2023/2024
PROGETTO
OVUNQUE MI PORTI IL MIO NOME
Mia madre, talentuosa melomane, alla mia nascita mi chiamò Cecilia, mentre da mio padre ho ereditato un orecchio un po’ dissonante e un percorso da migrante politicizzato.
Un nome proprio implica inizialmente un mandato; in questo progetto audiovisivo, il mio nome sarà un orientamento. Inizierò dialogando con due cecilie storiche. Una è la Santa, patrona della musica, figlia di una ricca famiglia romana, sgozzata per essersi convertita al cristianesimo. L’altra è Cecilia Mangini, regista militante morta nel 2021, che negli anni Sessanta filmò le periferie di Roma e prestò un’attenzione pionieristica all’invisibilità delle donne.
I miei punti di partenza audiovisivi saranno la Santa Cecilia pietrificata nella sua cripta nelle Catacombe di San Callisto, con il capo coperto da un telo e la gola tagliata, accecata e muta; e lo straziante film di Mangini “Stendalì” (1960), che mostra un rito di lutto cantato dalle donne nel Salento. Dedicherò del tempo alla ricerca a questo archivio, cercando materiali relativi all’opera di Mangini e in particolare alla sua rappresentazione delle donne che cantano il loro dolore. Registrerò anche, nel corso dei mesi, l’atmosfera degli spazi romani legati a Santa Cecilia, alla ricerca di altre cecilie a Roma che incarnino una diversità di vite che inviterò a creare un coro non professionale che poi riprenderò mentre canta nella Basilica di Santa Cecilia o in altri spazi pubblici. Partendo da un nome proprio, la grande sfida di trovare altre cecilie a Roma per comporre un canto collettivo riparatore.
BIOGRAFÍA
CECILIA BARRIGA
Cecilia Barriga, nata nel 1957 a Concepción, in Cile. È una creatrice audiovisiva laureata in Scienze dell’Informazione all’UCM. Vive a Madrid dal 1977. Lavora in diverse città del mondo.
Il suo lavoro indaga i femminismi, le lotte sociali con il Cile come punto di riferimento, lo sviluppo della violenza contro le donne, gli immigrati e i colletivi LGTBI+. Affascinata dal materiale originale degli archivi audiovisivi e dall’acquisizione di piccoli formati come linguaggio, il suo sguardo coglie sia lo spazio intimo e solitario di una persona sia la performatività spontanea delle folle. Stabilendo una tensione costante tra i due spazi che stimola la dinamica dei suoi racconti. Lavora nella creazione audiovisiva da oltre quarant’anni, collaborando con collettivi e altri artisti. Utilizza diversi formati, come la video-creazione, il cinema non fiction, il documentario, la performance, ecc. Espone in cinema, televisione e musei d’arte contemporanea in diversi Paesi, tra cui il MOMA di New York. Whitney Museum. Nikolaj, Copenaghen. CAAC, Centro Andaluz de Arte Contemporáneo. Sale Rekalde, Bilbao. Bildmuseet Úmea University, Svezia. Centro d’arte Arteleku, ARTIUM, Vitoria. Centro de Arte Museo Reina Sofía, Madrid. MUSAC, León. Koldo Mitxelena Culturenea, San Sebastián, Van Abbeuseum Eindoven. Borse di studio: Ministero della Cultura ICAA. Ibermedia, AVAM-CRAC 70X2, Fondazione VEGAP, Centro de Arte Monterhermoso, FFAI, Fondazione Rosa Luxemburg, BBVA Multiverso, ecc.