Mireia c. Saladrigues – Processi 149

MIREIA C. SALADRIGUES, CREDERREI, SE FUSSI DI SASSO


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 149 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2021/2022 

Dal 15 settembre 2022 al 27 novembre 2022

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SCHEDA DATi

A. Copia natural computarizada

2022, primera edición

Video

Documentación del proceso robotizado de la talla escultórica.

Para poder hacer una copia lo más fiel posible al original, fue necesario hacer un escáner en 3D. Para ello se tomaron un millar de fotografías de la escultura en la Galleria del’Accademia, así como también de la primera copia que existe del David, realizada en yeso el 1847 y que se encuentra en la Gipsoteca dall’Istituto Statale d’Arte Porta Romana a Firenze.

Se escogió usar este método a modo simbólico, puesto que el David fue la primera obra de arte de grandes dimensiones en ser escaneada en 3D, proyecto de investigación que lidera la Stanford University desde 1997.

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B. Il piede danneggiato

2022

Mármol blanco de la Cava Michelangelo, en Carrara.

62 cm x 39 cm x 39 cm

Copia a tamaño natural del pie izquierdo del David de Michelangelo que reproduce la fractura del segundo dedo después de la martellata.

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C. Frammenti recuperati

2022

Mármol blanco de la Cava Michelangelo, en Carrara

Medidas variables

Esquirlas del segundo dedo del pie tras reproducir la martellata y su consiguiente fractura.

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D. Marmo cotto

Impresión de tinta sobre papel de algodón

1991 – 2022

52 cmx 69cm

Cristalografía del fragmento F3 del dedo roto del David que muestra una porosidad intercristalina debido a fenómenos de dilatación térmica. Esta descohesión física del mármol hace que los cristales se separen, y es lo que se conoce popularmente como marmo cotto.

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CREDERREI, SE FUSSI DI SASSO, il progetto

Il progetto costruisce un poliedrico racconto sull’iconoclastia, mobilitando le esperienze degli agenti umani e non umani coinvolti dalla martellata che Piero Cannata diede al David (1501- 1504) di Michelangelo Buonarroti il 14 settembre 1991. Saladrigues adatta tecniche e strumenti di restauro e geologia per affrontare la potenzialità e il cambiamento inerenti al mondo e, ovviamente, all’arte e alle sue opere. Pertanto fratture di sculture, frammenti distaccati, materiali aggiunti nei restauri integrativi – e soprattutto – polvere di marmo, sono i relatori della proposta.

Dalla pratica artistica, Crederrei, se fussi di sasso contribuisce alle teorie sulla ricezione artistica e l’iconoclastia con una prospettiva orientata ai nuovi materialismi; affrontare la scultura per svelare che la materialità si infiltra in molteplici direzioni, intrecci e distribuzioni che sfuggono ai sistemi sensoriali umani.

Tale approccio è principalmente motivato dal fatto che, tra altri dati scientifici, informazioni rilevanti per la conservazione del David sono state ottenute dopo le analisi chimiche e petrografiche dei frammenti F3G, F17G, F18G e F19G. I test rivelarono che il marmo dell’opera rinascimentale è cotto 2 , e al contempo si confermò che il blocco di pietra assegnato a Michelangelo per la scultura proviene da Fantiscritti, Carrara.

Crederrei, se fussi di sasso coinvolge, attualmente, le seguenti istituzioni: CNR-Consiglio Nazionale delle Ricerche, Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro, Gipsoteca dell’Istituto d’Arte di Firenze, Galleria dell’Accademia, Fondazione Michelangelo Buonarroti, Villa Romana, Radio Papesse, Dryphoto Arte Contemporanea, Palazzo di Giustizia di Firenze, Fondazione Casa Buonarroti. University of Helsinki – Department of Geosciences and Geography, Facoltà di Geologia della Universidad Autónoma de Bellaterra. Studio Paolo Costa, TorArT, Cava e laboratorio Michelangelo, Cava Fantiscritti.

Oltre alla Academia de España en Roma e AECID, un ulteriore supporto di: Kone Foundation, Uniarts Helsinki, Taike e Publics.

#martellata_project
#crederrei_se_fussi_di_sasso

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su MIREIA C. SALADRIGUES

7_Mireia-c.-Saladrigues2È artista e ricercatrice, i suoi progetti si formano a partire da ampi processi di ricerca e le sue metodologie di indagine si basano sulla pratica artistica.
È candidata al Dottorato Internazionale (DFA) all’University of Arts di Helsinki. Behaving Unconventionally in Gallery Settings documenta casi di alterazione delle pratiche culturali, proponendo una rilettura artistica e teorica del disaccordo. I componenti della sua ricerca indagano un ampio spettro: dagli aspetti dell’iconoclastia alla virtualizzazione di mostre, dall’iscrizione culturale del pubblico alla memoria della materia sotto forma di particelle.
www.mireiasaladrigues.com

Irazú López – processi 149

IRAZÚ LÓPEZ CAMPOS, RE-PENSAR EL PATRIMONIO


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 149 | Mostra finale degli artisti e ricercatori residenti, stagione 2021/2022

Dal 15 settembre al 27 novembre 2022

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SCHEDA daTI

A. Panel esquema de resultados conceptuales del taller participativo-horizontal “Ri-Pensare il Patrimonio”: Nos muestra los conceptos con los cuales los participantes de los talleres efectuados con jóvenes habitantes de los 15 Municipios de Roma relacionaron la palabra Patrimonio antes y después de haber vivido el taller. Patrimonio + Ri-Pensare = Il mio Patrimonio.

B.  Material audiovisual: Dentro del baúl patrimonial se encuentra una pantalla donde se proyectan distintas cápsulas que hablan acerca de detalles temáticos del proyecto de “Re-Pensar el Patrimonio” tales como: la metodología de trabajo utilizada, la importancia del trabajo con participación ciudadana y jóvenes en temas de Patrimonio y detalles acerca de los talleres participativos y resultados del proyecto.

C. Intervención participativa del visitante: Dentro del baúl patrimonial se encuentran las instrucciones para realizar una acción participativa donde se invita a los visitantes a intervenirlo, pegando en él un Post-it donde enlisten los elementos que consideran que conforman su Patrimonio Personal, su Patrimonio Emocional.

D. Maleta patrimonial (Baúl Patrimonial): Uno de los resultados más relevantes del proyecto “Ri-Pensare il Patrimonio” fue el concepto de Patrimonio Portátil, en el que los jóvenes participantes de los talleres llegaron a la conclusión de que el Patrimonio viaja contigo, se mueve y evoluciona y se transporta con cada individuo. Es lo que conforma nuestra maleta patrimonial.

Cápsula 1 “Metodología de trabajo”. Duración: 4:00 minutos.

Cápsula 2 “La importancia del trabajo participativo con niños y jóvenes” Duración: 5:04 minutos.

Cápsula 3 “¿Por qué es fundamental la participación ciudadana y el trabajo en torno a la temática del Patrimonio?” Duración: 4:55 minutos.

Cápsula 4 “Proyecto Re-Pensar el Patrimonio. El Patrimonio de Roma y sus 15 municipios” Duración: 4:56 minutos

Cápsula 5 “El Patrimonio Emocional, el Patrimonio Portátil”. Duración: 5:25 minutos.

E. Panel explicativo del proyecto Ri-Pensare il Patrimonio: Rodeado de fotografías que nos muestran el trabajo realizado durante el proyecto “Ri-Pensare il Patrimonio” se encuentra un texto explicativo que nos da las pistas para poder conocer su metodología, proceso, puesta en marcha y resultados preliminares.

F. Panel mapa patrimonial juvenil de Roma: Están representados, en el interior del mapa de Roma, los conceptos con los cuales los jóvenes habitantes de los 15 municipios, que participaron en los talleres del proyecto “Ri-Pensare il Patrimonio”, vincularon a su ciudad.

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Ri-Pensare il Patrimoni, IL PROGETTO

Il processo di “patrimonializzazione”. L’importanza della partecipazione cittadinagiovanile nella conservazione del Patrimonio. Il caso di Roma.
È un progetto di ricerca, artistico-culturale, che mira ad avere una visione patrimoniale delle città, a partire dallo sguardo dei suoi cittadini giovani. In questa occasione si è lavorato a Roma, con giovani abitanti dei suoi 15 municipi.

Come percepiscono il luogo in cui vivono e con quali elementi si sentono identificati? Coincide la loro visione patrimoniale con la visione istituzionale? Possiamo, dalla cittadinanza giovanile, apportare investimenti affinché le Istituzioni concepiscano progetti patrimoniali attuali e adeguati? A partire da una metodologia partecipativo- orizzontale, di mia concezione, di generazione di apprendimento in tempo reale, si è lavorato su ciò che è per loro il Patrimonio e quali sono gli elementi con i quali si sentono identificati nella loro città e nel loro quartiere. Come risultato si cerca una radiografia patrimoniale di Roma, vista dai suoi giovani.

La proposta si trova all’interno dell’azione-ricerca. Si tratta di approfondire i processi di costruzione sociale del Patrimonio, a partire dalla concezione e avviamento di laboratori partecipativo-orizzontali con giovani abitanti di Roma. Suddetto dispositivo funziona generando e stimolando apprendimento patrimoniale cittadino giovanile che può servire da base al possibile sviluppo di politiche pubbliche patrimoniali.

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SU IRAZÚ LÓPEZ CAMPOS

Foto Irazú QR Processi 1495 giugno 1980
Città del Messico, Messico.
E-mail: irazu13@yahoo.com

La sua formazione iniziale è in Comunicazione, dove è nato il suo interesse per la ricerca e ha sviluppato abilità per la concezione e l’avviamento di progetti. Ha svolto un Master in Mediazione Culturale, in Direzione di Progetti Culturali e un Dottorato in Storia Culturale e Artistica, entrambi presso la Sorbonne di Parigi, propendendo per il tema del Patrimonio, utilizzando come strumento di miglioria della qualità della vita e di consolidamento di autostima e identità. Specialista in temi di Patrimonio, educazione patrimoniale, partecipazione cittadina, metodologie partecipative e orizzontali; e mediazione e comunicazione culturale. Ha conciliato la parte teorica e accademica con la parte pratica e sperimentale. Ha collaborato come consulente con Organismi come l’UNESCO, in temi di Patrimonio Mondiale; in istituzioni come il Ministerio de Cultura de España, dove ha coordinato un programma di educazione patrimoniale: “Patrimonio Joven”; e la Secretaría de Hacienda, in Messico, dove ha concepito e avviato un progetto di riorganizzazione delle aree culturali, fondato sulla democratizzazione della cultura. Il suo lavoro si basa sull’addentrarsi nelle problematiche delle “soluzioni partecipative”. Si è incentrato sull’approfondimento della nozione e della percezione del Patrimonio, il Patrimonio emotivo, le divergenze e le convergenze tra discorso istituzionale e cittadino, e lo studio di metodologie partecipative e orizzontali per proporre uno strumento metodologico personale, chiamato: “Metodologia partecipativo-orizzontale di generazione di apprendimento di gruppo in tempo reale”.

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Elena Lavellés – Processi 149

elena lavEllés, ruina montium. una estratigrafía áurea


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 149 | EXPOSICIÓN FINAL DE LOS ARTISTAS E INVESTIGADORES EN RESIDENCIA, PROMOCIÓN 2021/2022

Del 15 de septiembre al 27 de noviembre de 2022

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obras Elena.

FICHA TÉCNICA

A. Llama eterna al minero desconocido (fragmento)

2022

Proyecto Ruina Montium. Una estratigrafía áurea

Vídeo HD, 8 horas

Texto: Almudena Ramírez-Pantanella

Sonido: Miguel Álvarez-Fernández

Voz: Fernando Lasarte

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B. La ausencia es

2022

Proyecto Ruina Montium. Una estratigrafía áurea

Temple al huevo y pigmentos

220 cm x 94 cm

 

C. Estratigrafía del vacío

2022

Proyecto Ruina Montium. Una estratigrafía áurea

Cera de abeja y pigmentos

35 cm x14 cm x 25 cm

44 cm x 15 cm x 38 cm

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ruina montium. unA ESTRATIGRAFÍA ÁUREA, EL PROYECTO

Una estratigrafía áurea explora correspondencias entre estratos sociales y capas geológicas, desplegando un tejido histórico y medioambiental que engloba la explotación de recursos naturales y humanos, evolución de clases sociales, distribución de riqueza y propuesta de alternativas de acción en torno al eje geográfico Italia (Roma) – España (León)

El proyecto tiene como objetivo expandir mi trabajo e investigación previos, desde México, Estados Unidos y Brasil a Italia y España, para establecer una conversación geopolítica entre las diferentes regiones dentro de un ciclo histórico-temporal que establece un diálogo entre casos de estudio a escala local e intermedia que ilustran un panorama más amplio a nivel global.

Este proceso engloba ciertas épocas que representan los cimientos de la sociedad, economía y cultura en que vivimos hoy en día: el Imperio Romano, momento en el que tiene lugar el primer pico de producción de oro, extraído prácticamente en su totalidad de las minas de Hispania; el Renacimiento, cuando se asientan los cimientos del capitalismo y se da el segundo pico de producción de este metal precioso en la historia, extraído en América Latina por parte de España; y el periodo desde los años setenta hasta el presente, etapa en la que surge el neoliberalismo y se da el cenit de producción del denominado oro negro o petróleo.

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SOBRE elena lavallés

11 Elena-Lavelles-formato-webMadrid, 1981. Artista visual y cineasta, ha vivido y trabajado entre Nueva York, Los Ángeles, Ciudad de México y Madrid.

Ha sido parte del Whitney Museum Independent Study Program, completó su MFA en Photography & Media e Integrated Media en California Institute of the Arts -CalArts, estudió un MFA en Arte Contemporáneo en la Universidad Europea de Madrid y cursó su licenciatura en Bellas Artes en el CES Felipe II (UCM). A su vez, ha estudiado Geología y filosofía en la UCM.

Ha expuesto y proyectado su trabajo en lugares como MeetFactory (Praga), Elizabeth Foundation for Contemporary Arts (Ciudad de Nueva York), Museo Alberto Mena Camaño (Quito), MoCAB -Museum of Contemporary Arts Belgrade, Institute of Contemporary Arts of Singapore (Singapur), Museo Carrillo Gil (Ciudad de México), Matadero Madrid y La Casa Encendida (Madrid) entre otros.

Ha recibido diferentes premios, becas y residencias tales como Generaciones 2018. La Casa Encendida, Fundación MonteMadrid (Madrid, Beca Multiverso para la Creación de videoarte Fundación BBVA 2017 (Bilbao), 2017 Blueproject Foundation Residency (Barcelona), 2017 Centro de Residencias Artísticas Matadero Madrid, NYSCA 2017 Electronic Media & Film Finishing Fund Grant (Nueva York, EE.UU), Beca de Excelencia del Gobierno de México, 2015 (Ciudad de México) o Artist Residency Tropical Lab 8, 2014 (Singapur).

Sitio web

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Más sobre el proyecto

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Agradecimientos

Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma – CSIC: Antonio Pizzo, Elena Mª García, Gianluca Mandatori, Marisa Barahona

Real Academia de España en Roma: Mª Ángeles Albert y todo el equipo.

MUST – Museo Universitario di Scienze della Terra della Sapienza: Michele Macri

Museo Nacional de Roma – Palazzo Massimo: Gabriella Angeli Bufali

Fundación Cerezales Antonino y Cinia, León: Alfredo Puente y todo el equipo

CIUDEN y Museo de la Energía. Fábrica de la Luz, Ponferrada: Yasodhara López / Conchi Fernández

Cátedra Territorios Sostenibles y Desarrollo Local, UNED Ponferrada: Paco Balado

Spudnik Labriego: Laura Martínez Panizo

Roberto Matías, ingeniero de minas Ponferrada

Fundación las Médulas, Ponferrada: Jimena Martínez Quintana

Centro de Ciencias Humanas y Sociales CSIC, María Ruíz del Árbol

 

Agradecimientos a todas mis compañeras por haber compartido una familia y aprender tanto de cada una de ellas. En especial, por ser parte activa en el desarrollo práctico de los diferentes trabajos o montaje a:

Sergio Arribas

Marta Azparren

Daniel de la Barra

David Bestué

Mónica Gutiérrez

Irazú López

Manuel Moro

Manuel Ignacio Moyano

Francisco Javier Muñoz

Almudena Ramírez-Pantanella

Leire San Martín

Carles Tarrassó

Joaquín Jara

 

Agradecimientos especiales a:

Miguel Álvarez-Fernández

Pablo Coppel

Fernando Lasarte

Lucía G. Makowski

Jose Carlos Villarino, Robolt

 

 

Diego Aramburo – Processi 149

DIEGO ARAMBURO, A occhi chiusi


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA

PROCESSI 149 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2021/2022

Dal 15 settembre 2022 al 27 novembre 2022

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SCHEDA DATI

 

1. EMANUELA

Videoretrato (en reversa).

13’50”

Concepción: Diego Aramburo

Foto y registro: Diego Aramburo

Edición: Comunica (Simón Ávila), y Diego Aramburo

Entorno Digital: Alejandro Soto

Composición Musical y Entorno Sonoro: Oscar Kellemberger

Asesoría a la investigación y proyecto: Andrea Riera

Web: Turu Producciones

Agradecimiento a Sara Aramburo y María Fernanda Antuña

Producción: Aramburo/Kiknteatr © 2022

Creado en el marco de la Residencia Artísica de la Real Academia de España en Roma

 

Esta videoinstalación es parte del proyecto que consiste en intentar recuperar la capacidad de relacionarse con lo diverso a unx mismx y establecer relaciones sostenibles a pesar, e incluyendo, la diferencia. ‘Ritualizar’ algún hábito particular presente en los encuentros con cada persona se inspira en el ‘acullico’ boliviano, así como la idea de construir un ‘nosotros’ mas amplio, que incorpora al ellos y a ustedes en ese plural compartido, en primera persona.

Encontrar tiempo para pasear la ciudad. Reír. Comer algo tradicional.

Preguntarse cosas, de política, de la vida y formas de ser. Escuchar.

Emanuela es una profesional muy dedicada en su trabajo. Al mismo tiempo es una persona muy preocupada por las personas y la sociedad.

La amistad que desarrollamos inicia con su sensibilidad por los demás, lo que la hace ser curiosa con las personas y luego surge su generosidad, basada en su simpleza. Esto, su timidez, su espontaneidad y optimismo la hacen diferente y especial.

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2. SAMIR

Videoretrato (en reversa).

13’48”

Concepción: Diego Aramburo

Foto y registro: Diego Aramburo

Edición: Comunica (Simón Ávila), y Diego Aramburo

Entorno Digital: Alejandro Soto

Composición Musical y Entorno Sonoro: Oscar Kellemberger

Asesoría a la investigación y proyecto: Andrea Riera

Web: Turu Producciones

Agradecimiento a Sara Aramburo y María Fernanda Antuña

Producción: Aramburo/Kiknteatr © 2022

Creado en el marco de la Residencia Artísica de la Real Academia de España en Roma

Esta videoinstalación es parte del proyecto que consiste en intentar recuperar la capacidad de relacionarse con lo diverso a unx mismx y establecer relaciones sostenibles a pesar, e incluyendo, la diferencia. ‘Ritualizar’ algún hábito particular presente en los encuentros con cada persona se inspira en el ‘acullico’ boliviano, así como la idea de construir un ‘nosotros’ mas amplio, que incorpora al ellos y a ustedes en ese plural compartido, en primera persona.

Encontrarse entre los varios trabajos de Samir. Tomar algo.

Hablar de la vida, de religión, hábitos y política. Caminar sin hablar.

Samir llegó a Italia como refugiado, desde Afganistán, pero luego de haber pasado por varios países en Europa, huyendo de la situación de su país.

La amistad que hemos establecido se basa en su curiosidad que sólo encuentra paralelo en su ilimitada y poco común generosidad y su preocupación por compartir lo que él cree y piensa que puede beneficiar a los demás.

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3. MEL

Videoretrato (en reversa).

11’56”

Concepción: Diego Aramburo

Foto y registro: Diego Aramburo

Edición: Comunica (Simón Ávila), y Diego Aramburo

Entorno Digital: Alejandro Soto

Composición Musical y Entorno Sonoro: Oscar Kellemberger

Asesoría a la investigación y proyecto: Andrea Riera

Web: Turu Producciones

Agradecimiento a Sara Aramburo y María Fernanda Antuña

Producción: Aramburo/Kiknteatr © 2022

Creado en el marco de la Residencia Artísica de la Real Academia de España en Roma

Esta videoinstalación es parte del proyecto que consiste en intentar recuperar la capacidad de relacionarse con lo diverso a unx mismx y establecer relaciones sostenibles a pesar, e incluyendo, la diferencia. ‘Ritualizar’ algún hábito particular presente en los encuentros con cada persona se inspira en el ‘acullico’ boliviano, así como la idea de construir un ‘nosotros’ mas amplio, que incorpora al ellos y a ustedes en ese plural compartido, en primera persona.

Verse entre ciudades. Mel trabaja haciendo tours. Capuccino y brioche.

Hablar de objetivos, luchas, y sobre el arte de representar. Y sobre callar.

Mel es una mujer trans ítalo-brasilera. Ha sido parte de las luchas LGTBIQ+ en Brasil y ahora comienza a serlo en el norte de Italia.

Con ella construimos una profunda amistad gracias a compartir tiempo de calidad en los espacios de Mel, que ella tuvo la generosidad de abrirme. La diferencia su incansable lucha para superar barreras (falsas), impuestas por la sociedad la llevó a ser una referente cultural en su Londrina natal.

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a occhi chiusi, il progetto

L’esperienza della pandemia ha reso più visibile il processo di isolamento che gli individui, perlomeno nella “cultura occidentale”, avevano avviato già da tempo e che ha
subito un’accelerazione con l’arrivo dei social network.

In “A OCCHI CHIUSI” si propone una serie di incontri con persone differenti, diverse tra loro (di ambienti urbani o meno, o di collettivi marginalizzati nel loro contesto, per esempio) in cui nasce la prima domanda: riusciamo a incontrare qualcuno di “diverso” attualmente? Usciamo dalla nostra piccola cerchia familiare, sociale o lavorativa? E se a volte cerchiamo di farlo, come ci riusciamo? Abbiamo alzato delle barriere per non farlo – almeno non comunemente – davanti a noi stessx? Come le superiamo?

Una volta raggiunto il menzionato contatto con l’alterità, la fase successiva del progetto consiste nell’osservare se si riescono a stabilire alcuni incontri in quanto tali (e non soltanto entrare in contatto con queste persone).

A tale scopo, in “A OCCHI CHIUSI” si prospetta che gli incontri siano mediati da un pranzo ordinario in cui si cercherà la semplicità della ripetizione, puntando così alla qualità del tempo condiviso e riflessivo presente nel “acullico” (masticazione andina della foglia di coca naturale in un atto comunitario, masticazione di una forma ritualizzata che permette l’ascolto attento di ciò che ogni partecipante all’incontro abbia da dire, proporre, richiedere, offrire).

È possibile stabilire “rapporti umani” in un’epoca in cui stabiliamo moltissimi contatti e molti rapporti lavorativi, rapporti pratici, pragmatici e rapporti utilitaristici? La natura investigativa e creativa di questo approccio riuscirà a modellarsi per creare lo spazio per dialoghi e, forse, rapporti? Per questo, dunque, lungo tutto il processo, ci si interroga se questo tipo di attenzione/cura “rituale” incentrata sull’ascolto dell’altro contribuirà a far sì che queste riunioni diventino atti/fatti di INCONTRO…

E, partendo dal presupposto che nel mondo andino c'è un “noi” simile a quello “occidentale” – separato da loro, ma che c'è un altro “noi” che racchiude tutti e tutto il resto, e avendo anche un tempo andino che “retrocede verso il futuro” (come all’indietro sono i video-ritratti che nascono dagli incontri del Progetto), si riesce a ritornare all’abilità di ascoltare chi è fuori dalla cerchia immediata, che consideriamo diverso? Uscire dalla bolla per dedicarsi a una “poco probabile” ma potenziale Amicizia?

E, in modo personale e pensando alla rappresentatività (una delle caratteristiche delle arti sceniche), posso ridiventare qualcosa di più della mia individualità? Un io/me rappresenta una pluralità/comunità o soltanto la mia individualità, le mie azioni sono rappresentative di un qualcosa di più grande della mia (effimera) individualità?

Posso guardare/guardarmi negli occhi? Fidarmi?

Penso che i tre video-ritratti presenti non siano solo delle persone, qualità e storie nelle quali mi sono imbattuto nel viaggio di questi incontri umani; penso che questi, e gli altri che verranno, siano testimoni di questo processo in cui credo di riuscire a veder riflesso e guardare, negli occhi, il presente – e riesco anche a vedermi in un cammino che cerca di curare la mia stessa difficoltà di avere dei rapporti.

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su DIEGO ARAMBURO

Diego

Artista, drammaturgx e regista scenicx bolivianx che lavora a livello internazionale, invitatx a dirigere allestimenti per teatri ufficiali del mondo, nonché a girare e a presentarsi nei festival internazionali con le creazioni fatte in Bolivia con la sua compagnia Kiknteatr. Premiatx numerose volte per le sue creazioni sia nel suo paese che all’estero, Diego Aramburo ha ricevuto due volte la Medaglia d’Onore dell’Assemblea Legislativa del suo paese per il suo contributo alla cultura.

I suoi testi sono stati tradotti, pubblicati e messi in scena in diversi paesi e lingue e il suo lavoro si suddivide in due linee principali: le creazioni di ricerca interdisciplinari e gli allestimenti “prettamente teatrali” di grande formato.

David Pérez Sañudo – Processi 149

david pérez, garbatella


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 149 | EXPOSICIÓN FINAL DE LOS ARTISTAS E INVESTIGADORES EN RESIDENCIA, PROMOCIÓN 2021/2022

Del 15 de septiembre al 27 de noviembre de 2022

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FICHA TÉCNICA

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Fragmento del proyecto Garbatella.

Ficción que experimenta con distintos formatos para representar vida y muerte en la ciudad de Roma.

Una historia sobre la superación del duelo.

! – El uso de diversas video-cámaras altera la calidad de visión de algunas tomas.

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garbatella, el proyecto

Garbatella es el relato de un duelo silencioso en contraposición a un duelo hipervisibilizado. La pérdida de Xabier, estudiante fallecido en Roma durante su erasmus, ha marcado a un grupo de amigos/as que se reencuentra en Italia un año después del trágico suceso. Allí resiste Irene, que no ha regresado aún a su país de origen y que padece en silencio una tragedia mayor. Un duelo solitario motivado por circunstancias que no puede compartir con nadie. Reflexión fílmica a medio camino entre ficción y experimental, rodada en 16mm, Alexa, cámara doméstica y cámara termográfica.

Sinopsis:

Un grupo de jóvenes regresa a Roma un año después de realizar el erasmus. En la capital italiana sigue viviendo Irene, la única que tras la trágica muerte de Xabier (un estudiante vasco fallecido a finales del pasado curso académico) sigue viviendo en la ciudad. Durante un fin de semana, los amigos se reencuentran con el objetivo de homenajear a Xabier, de pedir justicia y reparación y, de paso, verse de nuevo. Entre los asistentes está Claire, la pareja de Xabier. Pero mientras ella recibe el mimo y la atención de todos los asistentes, Irene sufre el duelo en silencio. ¿Qué es lo que sabe Irene y no puede contar?

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SOBRE david pérez

??????????????????????????????????????Bilbao, 1987. Guionista y director cinematográfico. Con su opera prima, Ane (2020), logró tres premios Goya y fue doblemente premiado en el Festival Internacional de Cine de San Sebastián. Es autor de diez cortometrajes con los que ha logrado más de 100 premios internacionales, participando en festivales como Clermont-Ferrand, Varsovia, Sitges, Málaga, Gijón, Manchester, Brest o ZINEBI. Fue citado por la revista Variety como uno de los diez talentos emergentes del cine español.

Es doctor en Comunicación Audiovisual y Publicidad por la Universidad Complutense de Madrid, con estancias doctorales en Université Paris IV-Sorbonne y en la Universidad del País Vasco. Actualmente es profesor de Realización de Ficción en la Universidad Carlos III de Madrid.

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Más sobre el proyecto

 

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David Bestué – Processi 149 – sala

david bestué, sustentado/sustentante


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 149 | EXPOSICIÓN FINAL DE LOS ARTISTAS E INVESTIGADORES EN RESIDENCIA, PROMOCIÓN 2021/2022

Del 15 de septiembre al 27 de noviembre de 2022

.bestué

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FICHA TÉCNICA

A. X. 5

2022

Amapola, celulosa y yeso

25 cm x 100 cm x 25 cm

 

B. Hueso, manzana y laurel

2022

Hueso, manzana, laurel, resina, yeso, parafina y metal

240 cm x 160 cm x 160 cm

 

C. Balaustrada

2022

Yeso

Tres elementos de  25 cm x 70 cm x 25 cm

 

D. X. 4

2022

Buganvilla, celulosa y yeso

35 cm x 130 cm x 35 cm

 

E. Pila

2022

Concha pulverizada, sal y resina

160 cm x 80 cm x 160 cm

 

F. Deposición

2022

Hueso, resina y metal

60 cm x 60 cm x 35 cm

 

G. X. 8

2022

Lodo del río Tiber, madera, rosa y parafina

25 cm x 110 cm x 25 cm

 

H. X. 3

2022

Glicina, celulosa, yeso y cartón

50 cm x 50 cm

 

I. X. 5

2022

Amapola, celulosa y yeso

25 cm x 100 cm x 25 cm

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sustentado/sustentante, EL PROYECTO

Este proyecto busca sistematizar mi interés en la representación del cuerpo humano a nivel estructural, simbólico y material. El proyecto combina la vertiente teórica y práctica. Por un lado quiero investigar este tipo de representación en la escultura clásica y contemporánea vinculada a Italia y por otro realizaré una serie de esculturas que sean fruto de esta investigación.

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SOBRE David bestué

5_David-Bestue2Barcelona. 1980. David Bestué es un artista visual interesado en las relaciones entre el arte y la arquitectura. Ha realizado trabajos sobre Enric Miralles y la Historia reciente de la arquitectura y ingeniería en España. Otro de sus focos de interés es la relación entre la escultura y el lenguaje, visible en algunas de sus exposiciones como ROSI AMOR, en el Museo Reina Sofia (Madrid, 2017) o Pastoral, en La Panera (Lleida, 2021).

Sitio web

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Más Sobre el proyecto

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Daniel Moro – Processi 149

daniel moro, LA INFLUENCIA DE ITALIA EN LA MÚSICA ESPAÑOLA DE VANGUARDIA: COMPOSITORES RESIDENTES EN ROMA (1960-1970)


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 149 | EXPOSICIÓN FINAL DE LOS ARTISTAS E INVESTIGADORES EN RESIDENCIA, PROMOCIÓN 2021/2022

Del 15 de septiembre al 27 de noviembre de 2022

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.Esquema vitrina Daniel Moro (1)

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FICHA TÉCNICA

 

  1. Amando Blanquer. Informe trimestral sobre su pensión en la Academia de España en Roma.

Fechado el 31 de marzo de 1963.

1 folio mecanografiado

ARAER. Serie I. Pensionados y becarios. Caja 16, exp. 129. Blanquer Ponsoda, Amando (1963-65).

22×28 cm.

En esta fuente primaria, Amando Blanquer —uno de los compositores estudiados dentro de la cobertura del proyecto— da cuenta de su asistencia a las clases de Goffredo Petrassi en la Academia Nacional de Santa Cecilia y el impacto que le produjo su estancia en Roma durante 1963-1965.

 

2. Carmelo Bernaola. Memoria de actividades sobre su pensión en la Academia de España en Roma.

Fechado el 14 de febrero de 1962.

Documento de 39 folios mecanografiados y encuadernados.

ARAER. Serie I. Pensionados y becarios. Caja 16, exp. 128. Alonso Bernaola, Carmelo (1960-1962).

32×42 cm.

Se trata de la fuente primaria más importante relativa a Carmelo Bernaola durante su estancia como becario del Premio Roma (1960-1962). En ella explica el magisterio de figuras como Goffredo Petrassi y Bruno Maderna, los cursos y clases recibidos y las obras que compuso en Italia. Más información en nuestra monografía sobre el compositor (Moro Vallina, 2019).

 

 3. Ángel Oliver. Dos miniaturas para cuarteto de cuerdas.

Fechada en Roma, octubre 1966.

Partitura manuscrita en pliego de 4 páginas.

ARAER. Serie I. Pensionados y becarios. Caja 18, exp. 147. Oliver Pina, Ángel (1966-1969).

33×47 cm.

En esta obra, compuesta por Ángel Oliver al inicio de su estancia en Roma (1966-1969), podemos rastrear la influencia del dodecafonismo y su aprendizaje gracias a las enseñanzas del maestro Goffredo Petrassi (particularmente, de la música dodecafónica de Anton Webern). En el audio explicativo puede encontrarse más información sobre esta pieza.

 

4 y 5. Conciertos de Nuova Consonanza (junio 1967 y noviembre-diciembre 1983).

Dos programas de mano, 10 y 14 folios respectivamente.

ARAER. Serie I. Pensionados y becarios. Caja 21, exp. 160. Villa Rojo, Jesús (1969-1972).

16×23 cm y 14×24 cm.

Se trata de dos programas de los ciclos de conciertos de la asociación romana Nuova Consonanza, conservados en el expediente de Jesús Villa Rojo. Durante su estancia en Roma (1969-1971), Villa Rojo participó en las actividades de este grupo, dirigido por Franco Evangelisti y dedicado a la difusión de la música de vanguardia en Italia y a la libre improvisación experimental.

 

6. Luis de Pablo. Primera versión de Radial (1960), para 24 instrumentos.

Borrador manuscrito de 5 folios.

Istituto Goffredo Petrassi-Campus di Musica di Latina, Fondo Luis de Pablo, no 135 DP.

Radial (1960) es una de las primeras obras de Luis de Pablo en las que se observa la adaptación que hizo de las técnicas de la música flexible y aleatoria, alejándose de las experiencias previas con el dodecafonismo. Los borradores conservados en el Campus de Música de Latina son una valiosa fuente para profundizar en cómo se produjo este cambio estético en la trayectoria del músico bilbaíno.

 

 7. Jesús Villa Rojo. Música para obtener equis resultados (1969).

Fechada en Roma el 5 de octubre de 1969.

Partitura impresa de 10 páginas.

Bibliomediateca Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Fondo Petrassi, no. AS D2 MUS B3 237.

34×49 cm.

Durante su estancia en Roma (1969-1972), Jesús Villa Rojo inició un camino de experimentación tímbrica aplicado especialmente al clarinete. En esta obra de 1969 podemos ver el origen de algunas de las nuevas grafías que luego recogería en su tratado El clarinete actual. Los informes de actividades de Villa Rojo, Premio de Roma, nos informan de que este viraje estético estuvo influenciado por su contacto con grupos como la asociación Nuova Consonanza.

 

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LA INFLUENCIA DE ITALIA EN LA MÚSICA ESPAÑOLA DE VANGUARDIA: COMPOSITORES RESIDENTES EN ROMA (1960-1970), EL PROYECTO

A partir de la década de 1960, la música española inició un viraje estético que la aproximó a los lenguajes de la vanguardia europea. Un factor que contribuyó a este cambio fue la posibilidad de viajar a Darmstadt, París o Roma. En el caso de esta última ciudad, la concesión del Premio Roma a Carmelo Bernaola, Amando Blanquer, Ángel Oliver o Jesús Villa Rojo permitiría a estos músicos conocer nuevas técnicas compositivas y, sobre todo, entrar en contacto con Goffredo Petrassi. El maestro romano funcionó como un catalizador para el aprendizaje del dodecafonismo o el serialismo, y su influencia es destacable en las obras que Bernaola y Oliver escribieron durante su estancia italiana (Superficie n.º 1, 1961; Dos miniaturas, 1966). Otros músicos, como Villa Rojo, se beneficiaron del contacto con Franco Evangelisti o Boris Porena, generando una corriente de intercambio aún poco explorada por la musicología.

El objetivo del proyecto es estudiar la influencia de Petrassi y otros músicos italianos sobre esta generación de compositores españoles. Partiendo de un trabajo de tipo archivístico (a realizar en centros como la Academia de España, la Academia de Santa Cecilia o el Instituto Goffredo Petrassi de Latina), nos interesa profundizar en las relaciones hispano-italianas en lo que respecta al desarrollo de la música de vanguardia. La posibilidad de acceder a fuentes primarias como las Memorias de actividades del Premio Roma, junto a fondos personales como los de Petrassi o Luis de Pablo —compositor también muy vinculado a Italia— resulta fundamental para enriquecer la cobertura del proyecto. Sus resultados se desarrollarán en una futura publicación académica.

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SOBRE daniel moro

13 Retrato Daniel MoroOviedo, 1983. Doctor en Musicología por la Universidad de Oviedo y titulado en Piano por el Conservatorio Superior de Música de Asturias. Premio Extraordinario de Doctorado y Premio de Investigación Musical Orfeón Donostiarra-Universidad del País Vasco. Es autor de dos libros sobre los compositores Carmelo Bernaola (2019) y Miguel Ángel Coria (2022), además de diversos artículos de investigación publicados en revistas musicológicas como Il Saggiatore Musicale, Perspectives of New Music, Revista Musical Chilena, Anuario Musical o Música Hodie. Es director de la colección “Ediciones Críticas” de la editorial Libargo (Granada). Entre 2015 y 2020 fue profesor de la Universidad Internacional de la Rioja, y actualmente trabaja como profesor ayudante doctor en el Departamento de Historia del Arte y Musicología de la Universidad de Oviedo.

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Correo electrónico: morodaniel@uniovi.es

Sitio web

 

 

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Para conocer un poco más

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Daniel de la Barra – Processi 149

DANIEL DE LA BARRA, ESTO NO ES UN PAISAJE: PINTURA DE VIAJE Y DIÁLOGOS DEL DESTIERRO


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 149 | mostra finale degli artisti e ricercatori residenti, stagione 2021/2022

Dal 15 settembre al 27 novembre 2022

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.A (4)

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FICHA TÉCNICA

A.Vista a volo d’Aquila

2022

Video

5’ 46’’

Créditos:

Cámara y dron: Emmanuele Quartarone

Cámara 2: Raquele Roppini

Montaje: Marzia Izumi

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 B. Esilio

2022

Óleo sobre lienzo

300 cm x 187 cm

Pintura realizada a partir de la excavación

 

C. La Conquista Della Terra

2022

Óleo sobre lino

184 cm x 147 cm

Basada en las portadas de la icónica y homónima revista fascista

 

D. Tormenta en Piediloco

2022

Óleo sobre lino

39,5 cm x 19,5 cm

Estudio de plein air

 

E. Amanecer a Piediloco

2022

Óleo sobre lino

32 cm x 16,5 cm

Estudio de plein air

 

F. Atardecer en Albano

2022

Óleo sobre lino

32 cm x 14,5 cm

Estudio de plein air

 

F. Playa de Castiglioncello

2022

Óleo sobre lino

30 cm x 19 cm

Estudio de plein air

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ESTO NO ES UN PAISAJE: PINTURA DE VIAJE Y DIÁLOGOS DEL DESTIERRO, il progetto

La obra de Daniel de la Barra nos habla de la crisis de la mirada colonial. Concretamente, de la crisis de la mirada hacia la naturaleza, de la representación del paisaje como proceso extractivo y de los puntos de fricción que existen entre imagen, historia y modernidad. Su trabajo multidisciplinario nos brinda la oportunidad de indagar en los conflictos coloniales que han relegado la naturaleza a un espacio subalterno de explotación y dominación y compone un ejercicio de contravisualidad que reflexiona, desde una perspectiva global, acerca de la representación del paisaje como proceso extractivo y ejercicio de poder.

El proyecto desarrollado durante la residencia en la Real Academia de España en Roma durante el año 2022 parte de diversas referencias a la pintura de paisaje de los artistas viajeros, específicamente de los pintores paisajistas que históricamente formaron parte del corpus de becados de la Academia. De entre éstos, destaca la figura de Nogué Massó, la cual investiga con la colaboración del historiador Joan Sendra. Obras como Castiglioncello, Lago de Albano o Piedilupo testimonian el paso de Massó por la institución y por el territorio. A través de esta búsqueda, de la Barra prueba un ejercicio de autosometimiento a las exigencias que tanto Massó como los demás pintores paisajistas tuvieron durante su estancia. Los dos estudios al natural, el cuadro de paisaje al óleo, los dos cuadros con figura y animal y el cuadro de gran composición “que entrañe un sentimiento o la expresión de una idea”, requeridos durante los tres años que abarcaba la beca, son revisitados ahora por de la Barra a través de múltiples formatos.

El proyecto performativo y pictórico Vista a volo d’aquila. Pittura di viaggio e dialoghi in esilio (2022) agrupa diversas piezas entre instalación, vídeo y pintura, concebidas a partir del contacto con algunas regiones Italianas de importancia para los paisajistas viajeros, como la Toscana o el Lazio. El Agro Pontino, zona de marisma de la provincia de Latina, Lazio, compone uno de los lugares centrales para entender la problemática de la aportación del imaginario de la pintura de paisaje a la matriz moderno-colonial. La región pontina arrastra una historia de conflictos territoriales que han sometido la naturaleza a un proceso de destierro permanente. Obras como Departure for the Hunt in the Pontine Mashes de Horace Vernet (1833) inspirada en el Romanticismo decimonónico o la serie de paisajes finiseculares Sunset on the Pontine Mashes y Laguna Pontina (1896) del catalán Enrique Serra y Auqué, de estética post-impresionista, nos muestran las zonas pantanosas a través de paisajes terribles y hostiles, atardeceres rojizos y agónicos. La nostálgica luz crepuscular de los atardeceres de Serra nos ofrece una naturaleza exuberante a la vez que remota y desoladora.

 

El imaginario tradicional de la pintura de paisaje centrado en la idea de lo inabarcable, adverso y peligroso tiene estrecha relación con los procesos modernos de colonización, saneamiento y ordenación del territorio. Como explica Misiani, «El paisaje artístico que atraía a los viajeros del pasado, se había visto sustituido por un paisaje social, en cuyo centro estaba la condición humana de los campesinos.» Las aspiraciones políticas, económicas, sociales e ideológicas de la modernidad italiana se proyectaron, como explica Snowden, en la creación de la provincia de Littoria paralelamente al proyecto de erradicación de la malaria. Pero si bien los orígenes de este proceso se encuentran en el Risorgimento italiano y en el proyecto de la Bonifica Integrale, el relato fundacional civilizatorio del Agro Pontino se sustenta, aún actualmente, en la Città di Fondazione fascista y en la Legge Mussolini de 1933.

 

El proyecto fascista y su propaganda contribuyó a la creación de una nueva identidad de “campesinos-colonos” fruto de la denominada “política de colonización interior” que, como sostiene Misiani, propició la creación de «[…] una estética social del paisaje que se inspiró en la pintura paisajística del siglo XVII y que introdujo en el espacio el realismo social.»

La apropiación intensiva de la tierra y los modelos extractivistas de explotación no solo tienen consecuencias directas sobre los ecosistemas, sino también sobre el tejido poblacional y su calidad de vida, trabajadores y trabajadoras rurales, campesinos, población indígena y contingentes de clases populares. En este sentido, las implicaciones de la transformación “totalitaria” de la tierra a través de este “realismo social paisajístico” no consiguió erradicar la malaria tal como había profesado y produjo, además, una pauperización de las condiciones de vida de los trabajadores desplazados ex profesopara tal empresa. La fundación fascista de Littoria, hito del proceso de “expansión imperial-colonial interior”, constituyó a su vez un preámbulo para las aspiraciones coloniales internacionales centradas en la invasión colonial de África Oriental. La matriz colonial de este modelo de desarrollo ad hoc atraviesa los actuales sistemas de producción y acumulación y, sobre todo, las condiciones de semi-esclavitud de los trabajadores migrantes racializados de las explotaciones agrícolas intensivas pontinas, jornaleros sin garantías laborales, mayormente personas sij, presas de las “agro-mafias”.

 

En este contexto, las cuatro pinturas a plen air, la instalación Esilio, la pintura La Conquista della Terra y el vídeo Vista a volo d’Aquila prueban trazar una crítica a la misma construcción del paisaje, sus imaginarios y el conflicto con el territorio. De la Barra interviene un campo de cultivo con ayuda de una máquina retroexcavadora extrayendo de la tierra la palabra “Esilio”. Debido a sus grandes dimensiones ésta sólo puede leerse completamente desde gran altura, como se dice tradicionalmente “a vista de águila”. La palabra Esilio entendida como “destierro” nos habla de la expulsión de un lugar o territorio determinado. El destierro nos remite a una lejanía y a una ausencia y, en el lenguaje ascético de reminiscencia dantesca, al mismo infierno donde las almas quedan excluidas del paraíso. La acción de extraer la tierra de su lugar de pertenencia nos remite al desplazamiento histórico del territorio de su propio paisaje y a la contradicción entre la sacralización de la memoria del paisaje pontino, desde el romanticismo hasta el fascismo, y los procesos extractivos de herencia fascista que dominan aún hoy el territorio.

 

Esta acción interpela también el imaginario fundacional fascista aún presente en la región, donde esculturas de águilas habitan el territorio y los hogares de los propietarios agrícolas. La pintura La conquista della terra se apropia de las portadas de la icónica y homónima revista fascista dando cuenta de las intersecciones radicales entre fascismo, modernidad, capitalismo y colonialidad que atraviesan este territorio y que reproducen  globalmente la matriz colonial del poder y sus estructuras de explotación:  de la naturaleza, de los y las trabajadoras del sur global, las jerarquías de clase, raza, género, la división del trabajo y la alienación.

Una de las formas fundamentales, y quizás  la más importante, en que el arte puede contribuir a la acción colectiva es a través de su potencial de imaginación política. Partiendo de la idea del paisaje como producción cultural y como centro de fricción donde convergen las contradicciones del mundo moderno, la construcción de su imaginario y sus jerarquías de poder, este proyecto busca desarrollar una crítica a la violencia socioambiental de las zonas agroindustriales sud-europeas. Estas obras nos hablan, en definitiva, de las implicaciones globales de los modelos extractivos contemporáneos en las entrañas del propio occidente y de la descentralización de las jerarquías centro-periferia como reproducción del modelo extractivo-colonial en otros territorios. Sin duda, nos brinda un espacio privilegiado donde poner en entredicho las dinámicas y estructuras de poder que han relegado la naturaleza a un espacio subalterno de explotación y dominación, así como sus implicaciones materiales y humanas. Se trata de un ejercicio de disenso político y estético que propone otras formas de pensar y defender la vida y nuestro mundo en común mediante un ejercicio constante de imaginación política que, desde el arte, pueda combatir la crisis ambiental y el avance depredador del modelo extractivo contemporáneo.

 

 

Texto: Antonella Medici

 

 

Producción vídeo: 

Cámara y dron: Emanuelle Quartarone

Cámara: Raquele Rappini

Montaje: Marzia Rumi

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Su DANIEL DE LA BARRA

4_Daniel-de-la-Barra2Lima, Perú. 1992. Su investigación procura un despliegue horizontal de observaciones críticas que basa en un extenso trabajo documental y en la experiencia directa. Huyendo del punto de vista solitario, sigue líneas transversales que puedan, en una perspectiva estructural, poner de relieve las condiciones históricas de explotación del medio por parte de las estructuras de poder y el rol que asume el arte y la historia en esta operación.

Se mueve entre la pintura, la instalación y la intervención pública, centrando su trabajo en la re-construcción de narrativas históricas dentro de la imposición jerárquica de poderes de dominación.

En los últimos años ha realizado residencias artísticas en centros como La Escocesa, Piramidon Centre d’Art Contemporani, Homesession (Barcelona), La Fabrique (Lima, Perú) o The Nerdrum School (Suecia) y ha a recibido la Beca de investigación de La Escocesa en 2018 y 2019, El Premio d’Art Jove (Sala d’Art Jove) en 2019 y 2021 para realizar un proyecto conjunto con La Panera de LLeida y Lo Pati Centre d’Art.

Su trabajo ha sido expuesto recientemente en centros como El Castillo de Montjuic, mediante el Premio Creació y Museus, en Fabra i Coats, Arts Santa Mónica, El Centro de la Memoria El Born CCM, La Bienal de Amposta en Lo Pati Centre d’Art, la Sala d’Art Jove, Homesession o el Museo Central de Lima (Perú).

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Carles Tarrassó – Processi 149

CARLES TARRASSÓ, Spazio viscerale


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REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 149 |mostra finale degli artisti e ricercatori residenti, stagione 2021/2022

Dal 15 settembre al 27 novembre 2022

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SCHEDA DATI

A. Sin título

2022

Patê de fruit de mandarina fermentada

Cristalización de azúcar en vidrio


Esta pieza está diseñada como una instalación efímera sobre una de las ventanas que dan al claustro del Tempietto de Bramante en la Real Academia de España en Roma. La sal añadida durante la fermentación láctica de las mandarinas, junto con el movimiento de frotación del material contra el cristal para su fijación, propician la lenta cristalización del azúcar. Este proceso, unido a la sensibilidad del material a las condiciones atmosféricas, irá modificando la tonalidad de la luz de la sala con el paso de las semanas.

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B. Sin título

2022

Cítricos ornamentales, porcelana.

Fermentación láctica, paper clay

Utilizando la técnica del paper clay, se imprimen sobre porcelana las formas de más de 50 cítricos ornamentales de la colección florentina de Oscar Tintori. Los minerales contenidos en la composición de los propios cítricos, y aquellos resultantes de proceso de fermentación, forman un esmalte al vitrificar en el interior de los espacios dejados por los fragmentos de cítricos, que se desintegran a más de 1.200ºC en el interior del horno de cerámica.

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C. Sin título

2022

Bergamota, cidra, mandarina, naranja, naranja amarga, pomelo, lima kaffir, arcillas.

Fermentación láctica, moldeado

Los cítricos tienen una función estructural en esta pieza. Se transforman en una pasta que al irse deshidratando irá mostrando grietas y fisuras. La porosidad que confiere el porcentaje de arcilla con el que se mezclan permite la difusión de sus aromas al ambiente de la sala.

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D. Sin título

2022

Bergamota, cidra, mandarina, naranja, naranja amarga, pomelo, lima kaffir, vidrio.

Fermentación láctica

Esta elaboración culinaria consiste en la fermentación de cítricos en salmuera durante un mínimo de 2 meses. Es la base para las piezas escultóricas y el vitral presentes en la instalación.

 

E. Elementos comestibles
– E.1. Papel comestible.  Laurel, limón de calabria, cerezas y otras plantas. Gelificación, deshidratación

- E. 2. Arcilla comestible. Azahar, arcilla comestible

– E. 3. Pâte de fruit. Bergamota, alcachofa oxidada

Estos elementos, hechos de los mismos materiales que componen la instalación, contienen algunas de las especias y condimentos desarrollados a lo largo del proyecto, que se han elaborado a partir de variedades botánicas icónicas o particulares obtenidas Roma y otras regiones de Italia.

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Spazio visceraleA, il progetto

Questa installazione propone un parallelismo tra gli spazi residuali e occulti in cui sopravvivono specie vegetali e stili di vita tradizionali, alcune a rischio di estinzione, e gli spazi della psiche in cui risiedonoi nostri desideri, aneliti e sogni.
Attraverso incontri e pranzi condivisi con abitanti di Roma legati alla cura della vita e della biodiversità, questo progetto entra in contatto con piante silvestri e coltivate presenti nella città e altre regioni d’Italia, ponendo una particolare enfasi su varietà antiche, in disuso, e di recente introduzione.
Queste varietà botaniche che fanno parte della gastronomia sono frutto di secoli di scambi. Si tratta di una natura manipolata per il godimento estetico e gustativo, generata attraverso i tentativi, il trasferimento di semi e l’incrocio e la mutazione di specie vegetali sul campo. Riflettono la diversità biologica e sociale italiana, minacciata dagli effetti della crisi socio-ecologica.
Icone come il carciofo, singolarità come gli agrumi ornamentali della famiglia Medici, o vegetali comuni e dimenticati come le piante silvestri che crescono in parchi e giardini, si trasformano in specie e
condimenti mediante l’applicazione di tecniche culinarie tradizionali e d’avanguardia.
L’obiettivo è godere delle sensazioni che ci suscita il mondo vegetale attraverso preparazioni come il bergamotto fermentato, l’aglio secco o la ciliegia ossidata come mezzo per la riflessione, l’introspezione e l’apertura al diverso.

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Su CARLES TARRASÓ

22 Carles-Tarrassó-500X676Carcaixent, 1995. È specializzato in user experience design (progettazione dell’esperienza utente). I suoi progetti esplorano il ruolo della gastronomia come arte multisensoriale, lavorando
sull’intersezione tra cucina, arte e ricerca in un ambiente interdisciplinare e collaborativo. Laurea e master in Scienze Gastronomiche presso il Basque Culinary Center, e master in Scienze Umane Ecologiche e Transizione Eco-sociale alla UPV e UAM. Negli ultimi anni ha progettato esperienze gastronomiche in Ecuador volte a rivitalizzare edifici storici come Hacienda la Herrería, e in luoghi come il Parque Nacional Cotopaxi. Attualmente collabora come ricercatore progetti cheuniscono gastronomia e sviluppo territoriale in BCC Innovation.
I suoi progetti più recenti si incentrano sull’ideare alternative auspicabili attraverso l’estetica della natura, nel contesto attuale di cambio di paradigma provocato dalla crisi eco-sociale. Ha presentato i suoi lavori al Navarra Gastro Summit 2021 di Pamplona, al Science and Cooking World Congress Barcellona, e al Foro Cocina tu Futuro di Quito. Il suo ultimo progetto, “Un tiempo espléndido”, che gode della collaborazione del Jardín Botánico della Universitat de València, è stato selezionato per essere proiettato nelle giornate “Proyectar el cambio: creación audiovisual y crisis ecosocial”, della Casa Encendida de Madrid.
Un altro aspetto del suo lavoro ha visto l’organizzazione di congressi gastronomici in Spagna, Colombia, Messico, Regno Unito ed Ecuador.
carlestarrasso.com

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Brais Rodríguez – Processi 149

brais rodríguez, still life


 

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 149 | EXPOSICIÓN FINAL DE LOS ARTISTAS e investigadores en residencia, PROMOCIÓN 2021/2022

Del 15 de septiembre al 27 de noviembre

 

 

BRAIS

Orden de lectura de la obra

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Ficha técnica

Still Life

2022

Serigrafía sobre papel

418cm  x  288cm

Esta pieza está compuesta por cien láminas realizadas en serigrafía. A través de ellas se desarrolla una secuencia de imágenes, en tinta roja, que describen una progresión secuencial de un rostro. El sentido de la lectura comienza en la esquina superior izquierda y prosigue en un ritmo de espiral, para acabar en el centro de la composición.

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STILL LIFE, eL PROYECTO

Este proyecto consiste en la realización de un cómic mudo con el objetivo de explorar e investigar los recursos de la imagen y el tiempo en este medio y las posibilidades narrativas que pueden ofrecer la viñeta, la secuencia y la elipsis.

El término inglés Still life es usado para designar el género pictórico de la naturaleza muerta. Esta disciplina pictórica barroca materializó la tensión que puede provocar la imagen al detener el paso del tiempo y su decadencia sobre los objetos y las personas. En el cómic, la viñeta como elemento individual encarna esta posibilidad de imagen instantánea. Frente a esta lectura, la narración visual dota de temporalidad a las imágenes a través de la secuencia lógica de sucesos. Es mediante la elipsis, el espacio imaginario entre las viñetas, el modo cómo se completa el relato.

Con el fin de trasladar esta concepción al plano formal, Still life se formula una estructura concreta que plantea la relación de la parte con el todo (la relación de la viñeta y la página, y de la página y el todo) a través de la repetición (la forma de la viñeta, la composición de página o reiteración de las escenas) y la alteración de los elementos (mediante la elipsis).

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sOBRE BRAIS RODRÍGUEZ

20_ RODRIGUEZ_RETRATOBrais Rodríguez (1980). Licenciado en Bellas Artes. Dibujante e historietista. Actualmente trabaja de docente en el Fogar de Santa Margarita en A Coruña.

Ha publicado diversos fanzines en el sello Carne líquida como La chica con el Sol en la cabeza (2016), Sombra (2017) o Onde estás? (2018). En 2019 ha editado en colaboración con la Galeria Caylus y el Museo del Prado La era de las imágenes desaparecidas. También ha publicado en 2011 La mano del diablo con Astiberri y Demo editorial.

También ha estado presente en exposiciones como Surexposition. La photo en BD. IMMIXgalerie, Paris (2020), El arte en el cómic (Fundación Telefónica) o Verticais, en la Sala C, Santiago de Compostela (2019).

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mÁS SOBRE EL PROYECTO