11º FESTIVAL DE CINEMA SPAGNOLO

CINEMA SPAGNA 3 – 8 MAYO 2018

Cinema Farnese (Campo de fiori, 56)

7 € intero/ 5 € ridotto per studenti e over 65 
Film di Apertura: biglietto unico 10€ 
Film di Chiusura: biglietto unico7€ 
Abbonamento: 5 film – 20€ (esclusi Film di Apertura e Film di Chiusura)

Il Festival del cinema spagnolo, fondato 10 anni fa da EXIT med!a, è una manifestazione itinerante che fin dai suoi inizi promuove in tutta la penisola il cinema di qualità spagnolo e latinoamericano, con l’obiettivo di creare ponti con l’Italia in ottica di una reciproca conoscenza che fomenti lo scambio e possibili coproduzioni. Le proiezioni solitamente accompagnate dagli autori o da attori o produttori, sono in alta definizione e sempre rigorosamente in versione originale con sottotitoli in italiano.

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PRESENTAZIONE RIVISTA “BAJO PALABRA”

VENERDÌ 27 APRILE, ORE 17.00

Numero “CORPO E IDENTITÀ NELLA SOCIETÀ DEL LEISURE”

Interverranno i coordinatori del monografico (Luca Bifulco e Elena Trapanese) e la direttrice della rivista (Delia Manzanero).

Nella vita culturale italiana e spagnola del XX secolo le riviste hanno sempre avuto un ruolo fondamentale, come centri di aggregazione per gli intellettuali, come strumenti di formazione e informazione culturale e ideologica e come privilegiati luoghi di dibattito. Hanno rappresentato un genere tipico dello scorso secolo, uno specifico prodotto culturale che si è adattato ai tempi e ha anche dato vita a specifici linguaggi, stili e modelli di espressione.

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CONCERTO DI CHITARRA FLAMENCA “VIDA” DI PACO SOTO

VENERDÌ 27 APRILE ALLE ORE 19.00.
INGRESSO LIBERO.

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Paco Soto, Águilas (1991). È cresciuto a Tangeri e forse, stando tra due acque, ebbe a 9 anni l’idea di diventare chitarrista di flamenco; da allora si è messo all’opera. Pubblica il suo primo disco “VIDA” a febbraio del 2017. Un disco fresco composto integralmente da Paco, dove collaborano maestri come Jorge Pardo o il Guadiana, come anche altre giovani promesse quali Sandra Carrasco. Un disco di chitarra flamenca con cenni alla musica andalusa, al jazz e alla musica classica e che gli ha permesso di essere considerato un nuovo e forte talento di quest’arte.

Possiede un gruppo, i “Paco Soto Sextet”, con il quale si è esibito in città come New York, Barcellona, Madrid, Amsterdam e Bruxelles, in luoghi di spicco come l’Istituto Cervantes di NY, Shrine, Cafè Berlin, Nova Jazz Cava, Jamboree… Durante la sua carriera ha collaborato con artisti di flamenco e di jazz come José Soto Sorderita, Montse Cortés, Jorge Pardo, Josemi Carmona, Javier Colina, Guadiana, Juan José Suárez “Paquete”, Los Chunguitos, Piraña, Sandra Carrasco, Pablo Martín Caminero, Sabú Porrina, Juanito Makandé, Bandolero, Kiki Morente, Juan Habichuela, Yelsy Heredia, Nino de los Reyes, Isaac de los Reyes, Paloma Fantova, Moises P. Sánchez, Julio Botti, Luis Guerra, Dan Ber Lior, José María Cortina…

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MOSTRA “GREGORIO PRIETO E LA FOTOGRAFÍA”

19 APRILE – 3 GIUGNO 2018

Prima retrospettiva dell’opera fotografica di Gregorio Prieto (Valdepeñas, 1897-1992), artista della generazione del ’27 e pensionado in questa Academia de España dal 1928 al 1933. Pur non avendo mai tenuto tra le proprie mani una macchina fotografica, compose, in collaborazione con artisti e amici, una serie di opere che lo vedevano protagonista di un racconto biografico immaginato, in cui è presente l’ammirazione per l’arte greca e latina e una personale interpretazione dell’avanguardia europea.

La mostra raccoglie il peculiare universo di Prieto attraverso tre fasi. Dalle opere realizzate durante la permanenza in Accademia insieme all’artista residente Eduardo Chicharro Briones, fino alle fotografie del suo successivo esilio a Londra –questa volta in collaborazione con lo scultore anglo-ispano Fabio Barraclough– e collage postisti e popares (adattamento nostrano della Pop Art) realizzati al ritorno in Spagna e in cui si evidenziano le forme classiche e religiose delle quali fu sempre affascinato. Giardini, terrazze e studi si riconoscono nelle immagini di un’Accademia in cui, oggi come ieri, i suoi creatori si affacciano ogni giorno sulla bellezza di Roma per innovare e sedurci con altri sguardi.

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CICLO DI CINEMA “SGUARDI SU ROMA”

MARTEDÌ DI CINEMA

 

“SGUARDI SU ROMA” – CICLO DI CINEMA DEI BORSISTI DELL’ACCADEMIA

 

L’Accademia presenta il ciclo di cinema “Sguardi su Roma – Miradas desde Roma”, a cura di Juan Francisco Del Valle Goríbar (Centro Sperimentale di Cinematografia). Durante il mese di aprile ci saranno tre sessioni nelle quali si presenteranno una selezione di cortometraggi e documentari di registi che nell’ultimo decennio sono stati borsisti presso l’Accademia.

Le sessioni, intitolate “Di cinema e di fantasmi”, “Le forme del cinema” e “Lo sguardo femminile”, avranno luogo i martedì 10,17 e 24 di aprile, e saranno un’occasione eccezionale per conoscere l’insieme dei progetti dei borsisti; lavori che in gran parte hanno avuto il loro inizio durante il soggiorno dei registi presso l’Accademia, e altri che sono stati finiti tempo dopo, ma sempre con l’impronta e l’influenza del periodo trascorso all’Accademia e nella città di Roma.

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RECITAL DI PIANOFORTE DI MARÍA GARZÓN

La pianista Maria Garzón ofrece un recital de piano de música española en homenaje a Alejandro Yagüe, pensionado de música en la Academia entre 1976 y 1978.

SOBRE MARÍA GARZÓN

 Inicia su formación musical en Madrid y a los 17 años obtuvo una beca que le permitió continuar sus estudios de dirección musical en el prestigioso Mozarteum de Salzburgo (Alemania). Allí tuvo la oportunidad de trabajar con Herbert von Karajan en la producción de La bohemeD. Carlos y Meistersingers. Permaneció 5 años más en el país germano, donde estudió en las universidades de música de Lubeck y Colonia.

Residente en Londres, ha actuado, entre otros, en los auditorios Carnegie Hall, Wigmore Hall, Queen Elisabeth
Hall y el Ateneo de Madrid, así como en los festivales internacionales de Cartago, Estambul, Edimburgo, Glasgow, Buxton o las Islas Canarias.

Ha grabado conciertos para canales internacionales como la BBC, RAI, RTVE, SWF o WDR, y tiene en su haber galardones como el Premio al Mejor Álbum del Año que otorga la British Retailers Association.

Su documental ” Viktor Ullman biografia de una grabacion” gano el primer premio y premio del publico en el festival de Thessaloniki en Marzo de 2016.

 

Programa del recital de María Garzón

 

Entrada Gratuita

 

 

HISTORIA DE LA MUJER EN LA ACADEMIA

Desde el año de su fundación, en 1873, la Academia de España en Roma ha acogido un total de 943 residentes de disciplinas diversas. De todos ellos, únicamente una tercera parte son mujeres, concretamente  314.

Durante más de medio siglo, ninguna mujer disfrutó una pensión de la Academia. La primera fue la compositora María de Pablos Cerezo, en 1928. Hubo que esperar casi cuarenta años más la llegada de la segunda, María Teresa Peña Echeveste, pensionada por la pintura de figura en 1965. Un año después se uniría a ella la historiadora del arte Aida Anguiano de Miguel y, en 1967, la restauradora Carmen del Valle Galbán.

Si la incorporación de mujeres a la Academia ha sido un proceso demasiado lento y fatigoso, los últimos años del siglo XX han sido testigos del inicio de la inversión de esa tendencia. El número de mujeres al terminar el siglo se había elevado a 158, aproximadamente el 17 por ciento del total de pensionados. En lo que llevamos de siglo XXI, ya han pasado por nuestra institución 360 residentes; de ellos, 204 son hombres y 156 mujeres, es decir, alrededor del 43 por ciento. Aunque este incremento ha elevado el porcentaje total de presencia femenina en la Academia desde su fundación a un 33 por ciento, aún estamos lejos de la paridad ideal. No obstante, la presencia cada vez mayor de mujeres entre los creadores, restauradores e investigadores que nos acompañan cada año, apunta indefectiblemente a la superación de la deuda histórica de esta institución respecto a la consecución del objetivo de la igualdad de géneros.

“OPERA DEL MESE” DEDICATA MARIA TERESA PEÑA

María Teresa Peña Echeveste (Madrid 1935 – Entrambasaguas de Mena, Burgos, 2002) – Prima donna borsista all’Accademia nell’anno 1965 nella specialità di pittura.

cattura 1

Pittrice ed esperta in incisione, formata nella Scuola Superiore di Belle Arti di San Fernando di Madrid, vinse nel 1965 una borsa nella specialità di pittura figurativa all’Accademia di Spagna.

I suoi anni a Roma furono di pienezza, durante i quali viaggiò anche per l’Italia, Francia, Olanda, Belgio e Germania, aprendosi alle correnti estetiche europee successive alla Seconda Guerra Mondiale.

Se in un primo momento realizzò una pittura di radice cubista che evolve verso l’astrazione, pian piano si orientò – spinta dalla sua profonda religiosità- verso il mondo delle periferie sociali. Inizia, così, un’esorabile evoluzione stilistica verso il neorealismo figurativo che  spesso approda ad un marcato espressionismo.

Le sue opere sono considerate una perfetta congiunzione dell’arte contemporanea con la fede cristiana. In uno dei suoi scritti intitolato Mi pintura (La mia pittura), dichiara: “Come nella Genesi, mi piace partire da fondi neri che non considero pittura, ma vuoto e oscurità. Su questo vuoto creato del nero, inteso come assenza di tutto, cerco di illuminare con la luce le figure che emergono […]. Questa luce piena di speranza che dissipa le tenebre non è altro che la Luce Assoluta. Ovvero, è Dio”.

OPERA DEL MESE

“Café de periferia” de Maria Teresa Peña – Depósito del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía

In occasione della celebrazione della Giornata internazionale della donna, il ciclo “Opera del mese” inizia a marzo presso l’Accademia, con lo scopo di diffondere i fondi dell’istituzione attraverso la mostra periodica di alcune delle sue opere più rappresentative.

María Teresa Peña Echeveste, 1965 (1)