2023/2024
PROGETTO
RETTIFICA (IL VUOTO DELLA MORETTA)
Dal 1939 c’è un terreno che si è consolidato come una realtà spaziale che, sulla base di un progetto urbanistico di Marcello Piacentini, architetto del regime mussoliniano, è rimasta pressoché immutata per 85 anni a causa di varie questioni burocratiche.
Con questo progetto spaziale voglio sovrapporre diverse realtà susseguitesi in questo luogo prima di arrivare al suo aspetto attuale, e quindi riflettere da un lato sullo scempio che questi interventi hanno fatto del tessuto sociale e urbano, e rivendicare, dall’altro, come un monumento al fallimento, le aspettative disattese che sono state concepite dal potere governativo.
In un contesto scenografico, il visitatore sperimenta l’atmosfera di camminare in un’installazione in cui queste sovrapposizioni sono presentate sulla base di una documentazione storica delle diverse trasformazioni verificatesi nel Vuoto della Moretta da Giulio II a Il Duce.
BIOGRAFÍA
ALEJANDRO ANDÚJAR
Cáceres, 1979. Laureato in Belle Arti all’UCM e in Scenografia alla RESAD, continua la sua formazione come dottorando all’ETSAM.
Ha ricevuto borse di studio da diversi enti come l’Akademie der Bildende Kunste di Monaco, la Fundación José Estruch, l’UTE (Unión de Teatros de Europa).
Dal 2001 ha lavorato come scenografo e costumista per teatri come l’Ópera Teatre del Liceu di Barcellona, il Teatro Real di Madrid, il Gran Teatro de Ginevra, l’Ópera di Losanna e il Palau de les Artes di Valencia. Ha inoltre lavorato a stretto contatto con registi come Lluis Pasqual, Jose Luis Gómez, Gerardo Vera, Helena Pimenta, Alfredo Sanzol, Juan Carlos Martel e Julio Manrique in teatri nazionali spagnoli come il Centro Dramático Nacional, la Compañía Nacional de Teatro Clásico, il Tetre Lluire e il Teatro de La Zarzuela.
Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti come il Premio Max, il Premio Butaca e il Premio de la Crítica Catalana. Parallelamente alla sua carriera professionale di scenografo, ha intrapreso un percorso di creazione artistica in cui esplora lo spazio e la sua percezione, in opere come El Futuro, insieme a Cris Celada, al Centro L’Artesá e ora alla RAER.