PROGRAMA “ARMARIOS ABIERTOS”

Armarios Abiertos. Diversidad sexual en la cultura iberoamericana fue un encuentro digital organizado por la Red de CCE de la Cooperación Española con el que nos sumamos a las actividades en torno al Día Internacional del Orgullo LGBTQI. Con la colaboración de CortoEspaña, Centro Cultural Niemeyer, Premio Sebastiane y la Academia de España en RomaArmarios  Abiertos ofreció, durante cinco días (29 de junio al 3 de julio), una programación en línea de conversatorios sobre la presencia y representación del colectivo LGBGTQI+ en las producciones y manifestaciones culturales iberoamericanas. En algunas mesas también se contó con agentes de Guinea Ecuatorial, único país africano donde la Red de CCE está presente. Read more

PROCESSI 147

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MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI RESIDENTI
STAGIONE 2019/2020
25 GIUGNO 2020 – 31 DICEMBRE 2020

prenotazioni@accademiaspagna.org oppure al n. 06.581.28.06


ELENCO RESIDENTI STAGIONE 2019/2020

Ais, Jose Ramón – Fotografia ‎

Berrocal, Carla – Fumetto

Buchannan, Antonio – Stilista

Bustelo, Ana – Fumetto

Cera, Joana – Scultura

Cubero, Jorge – Grafica

Guzmán, Federico – Pittura

Inglada, Susanna – Incisione

Lasunción, Montserrat – Conservazione e restauro dei Beni culturali

Leo, Jana – Fotografia e video

Marzo, Jorge Luis – Iconografia e intelligenza artificiale

Ortega, Irene-Clémentine– Stilista

Pividal, Javier – Arti Plastiche

Radigales, Enrique – Arte e Nuove Tecnologie

Ramas, Pantxo – Mediazione critica

Serra, Adolfo – Illustrazione

Soto, Begoña – Cinema

Sotolongo, Claudio – Grafica

Soutullo, Eduardo – Musica e composizione

Verdugo, Javier – Conservazione e restauro dei Beni culturali

Vilas, Manuel – Letteratura

Zamora, Ana – Teatro

 

Si rinnova il consueto appuntamento del mese di giugno con la mostra dei borsisti della Real Academia de España en Roma che prosegue la stagione espositiva, mai interrotta anche durante il lungo periodo di lockdown che li ha visti presentare i loro lavori sui social con il progetto Finestre Aperte, con l’inaugurazione di Processi 147, mostra finale dei borsisti 2019/2020 che si aprirà giovedì 25 giugno.

Gli artisti e ricercatori residenti, 22 in tutto, spagnoli, latinoamericani e italiani, sono i vincitori dell’annuale concorso indetto dal Ministero degli Affari Esteri spagnolo e sono stati chiamati a realizzare un progetto dedicato all’Italia ed in particolare alla città che li ospita. Roma rimane sempre al centro della loro ricerca artistica, che quest’anno spazia dall’archeologia alla musica, dalla fotografia al cinema, dalla letteratura alla moda, dall’arte figurativa alle performance, mettendo in mostra tutta la loro creatività.

La Real Academia de España di Roma, 147 anni dopo la sua istituzione, continua a rinnovarsi come centro di produzione artistica e di conoscenza. Dal 1873, anno della sua nascita, sono stati 988 i borsisti che hanno vissuto a Roma, dando vita durante il loro soggiorno nella città ad importanti progetti e consolidando sempre più il ruolo dell’Accademia come centro di cultura spagnola all’estero.

 

Prenotazioni obbligatoria i fine settimana e per i gruppi tutti i giorni

Infoline: +39 06 5812806 – prenotazioni@accademiaspagna.org

Javier Verdugo – Finestre Aperte

Archeologia e poterE

Il lavoro di ricerca: Archeologia e potere. La tutela e la conservazione del patrimonio archeologico di Roma dall’Unità d’Italia al dopoguerra (1870-1945) è la continuazione di un studio precedente: IMMENSA AETERNITAS. L’interesse per il passato e la formazione del sapere archeologico dall’Antichità all’Età Moderna, con particolare attenzione a Roma e allo Stato Pontificio. Nel suddetto lavoro abbiamo studiato l’evoluzione della tutela del patrimonio di Roma dal 1162 al 1870 e gli interventi sia dell’autorità pontificia che dell’amministrazione francese seguita all’occupazione di Roma da parte di Napoleone la cui idea centrale sarà quella di Roma come seconda capitale dell’Impero dopo Parigi, con il figlio di Napoleone come re di Roma.

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Manuela Vilas – Finestre Aperte

Traduzione video:
Ciao, sono Manuel Vilas e voglio leggervi un poema dedicato alla città di Roma dove ho vissuto fino a pochi giorni fa.

ROMA
Con l’epidemia che governa l’Italia Roma si è svuotata dei turisti.
Sei rimasta senza nessuno, Roma.
Passeggio per Campo dei Fiori, per Piazza della Quercia, per via Pettinari, e non ci sono uomini, né donne, né gatti, tutti sono andati via.
Ti sto vedendo come ti videro gli antichi. Come fosti nel mille e trecento. Come se ritornasse il Medioevo. Come ti vide Stendhal, come ti video i viaggiatori del diciannovesimo secolo.
Adesso sei sola come me. Cos’altro potresti volere, Roma.
Mai e poi mai sarai sola, sola come me. Questo potere è solo mio. Tuoi l’arte, Dio, gli angeli, la bellezza, la spada, il mistero della storia.
Mia la solitudine suprema.

UN APPUNTO ROMANO

Il mio progetto letterario dell’Academia de España en Roma si sta rivelando molto fruttuoso. Ci sono state alcune circostanze interessanti; la più rilevante è il modo in cui il mio progetto originario si sia trasformato nel dialogo costante che mantengo con la città di Roma. Ciò che in effetti devo constatare è che il mio progetto originario ha subito uno spostamento di genere letterario. Inizialmente, l’impostazione era di carattere narrativo, e aveva come obiettivo la scrittura di un romanzo. Si è imposta, inaspettatamente, la poesia.

Il mio modo di lavorare consiste nel percorrere la città di Roma (c’è anche un capitolo dedicato a Firenze), camminare per le sue vie, visitare i suoi musei, i suoi centri di gravità, e poi trasformare tutte queste esperienze in letteratura. Il mio piano è consistito e consiste nell’uscire tutti i giorni alla ricerca dell’essenza della città. Cammino tra le tre e le quattro ore al giorno, e ho costruito diversi itinerari. Il mio progetto si basa anche sulla conoscenza della vita comune e quotidiana di Roma, la vita della gente, la vita nei bar, i negozi, la strada, il trasporto pubblico, etc.

Il mio proposito è stato quello di conoscere la città, impararla, come se fosse l’apprendimento di una lingua. La mia sfida principale è stata quella di dominare il suo urbanismo, le sue proporzioni e i suoi misteri. Ogni città ha misteri.

Anche vivere in un edificio come quello che ospita l’Academia de España en Roma ha avuto la sua versione letteraria nel mio lavoro. È un edificio molto particolare. Il suo significato storico è poroso.

Riporto una poesia a dimostrazione del mio lavoro.

 

BERNINI E BORROMINI
Oggi ho visto il combattimento

tra Bernini e Borromini,

che invece di volersi bene,

aiutarsi e rispettarsi,

si odiarono.

 

La chiesa di Bernini è luce e disperazione.

Quella di Borromini è serenità ed elegia.

Ed entrambe sono bellissime

ed entrambe sono figlie ben fondate

della bellezza che arde per tutti.

 

I due famosi architetti

fallirono nell’unica cosa che conta:

non seppero essere fratelli, amici,

colleghi, complici.

 

Borromini fu sventurato,

e Bernini fortunato.

 

Nell’ora della morte,

tanto menzionata nelle loro monumentali opere,

entrambi furono un unico corpo in abbattimento.

 

Se dovessi commissionare

la mia casa a uno dei due

la darei a Borromini,

ma non è più il tempo della giustizia,

non lo è mai stato nel mondo.

 

Mi piacerebbe sognare

che si volevano bene,

che celebravano insieme

l’odissea dell’arte,

che mangiavano e ridevano

nelle estati romane

e bevevano e sognavano

l’arrivo della luce sulle pietre

con la fratellanza

come unico dio tra gli uomini.

MANUEL VILAS

Biblioteche spagnole di Roma

Biblioteche spagnole di Roma- GIORNATA mondale DEL LIBRO

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Le istituzioni culturali spagnole in Italia quest’anno festeggiano la #Giornatamondialedellibro e del Diritto d’autore online.

Istituita dall’UNESCO nel 1995, la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore si festeggia in tutto il mondo ogni 23 aprile per commemorare il decesso nel 1616 di tre grandi figure della letteratura universale: lo spagnolo Miguel de Cervantes, il britannico William Shakespeare ed il peruviano Inca Garcilaso. Si tratta di una commemorazione specialmente popolare in Spagna in generale e di grande tradizione in Catalogna, contraddistinta dalla distribuzione di libri e di rose.

 

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Paesaggio Temporale di Estrella de Diego

Paesaggio temporale

Di Estrella de Diego

Filma un paesaggio con una doppia telecamera rotante e d’un tratto il luogo acquisisce lo strano aspetto di un paesaggio lunare. Invece no. È troppo tellurico per essere lunare, perché la montagnola si sfaccetta e i resti si accumulano; grandi e piccoli; bianchi e brillanti. Sul fondo, nuvole. Sono i marmi che si strappano alla montagna, pugni chiusi che poi diventano soffi e riflessi. La bellezza dello spettacolo è rara, a metà strada da Blade Runner e uno strano Piranesi plein air.

Il bel paesaggio è una scusa per parlare dello scorrere e degli strati del tempo, quell’ossessione che spesso guida le riflessioni di Clara Montoya; un gesto che usa come luogo delle visualità affinché crediamo di vedere ciò che stiamo vedendo, sebbene vedere abbia sempre un qualcosa dell’aver visto. In quest’opera filmata nella cooperativa di Canalgrande a Carrara, ha deciso di esplorare il paesaggio – 360 gradi durante il giorno e la notte – compattare il tempo: in un gioco perverso a ogni giro di schermo. Il tempo si contrae: 24 ore si riducono a 56 minuti. La terra, anche oggi, ruota attorno al sole.

Non è la prima volta che Montoya trasferisce l’infinito su scala umana, che pensa al tempo e allo spazio come parte di un processo di prossimità ineludibili. L’opera 1924-2124 misura la distanza che ogni anno la luna percorre allontanandosi dalla terra e per renderla visibile ogni inverno, propone di annettere un cilindro di 3,8 centimetri, che si aggiunge al percorso. E aggiunge il tempo. Quando della comunità non rimarrà più nessuno, ci saranno nuovi membri che proseguiranno il percorso di quei centimetri di alluminio e rame.

Per questo ha camminato tra le metamorfosi – marmo e rame, rame e alluminio – e ha corso tra Roma e dietro a Roma, la città che non si ferma mai, che trasuda tempo e ne sovverte lo scorrere. Arrivare a Roma – eterno paesaggio di un Piranesi plein air che sfocia nel foro, strati di storia e intertestualità di Blade Runner (perché no?). Roma è conformata da strani principi alchemici e Montoya ha trovato lì la casa che la sua memoria ha riconosciuto come propria.

È affascinata dai materiali e quindi è arrivata fino a Roma – fino a questo spazio che è soprattutto tempo – alla ricerca di qualcosa; indagando lo strano processo dell’alchimista che mi ricorda i quadri di Strindberg, quando l’affermato autore teatrale decide che scrivere non basta: bisogna frugare tra gli elementi. Lo scrive in Antibarbarus: “Piombo, mercurio e argento hanno un’incredibile somiglianza tra loro. (…) Chissà se il piombo liquido in un istante non si trasforma in mercurio? E se il piombo bollente potrebbe diventare, in provetta, argento?”

Nel Museo di Stoccolma si conserva la coppa di vetro che usava Strindberg nel decennio del 1890 per la fabbricazione dell’oro, “dipinta” all’interno dai resti di acidi e metalli. Roma è per Montoya la coppa alchemica che lo scorrere del tempo va disegnando in un’opera infinita.

CREAZIONE ARTISTICA E COPYRIGHT

CREAZIONE ARTISTICA E COPYRIGHT

MARTA GARCÍA LEÓN Giovedì 13 febbraio alle ore 10:00 e 16:00

Real Academia de España en Roma

Su invito

Senza alcun dubbio, il copyright protegge i creatori e le loro opere. Opere che possono essere di numerose tipologie differenti: letterarie, scientifiche, musicali, plastiche, teatrali, audiovisive, architettoniche… In un mondo sempre più globalizzato e interdipendente, gli artisti spesso vedono le loro creazioni utilizzate illecitamente, soprattutto attraverso Internet. Ma oggi più che mai c’è anche la possibilità di dialogare e interagire con le creazioni di altri autori, arricchendo le loro proprie e, nel complesso, l’esperienza che vive il pubblico.

Per queste ragioni, è importante che gli artisti conoscano i meccanismi essenziali del funzionamento del diritto d’autore a livello internazionale. Da un lato, per sapere fino a che punto i diritti siano garanti delle loro creazioni. Dall’altro, per comprendere da che punto iniziano i diritti sulle creazioni altrui…

Questo seminario ha l’obiettivo di avvicinare i creatori borsisti dell’Accademia di Spagna a Roma ai principi fondamentali della protezione offerta dal diritto d’autore in generale, sia patrimoniale che morale. E, nello specifico, alle caratteristiche peculiari delle varie discipline artistiche praticate dai borsisti dell’Accademia, nonché alle varie limitazioni ed eccezioni al sistema di protezione che consentono l’utilizzo di creazioni altrui. Tutto ciò sarà diviso in due blocchi distinti: uno generale, per tutti i borsisti, e diversi specifici, organizzati in base alle discipline artistiche o scientifiche da loro praticate. Una sezione specifica sarà quindi dedicata al fumetto, così come alla fotografia, alle arti plastiche, alla letteratura, alla museologia, al design o al cinema.

L’approccio del seminario è interattivo, in modo tale che gli artisti possano (i) partecipare ai diversi blocchi a seconda del loro interesse, e (ii) sollevare tutti i dubbi che possono sorgere sulle questioni discusse durante le conferenze (ma anche su altre tematiche, sempre relative al copyright).

Marta García León esercita la professione forense a Madrid dal 1999 e attualmente collabora con diversi studi legali, tra cui WHITAN LAW TECH, S.L. (www.whitan.com). È stata partner di un importante studio legale dove ha diretto il dipartimento di proprietà intellettuale. Ha lavorato per anni a Los Angeles presso l’MPA, un ente che rappresenta gli studi cinematografici americani, e per diversi anni ha fornito consulenza a case di produzione, editori e artisti audiovisivi e musicali, oltre a partecipare a varie produzioni e spettacoli teatrali, audiovisivi e musicali. Nel 2009 è stata nominata membro del gabinetto del Ministro della Cultura, dove ha svolto attività di consulenza in materia di proprietà intellettuale, audiovisivi e industria cinematografica e culturale. Attualmente, oltre ad essere avvocato, collabora con l’OMPI (Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale, parte dell’ONU) come esperta di proprietà intellettuale, tiene corsi sul diritto d’autore internazionale in vari paesi e partecipa alla preparazione di relazioni e studi sulla materia.

È specializzata in diritto civile, proprietà intellettuale e industriale e Internet, e in diritto della concorrenza.

Rappresenta in Spagna clienti nazionali e internazionali di vari settori, principalmente legati all’industria culturale, dell’intrattenimento, dell’audiovisivo, della musica, dell’editoria, dei media e della gestione collettiva.

È laureata in Giurisprudenza presso l’Universidad Complutense de Madrid (www.ucm.edu), e ha una laurea in Diritto d’Autore presso il Franklin Pierce Law Center.

È docente presso l’Universidad San Pablo CEU (http://www.uspceu.com) dove insegna Proprietà Intellettuale nel Master di Access to Law. Insegna anche in diverse università spagnole e straniere e in Master in materie legate alle sue aree di specializzazione.

IL CAMMINO SI FA CAMMINANDO

IL CAMMINO SI FA CAMMINANDO
Itinerari per la Roma degli esuli spagnoli

➖Elena Trapanese➖

L’esilio repubblicano spagnolo è stato uno dei più importanti del XX secolo. Risaputo è che molti spagnoli si rifugiarono in America. Alcuni di loro decisero di rimanervi; altri, dopo la fine della seconda guerra mondiale e la sconfitta dei totalitarismi italiano e tedesco, decisero di tornare in Europa, stabilendosi prevalentemente in Francia e in Italia.
Roma fu la città italiana che ricevette il maggior numero di esuli spagnoli, che si inserirono in un clima di fervente interesse per la
Spagna e la sua cultura. Durante la loro permanenza, Roma fu per loro una città creata e ricreata attraverso il ricordo, la nostalgia, la dissidenza, la speranza e lo sguardo rivolto all’ignoto.

⭕ Venerdì 14 febbraio alle ore 18:00 presso Academia de España presentazione del libro

⭕ Sabato 15 febbraio itinerario alle ore 11.00 con partenza da piazza Giuseppe Gioacchino Belli. Durata 2 ore.
Prenotazione obbligatoria a: info@accademiaspagna.org

Regina José Galindo Lavarse las manos

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Un progetto della Real Academia de España en Roma e del CCE Guatemala
A cura di Federica La Paglia

Performance 10 dicembre ore 18:30
Inaugurazione mostra 13 dicembre Ore 18:30

Lavarse las manos è il primo lavoro del progetto “cuestiones de estado” di Regina José Galindo che propone il tema della migrazione attraverso le testimonianze dei protagonisti. Si tratta di un lavoro relazionale condotto con donne rifugiate in Italia da cui nascono una performance e una mostra, in cui la migrazione viene affrontata mediante la prospettiva di genere. L’opera agisce per modificare la visione eurocentrica dell’altro, coinvolgendo il pubblico in un gesto di responsabilizzazione.

Ingresso libero

LAPIS SPECULARIS

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23 gesso cristalino di grande trasparenza che può sfaldarsi in sottili fogli di ampia superficie, è stato una grande rivoluzione nella vita quotidiana dei Romani. Fino al suo arrivo, le finestre delle residenze e degli edifici pubblici si coprivano con legni o tende che oscuravano le stanze e appena le isolavano termicamente. La pietra speculare, incastrata in cornici di legno o metallo, illuminava i triclinia e i cubicula e, su panelli mobili o scorrevoli, era utilizzato per unire o separare stanze e per chiudere i peristilia in inverno, così come conservare efficacemente la temperatura nelle terme. Proteggeva inoltre le finestrelle delle lettighe e veniva usato in piccole serre o negli alveari. Partecipava anche alla vita simbolica, come elemento suntuario o magico, in rituali tanto benigni come maligni. Le miniere di lapis specularis in Hispania, ubicate intorno a Segobrica e ad Almeria (Arboledas), hanno fornito il minerale più puro che si esportava alle grandi urbi romane. È stata una materia prima molto apprezzata – le miniere cominciarono ad essere sfruttate dal principato di Augusto e, con maggiore intensità, nell’Alto Impero (I e II secolo d. C.), ma da quando queste furonno abbandonate, il suo utilizzo fu dimenticato nei secoli successivi. Recentemente gli archeologi hanno investigato sui modi di estrazione e gli usi del lapis e hanno allestito alcune miniere per essere visitate. L’artista spagnolo Miguel Ángel Blanco (Madrid, 1958), per la prima volta, si è servito di questo gesso selenitico come materiale creativo con un duplice obiettivo: esplorare le sue qualità plastiche, poetiche e splendide e rinnovare la Storia Antica.

L’artista fonde da tempo Arte e Natura in un particolare progetto: la Biblioteca del Bosco. Nell’attualità questa biblioteca è composta da 1191 libri-scatola che contengono tutti i regni naturali e innumerevoli esperienze rielaborate in pagine con disegni, fotografie o segni racchiusi in scatole dove i materiali provenienti da svariati paesaggi, incontrano un nuovo ordine. Presentare in Italia, con il supporto dell’Instituto Cervantes, 24 libri-scatole insieme ad una serie di dischi e di scrigni (composizioni in scatole di ferro) realizzati in lapis specularis, significa rievocare la traslazione dalla Hispania al cuore dell’Impero, ricreando non tanto le sue finalità pratiche quanto le sue funzioni rituali attraverso un approccio più visionario che archeologico. Dal lapis è stato attrato per la sua “chiaroveggenza”, gli aspetti relazionati con la visione attraverso il cristallo, la sua aura mistica. In questi libri-scatola ha messo in gioco la trasparenza, le capacità riflettenti, la geometría delle composizioni minerali, non solo del lapis ma di tutti i tipi di gesso cristallizzato come la selenita e lo spato isalndese, ognuna con le loro caratteristiche e leggende. Sono tutte veicoli per viaggiare alla Luna e al Centro della Terra oppure per attraversare i mari nebbiosi; doni che affondano nelle acque, strumenti di comunicazione con i defunti e gli dei dell’oltretomba. Cristalli che immaginano orografie e con i quali si edificano templi diafani. In torno al lapis specularis, organico e inorganico, interattuano magicamente. A Roma, partecipa nel progetto la Real Academia de España che offre le sue sale e che ha permesso all’artista l’opportunità di stabilire un dialogo con la sua collezione di archeologia romana e di intervenire nel Tempietto del Bramante: un bagliore selenitico invade lo spazio dalla cripta, sottolineando il suo carattere sacro e ctonico, che si condensa simbolicamente in un disco sull’altare. Nel luogo del sacrificio di Pietro, la pietra luminosa apre finestre alla trascendenza.