2022/2023
PROGETTO
Architetture egoiste
Architetture egoiste è un libro a cui lavoro da alcuni anni. Si divide in due parti, la prima vuole essere una teoria sulle conseguenze che il canone moderno ha avuto sull’architettura che oggi consumiamo. In che modo il minimalismo, prescritto dalla disciplina, abbia ampiamente limitato la capacità o la rilevanza creativa dell’architettura. Per contrasto, si sottolinea il modo in cui spesso l’interdisciplinarietà e una certa dissidenza dell’ambiente (medici-scrittori, architetti-poeti…) favorisca la disciplina architettonica. Funge da preambolo alla seconda parte “Architetture dell’io” in cui si affronta principalmente l’architettura realizzata da scrittori e pensatori che hanno agito come architetti.
Durante il mio soggiorno in Accademia mi concentrerò su tre figure chiave legate a tre opere architettoniche situate in Italia: le residenze del poeta e militare Gabriele D’Annunzio (Brescia), quella dello scrittore Gregor von Rezzori e quella del collezionista Harold Acton (Toscana). Come quella di altri celebri autori (Praz, Malaparte, Marès, Rodríguez-Acosta), fanno parte di un elenco di “case autobiografiche”, sintesi di personalità eccentriche che continuano a interpellarci. Vite di collezionisti, di viaggiatori che si fermano. Universi personali tradotti in architettura e oggetti. Dimore in grado di contenere le tracce del proprietario. Architetture in gran parte manieriste che nel XX secolo si candidano a essere la casa degli ultimi esteti.
BIOGRAFIA
Juan Antonio Espinosa
Malaga, 1980. È architetto e ha conseguito un dottorato all’Universidad de Sevilla. Master all’Università La Sapienza di Roma, ottiene la borsa di studio Beca Talentia nel 2009. Ha progettato e costruito diversi edifici a uso residenziale ed è professore di Interior Design presso la Escuela de Arte de San Telmo a Malaga. La sua tesi di dottorato è stata premiata con una menzione d’onore al IV Premio IUACC alla Migliore Tesi di Dottorato in Architettura e Scienze della Costruzione. È autore del libro Arquitectura y enfermedad en la obra de Thomas Bernhard (2017). Finalista alla XIV Biennale Spagnola di Architettura e Urbanismo (2018) e Premio FAD di Pensiero e Critica nel 2019..