JUAN ANTONIO ESPINOSA – Processi 150
JUAN ANTONIO ESPINOSA
ARCHITETTURE EGOISTE
.REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 149 | MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI E RICERCATORI RESIDENTI, STAGIONE 2022-2023
28 giugno 2023
SCHEDA DATI
.REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
28 giugno 2023
.REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
28 giugno 2023
El que espera (Colui che aspetta)
Matías Candeira
Anno di edizione: 2023
21×12
12 pagine
Plaquette
Frammento del progetto narrativo sviluppato alla RAER intorno agli ultimi mesi di vita di Dino Buzzati. Primo capitolo e parte del secondo. Corrisponde all’inizio del libro.
Letteri a Bambrilla
Dino Buzzati
Anno di pubblicazione: 1985
Agostini /Novara
Prestatore: Matías Candeira
Libro, epistolare
301 pp
Descrizione: Tutte le lettere che Dino Buzzati ha scritto per decenni al suo migliore amico, Arturo Bambrilla.
Viaje a los infiernos del siglo (Viaggio negli inferni del secolo)
Dino Buzzati
Anno di edizione: 1977
Editore: Simbad
Prestatore: Matías Candeira
Libro
11 x 18,5 cm
116 pp.
Descrizione: Nouvelle + raccolta di racconti di Dino Buzzati intorno all’idea surrealista di inferno.
El que espera (Colui che aspetta) è un progetto narrativo ambientato nella Roma, nella Milano e in altre parti d’Italia del 1971.
Il libro prende spunto da un vero e proprio capitolo della vita dello scrittore Dino Buzzati, all’epoca in cui si occupava della sezione eventi paranormali per il Corriere della Sera. Questo avvenimento ha trovato riscontro in un libro di cronache non molto conosciuto dell’autore, intitolato I misteri della bella Italia.
Anni dopo le sue indagini, malato di cancro, lo scrittore italiano ha sognato una visita minacciosa: uno scrittore rivale che cerca ripetutamente di impossessarsi del suo corpo e della sua scrittura e lo insegue. La malattia progredisce. Buzzati è consapevole che la sua fine è vicina e che dovrà chiudere alcune questioni spirituali e personali prima di lasciare questo mondo.
Un alter ego immaginario dello scrittore atterra in una Roma fantasmagorica e a Milano per riprendere contatto con gli stregoni, i guaritori e gli esorcisti che avevano suscitato il suo scetticismo e il suo umorismo nero quando scriveva le cronache. Sarà il pretesto per allontanarsi il più possibile dai suoi conflitti personali e farsi trascinare nella parte rivelata della città, già trasformata in un panottico che egli stesso attraversa all’erta, proprio come i suoi personaggi attraversano gli spazi al confine con la realtà.
Madrid, 1984. È uno sceneggiatore di formazione e scrittore. Autore di sei libri di narrativa: il romanzo Fiebre (Candaya, 2015) e cinque raccolte di racconti, tra cui Antes de las jirafas (Páginas de Espuma, 2011), Ya no estaremos aquí (Salto de Página, 2017) e Moebius (Algaida, 2019), che ha ricevuto il premio Kutxa Ciudad de San Sebastián nel 2018.
Come riconoscimento del suo lavoro, ha ricevuto sovvenzioni creative da diverse istituzioni nel campo della letteratura in lingua spagnola: Fundación Antonio Gala para Jóvenes Creadores, Fundación Han Néfkens Fundación BBVA e Art Omi: Writer’s Residency.
Nel 2021, l’Agenzia Spagnola per la Cooperazione Internazionale lo ha scelto per far parte di 10 su 30, un progetto che riunisce i più importanti autori del panorama nazionale sotto i quarant’anni.
REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
28 de junio de 2023
FICHA TÉCNICA
Ungüentos: Restos, rotos y remedios
Nombre: Ungüentos 2
Año:2023
Técnica: Técnica artesanal y digital. Cocinados de bioplásticos, impresión 3d, modelaje sobre maniquí
Materiales: Resina colofonia, cera natural, impresión 3d
Dimensiones: 32x 30x 80 cm
Ungüentos: Restos, rotos y remedios
Nombre: Ungüentos 9
Año:2023
Técnica: Técnica artesanal. Drapeado, cocinados de bioplástico, modelaje sobre maniquí
Materiales: Tejido de tul, bioplástico
Dimensiones: 90 x 10 x 110 cm
Ungüentos: Restos, rotos y remedios
Nombre: Ungüentos 1
Año:2023
Técnica: Técnica artesanal. Cocinados de bioplástico, costura a mano, modelaje sobre maniquí
Materiales: Bioplásticos base agar, gelatina, carragenato, fécula de patata, fécula de maíz, flores secas trituradas.
Dimensiones: 30 x 10 x 165 cm
Ungüentos: Restos, rotos y remedios
Nombre: Ungüentos 3.
Año:2023
Técnica: Técnica artesanal. Cocinado de bioplásticos, modelaje con calor sobre busto.
Materiales: Bioplásticos base agar, gelatina, carragenato, fécula de patata, fécula de maíz, sal Amón, líquido de habas. Bioresina
Ungüentos: Restos, rotos y remedios
Nombre: Ungüentos 7.
Año:2023
Técnica: Técnica artesanal. Cocinado de bioplásticos, modelaje sobre maniquí, costura a mano.
Materiales: Bioplásticos base agar, gelatina, carragenato, fécula de patata, fécula de maíz. Restos
materiales cebada, resina, habas, lentejas, altramuces,cera…etc. Tejido de tul
Dimensiones: 30 x 9 x 158 cm
Ungüentos es una invitación a pensar en la complejidad ecológica de nuestras prendas de vestir a partir de una triple propuesta: una colección de vestimentas, un laboratorio material y una performance ritual. Sus vestidos, más que simples prendas son segundas pieles, envolventes sensibles que nos cubren, como un ungüento próximo y cuidado. Gracias a ellas podemos re-imaginar nuestro horizonte estético más allá de canon antropocéntrico de la modernidad.
El proyecto toma como inspiración los poemas clásicos de Ovidio ‘Cosméticos para el rostro femenino’, donde el autor compendia un recetario antiguo para el cuidado y embellecimiento de la piel. Los elementos naturales que componen esos ungüentos (pétalos, altramuces, narcisos…) sirven para la experimentación biomaterial en un laboratorio que da fisicidad a los poemas.
Finalmente, una performance activa las pieles que las vestimentas cubren y hace visible el espacio que Ovidio ignora: el tocador oculto del cuidado ritual. En ese lugar invisibilizado las bailarinas se visten y desvisten y cambian de piel en una danza ritual que requiere de unos gestos otros que, como las vestimentas, están hechos de cuerpo y materia vibrante.
Ungüentos es, en definitiva, una relectura de Ovidio a través de un ejercicio de recreación material. Un proyecto que se detiene en lo que se desprecia: los rotos y los restos que surgen de los procesos creativos, pero que al apreciarlos nos enseñan la posibilidad de remediar los males que atribulan a una ecología dañada.
.SOBRE RAQUEL BUJ
Su trabajo se sitúa en la intersección entre arte y modal. Una práctica dedicada a la experimentación especulativa con materiales a partir de los cuales diseñar vestimentas inspiradas en la idea de envolvente o segunda piel. Su estudio constituye un laboratorio donde se hibridan la artesanía tradicional, biofabricación y producción digital. Un espacio para la especulación material y el diseño ecológico, cuya actividad evidencia que los materiales que nos rodean son algo más que objetos inertes: cada uno de ellos está cargado de una potencia vibrante que nos invita a explorar ecologías posibles.
Combina su práctica profesional en Buj Studio con su actividad docente en la Universidad Rey Juan Carlos de Madrid y el IED (Istituto Europeo di Design). Su trabajo ha sido reconocido por instituciones de moda (premio Samsung Ego Innovation Project 2017 MBFWM), la Bienal Iberoamericana de Diseño (mención a Investigación y Diseño 2019) y ha sido expuesto en centros de arte (Casa Encendida 2020, Can U sustainable exhibition en Shanghai 2022). Destacan sus colecciones Wall Dres 2017, Growing Landscapes 2018, NIDOS 2021, y el Carnaval de las Especies Compañeras Matadero Madrid 2022.
IG: buj.studio
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28 giugno 2023
Titolo: 5 disegni solari: i cavalli di spinaci
Anno: 2023
Tecnica: antotipia
Supporto: carta e tela
Dimensioni: 24 x 32
Descrizione dell’opera: Collezione di disegni realizzati a partire dai cavalli dei monumenti a Vittorio Emanuele II, Giuseppe e Anita Garibaldi.
Titolo: Più con il farro che con il ferro
Anno: 2023
Tecnica: mista
Supporto: carta
Dimensioni: 12 x 22
Descrizione dell’opera: Cronologia e studio della posizione dei cavalli sui monumenti equestri nella città di Roma: Marco Aurelio, Vittorio Emmanuelle II, Giuseppe e Anita Garibaldi, Monumento al Carabiniere. Manuelle II, Giuseppe e Anita Garibaldi, Monumento al Carabiniere. Sono disegni-gioco in cui il farro può nascondere parte del ferro dei cavalli.
Titolo: Autoedizione-Monumento
Anno: 2023
Dimensioni: 3 fogli pieghevoli 50 x 70
Breve descrizione: Trittico che presenta esperienze condivise attraverso una serie di ricette legate a tre monumenti equestri della città di Roma, alla ricerca di un’epica più vicina al cibo e alla vita quotidiana.
Lingua: Castigliano e Italiano
Titolo: Documentazione dei laboratori e processi del disegno solare
Anno: 2023
Breve descrizione: Documentazione fotografica del processo di antotipia e dei laboratori tenuti al Palazzo delle Esposizioni e alla scuola estiva del Forte Prenestino.
Il progetto si basa sull’interesse a velare la monumentalità dello spazio pubblico di Roma e ad esplorare le questioni relative alla territorializzazione della memoria.
Partendo da un evento singolare (una serie di brindisi avvenuti all’interno del cavallo del Monumento a Vittorio Emanuele II durante la sua costruzione), si propongono una serie di incontri per re-immaginare e stabilire legami tra i diversi monumenti equestri della città e il cibo come spazio di produzione della memoria sociale. L’obiettivo è generare esperienze per parlare di memoria anche a partire dallo stomaco.
Un punch che pulisce i palati, polenta fritta e dei biscotti all’uva sultanina costituiscono un ricettario esperienziale che apre conversazioni sul Risorgimento italiano. Queste esperienze sono raccolte in un’opera grafica sotto forma di trittico che ci invita a percorrere, ricordare e riparare.
Il progetto comprende una collezione di disegni solari o antotipie[1] , realizzati con inchiostro vegetale. Sono immagini temporanee che esplorano l’estetica della scomparsa e parlano della fragilità della memoria. Disegni che presentano cavalli che sono monumenti e fanno parte del paesaggio della città, cavalli a inchiostro di spinaci che saltano dai loro cavalletti ed esplorano la performatività del disegno. Il progetto si completa con una serie di laboratori di disegno e stampa solare presso istituzioni e spazi autogestiti della città, dove vengono esplorati immaginari più condivisi.
[1] Il termine antotipia deriva dal greco anthos, fiore, e tipo, impressione o marchio. È una tecnica di stampa a contatto che sfrutta la fotosensibilità di alcuni fiori, ortaggi e frutti.
É artista, docente e ricercatrice.
Sviluppa progetti in cui il disegno è legato al territorio, alla memoria e alla comunità. Disegna dal vivo e nel contesto. Ha coniato il termine relatograma per definire un modo specifico di fare narrazione grafica. Ha disegnato in contesti di sperimentazione sociale, memoria di quartiere e comunità pastorali. Ha partecipato a spazi sensibili alle pratiche collaborative e di apprendimento come, tra gli altri, la Red de Arquitecturas Colectivas, il MediaLab Prado, il CCCBLab o il Museo Vostell Malpartida. È stata insegnante e coordinatrice del dipartimento di arte presso il BAU – Centro Universitario de Artes y Diseño di Barcellona, artista in residenza presso La Escocesa e Hangar.org. La sua tesi di dottorato è una riflessione critica sulla sua pratica di disegno e attraverso la quale si avvicina all’etnografia. Ha disegnato per il libro di Marina Monsonís La cocina situada (Gustavo Gili, 2021). È membro del gruppo Investigación, Arte y Universidad: Documentos para un debate della Facultad de Bellas Artes, UCM.
@carlaboserman
www.carlaboserman.net
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28 giugno 2023
Da sinistra a destra:
Senza titolo 2023. Acrilico su tela 40 x 30 cm
Senza titolo 2023. Metacrilato, tela, pittura su muro. Dimensioni variabili
Senza titolo 2023. Acrilico su tela 200 x 130 cm
Senza titolo 2023. Acrilico su carta 140 x 100 cm
Senza titolo 2023. Acrilico su carta 100 x 70 cm
Nella mia arte lavoro con il colore e la forma, pensando alla pittura come all’immagine mentale che si costruisce a partire da ciò che è visibile, un insieme di pezzi, l’ambiente circostante, il pavimento, le pareti… Mi interessa l’atmosfera emanata da un insieme di parti, e come queste influiscono sulle persone e sullo spazio.
Il progetto nasce dall’interesse a conoscere dal vivo gli murales antichi di Roma perché vi trovo un punto in comune con il mio lavoro: un modo di intendere la pittura come tutto ciò che circonda lo spazio.
Elvira Amor (Madrid, 1982) si è laureata in Belle Arti presso l’Università di Castilla-La Mancha). Ha vissuto e studiato a Madrid, Cuenca, Buenos Aires, Puebla (Messico), Bruxelles (Belgio) e Yogyakarta (Indonesia), realizzando mostre e sviluppando svariati progetti.
Le ultime mostre individuali che ha realizzato sono: Rosa llano, verde oblicuo (CAB Centro de Arte de Burgos 2022); Sendas Selvas (Galería Moisés Pérez de Albéniz, Madrid 2021), Formas de oír (Alimentación 30, Madrid 2020), o Salmón ladrillo coral (García Galería, Madrid, 2018).
Ha preso parte, fra le altre, alle seguenti mostre collettive: La distancia entre A y B curata da Bea Espejo (Museo de Arte Contemporáneo de Madrid 2022); Artistas en producción curata da Cristina Vives (Estudio 50, La Habana, Cuba 2022); El arte no es democracia (Nave Oporto, Madrid 2021); Pintura Renovación Permanente curata da Mariano Navarro (Museo Patio Herreriano, Valladolid 2021); Una historia del arte reciente, Colección DKV- Museo de Arte Abstracto, Cuenca 2021); Modern Love Vol.1 (Quinto Piso, Ciudad de México 2017); Luminancia Sobrenatural Dominante (Galería El Mirador, Buenos Aires, 2014); o Alga todo y espumas (CCEBA-AECID, Buenos Aires 2013).
Ha creato il programma JAI (Tabakalera 2022), o residenze como Bilbao Arte 2021, Villavergerie Huesca, 2020 o Mundo Dios 2012, Mar del Plata (Argentina).
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28 giugno 2023
SCHEDA DATI
ACARICIA Y GOLPEA (UNA DE NOSOTRAS) – ACCAREZZA E COLPISCE (UNA DI NOI)
2023
resina, vernice per carrozzeria, supporti in ferro
30 x 30 x 300 cm
PRIMER BESO CON LENGUA – PRIMO BACIO CON LA LINGUA
2022
gesso
60 x 30 x 40 cm
LA BESTIA
2022
gesso
60 x 60 x 60 cm
ANCESTRAL ECHOES – ECHI ANCESTRALI
2023
Schizzo a partire dall’opera “Braintree” (2008)
(Oku-Noto Triennale 2023, Suzu, Giappone)
Gesso, otto disegni, unità di 15 x 15 x 30 cm cad.
ANCESTRAL ECHOES – ECHI ANCESTRALI
2023
(Oku-Noto Triennale 2023, Suzu, Giappone)
bronzo
40 x 40 x 30 cm
ACARICIA Y GOLPEA – ACCAREZZA E COLPISCE
2023
150 x 100 cm
poster con informazioni sul vinile a cura di
Ana Laura Aláez (testi e voce) in collaborazione con Ascii.disko (composizione musicale).
Registrato presso la Real Academia de España en Roma Lato A (brano “Acaricia y Golpea” + “Roma 1″) / Lato B (brano “Error” + “Roma 2″) Quattro brani basati su testi di Aláez riguardo i suoi processi artistici a Roma.
ACARIA Y GOLPEA – ACCAREZZA E COLPISCE
2023
video
00:07:65
Progetto artistico che lavora contemporaneamente nelle quattro modalità che il titolo stesso cita: testuale (scrivere un saggio), d’azione (filmare una performance), sonora (comporre musica elettronica) e oggettuale (lavorare sulla scultura). Il mio obiettivo è stato quello di provocare una confluenza partendo da un metodo non specifico -il quale è cambiato nel corso della ricerca- e con la disciplina scultorea come luogo di verifica.
Il soggiorno a Roma mi ha permesso di mettere quotidianamente a confronto opere chiave che, finora, avevo visto solo da lontano, sui libri. L’esperienza in Accademia è una somma di questa eco esperienziale. Mi riferisco a quel disagio e a quel sollievo che si manifestano contemporaneamente quando il corpo è posto di fronte a un’opera che riesce a suscitare in noi degli interrogativi. Ed è proprio quella sensazione che colpisce direttamente lo stomaco che cerco di trasferire nel mio lavoro.
El vinilo è l’opera che culmina questo progetto-ponte tra varie discipline. L’ho realizzato in collaborazione con il musicista Ascii.disko. I testi delle quattro tracce riflettono i miei processi artistici a Roma. Il brano principale Acaricia y golpea funge da base per il video omonimo ed è eseguito da diversi colleghi. Questa collaborazione si intreccia con lavori precedenti, nei quali utilizzo il contesto vitale come materiale scultoreo.
Vincitrice nel 2013 del premio del governo basco Gure Artea, come riconoscimento della sua carriera artistica e del suo contributo all’arte contemporanea. Accanto al lavoro plastico, Aláez sviluppa attività come la progettazione di spazi, la scrittura e la composizione musicale (a partire dal 2000 e in concomitanza con il suo progetto Dance & Disco all’Espacio 1 del Reina Sofía, quando ha iniziato a collaborare con altri creatori di musica elettronica). Vanta di una vasta attività di conferenze e workshop.
Biennali internazionali
Oku-Noto Triennale, Suzu, Japón (2023); 4ª Biennale di Busan, Korea (2004); 49ª Biennale di Venezia, Padiglione Spagna (2001); 1ª Biennale di Buenos Aires (2001); 2ª Biennale di Busan, Korea, (2000); 48ª Biennale di Venezia, Apertutto (1999); 5ª Biennale di Istanbul (1997).
Esposizioni
“Cranach-Aláez. Cara a cara”, Museo de Bellas Artes, Bilbao (2023), “Todos los conciertos, todas las noches, todo vacío”, Azkuna Zentroa, Bilbao y CA2M, Madrid (2019-2021); “Pabellón de escultura”, Musac, León (2008); “Bridge of Light”/ Towada Art Center, Towada City, Giappone (2008);“Unknowns. Mapping Contemporary Basque Art”, Guggenheim, Bilbao (2007); “Arquitectura de Sonido”, Museo Banco de la República, Bogotá (2006); “Hell Disco”, Taidemuseo Tennispalatsi, Helsinki e Centro Cultural de España, México (2006); “Kiss the Frog. The Art of Transformation”, The National Museum of Art, Architecture and Design, Oslo (2005); “Beauty Cabinet Prototype”, Palais de Tokyo, Paris( 2003).