto che chiude il cerchio di Terza vita: l’amore. Forse una nuova schiavitù, volontaria, ma aperta a tutte le possibilità. Sulla spiaggia di Ostia le fotografie colgono l’istante in cui avviene la promessa di un futuro: coppie di diverse età e in diversi momenti della propria storia personale a partire da un’intimità invasiva e complice. Invasiva perché i ritratti di Terza vita mirano a essere permeabili all’intimità dei fotografati. Ecco perché è importante il punto in cui si posiziona la macchina fotografica. Non tanto in un senso tecnico, come se si trattasse di una semplice questione di distanza o di altezza “obiettiva”, ma in un senso di temperatura etica: la macchina fotografica è posta sullo stesso piano della persona fotografata per accoglierla senza giudicarla; anzi, permettendole di mostrare tutta la sua vicinanza.
Sia nell’analisi della nozione di libertà che nei giochi di seduzione o nei patti d’amore, Terza vita studia un elemento principale di questa convivenza attiva: la promessa di futuro. Una celebrazione di quella vita tanto estranea alla nostalgia di un passato stabile quanto allo choc del presente e che emerge perfino nelle condizioni più avverse.
BIOGRAFIA
MAR SÁEZ
Mar Sáez (Murcia, 1983) è laureata in Psicologia e Comunicazione Audiovisiva all’Universidad di Valencia. Amplia i suoi studi e si specializza in fotografia contemporanea, teoria e progetti artistici, e nel frattempo collabora con diversi mezzi di comunicazione.
I suoi lavori sono stati mostrati a livello internazionale in luoghi come The Gabarron Foundation di New York, la Galleria Retine Argentique di Marsiglia e F22 Foto Space di Hong Kong; in festival come KLAP Maison pour la Danse di MArsiglia, quello di fotografia di Arles, GuatePhoto del Guatemala o fiere come Paris Photo, London Art Fair, ARCO ed Estampa. A livello nazionale, il suo lavoro si è potuto vedere nella capitale in spazi come il Círculo de Bellas Artes, la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, la sala Canal de Isabel II, la Biblioteca Nacional e il Museo América, nonché nella sala Amárica di Vitoria, il Centro de Arte di Alcobendas o il Centro Can Basté di Barcellona, tra gli altri.
Vincitrice della Borsa di studio di Artes Plásticas 2018 della Regione di Murcia, è stata inoltre premiata per due anni con il Premio LUX dell’Asociación de Fotógrafos Profesionales de España (AFPE) e selezionata in festival di fotografia come Scan di Tarragona, Albarracín o PhotON di Valencia, tra gli altri. Ha pubblicato due fotolibri: Vera y Victoria (2016) e Gabriel (2018) con la casa editrice francese André Frère Éditions, e recentemente è stata selezionata da PHotoEspaña per partecipare a Futures 2020.
La sua opera è presente in collezioni pubbliche e private in Europa, Asia e Stati Uniti. Come artista è rappresentata dalla galleria Pilar Serra a Madrid, Fifty Dots a Barcellona e l’agenzia Institute a Los Angeles.