PERCORRER O TEMPO – mostra

PERCORRER O TEMPO – VISIÓNS CONTEMPORÁNEAS DO CAMIÑO
Una visione plurale e contemporanea del Cammino di Santiago attraverso gli occhi di dieci artisti che utilizzano la fotografia e il video come mezzo di espressione.

⁣⁣Dal 6 giugno al 21 agosto 2022

L’esposizione audiovisiva Percorrer o Tempo è un progetto di Xacobeo 2021-2022, Xunta de Galicia con il patrocinio di Fundación La Caixa, in cui i riferimenti al Cammino di Santiago sono molto diversi. Nelle opere che la compongono, tutte create appositamente per questa
mostra, il tempo è a tratti flessibile e parabolico, da prospettive storiche fino a decostruzioni moderne. L’atto del camminare si offre in una concezione ampia che
abbraccia immagini del percorso e del territorio fino a una visione attualizzata del pellegrinaggio.

La mostra, curata da Nicolás Combarro, raccoglie lo sguardo di artisti provenienti da dentro e fuori la Galizia. Ai galiziani Carla Andrade, Luis Díaz Díaz, Iván Nespereira, Bandia Ribeira e Lúa
Ribeira, si uniscono insigni artisti nazionali e internazionali. Servendosi dei diversi cammini e dei collegamenti con altri cammini storici, Olivia Arthur rappresenta il
Cammino Inglese; il Cammino Portoghese è documentato da André Cepeda; il Cammino Francese, con Michel Le Belhomme; il Cammino della Lana, con Cristina de Middel; e Miguel Ángel Tornero ci presenta la sua visione della Via della Plata.

Un gruppo di artisti tra cui figurano un Premio Nazionale di fotografia (Cristina de Middel), che fa parte del’agenzia Magnum, proprio come Lúa Riberia e Olivia Arthur (attuale presidentessa dell’agenzia), o artisti di fama internazionale, come Carla Andrade, Miguel Ángel Tornero o André Cepeda. La mostra nasce come un’iniziativa itinerante che ha percorso le province di A Coruña,
Lugo, Ourense, Vigo, Santiago di Compostela tra l’ottobre del 2021 e il luglio del 2022.

MOSTRE ONLINE

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REACTIVANDO VIDEOGRAFÍAS | LA GRAN CONSPIRACIÓN

RIATTIVANDO VIDEOGRAFIE

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www.reactivandovideografias.com

Riattivando Videografie mette insieme in una mostra virtuale una selezione di opere audiovisuali di più di 70 artisti procedenti di Argentina, Bolivia, Cile, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Guinea Equatoriale, Honduras, Italia, Messico, Nicaragua, Panamá, Paraguay, Peru, Repubblica Dominicana, Spagna e Uruguay. Il progetto verrà arricchito con una serie di tavole rotonde e residenze presso la Real Academia di Spagna a Roma distribuite lungo la durata del progetto.

L’inaugurazione, sempre virtuale, è stata fatta online il 26 dicembre attraverso il nostro canale facebook (ancora disponibile qui), con diversi partecipanti relazionati con il il progetto.

La mostra, curata dalla artista e dottoressa in Arte e Ricerca Estíbaliz Sádaba Murguía, raccoglie una cartografia estesa e abitata da una enorme pluralità di voci dalla quale emerge la diversità di modi di lavoro e formati, il tutto con l’obiettivo di offrire una profonda riflessione attorno un’unica caratteristica omogenea: la videoarte. Ancora una volta, la tecnologia si trasforma in un potente alleato, affrontando la sfida e concependo un’esposizione in tempi di difficile presenzialità.

La piattaforma web è stata disegnata per poter accedere in maniera intuitiva e diretta a tutte le opere, che vanno accompagnate da una sinossi e la biografia dell’artista, e i testi curatoriali.

LA GRAN CONSPIRACIÓN

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www.lagranconspiracion.com

La Grande Cospirazione è una mostra virtuale che riunisce opere create appositamente nello spazio virtuale dagli artisti e dalle artiste Agnès Pe, Clara Montoya, Francesc Ruiz, Marc Vives e Paco Chanivet. Queste nuove creazioni nascono dall’invito dei curatori della mostra -Manuela Pedrón Nicolau e Jaime González Cela- a ripensare le condizioni del contatto a distanza e le forme di conoscenza attuali, tenendo particolarmente conto delle logiche della telecomunicazione. Le cinque opere che qui si presentano sono state create nel 2020 per essere fruite attraverso un dispositivo digitale, da un qualsiasi luogo con una connessione a Internet. Partendo da approcci e strategie diverse, questa mostra permette di rendere visibile e di sperimentare i meccanismi occulti della Rete che nella sua saturazione e dematerializzazione diventano invisibili. Fa parte del Programa Ventana di contenuti digitali promosso dall’Agencia Española de Cooperación Internacional para el Desarrollo (AECID).

 

Trame della memoria – mostra e ciclo di conferenze

Dal 3 marzo al 22 maggio 2022

Mostra a cura di Benedetta Tagliabue. Un progetto della Fundació Enric Miralles con il supporto della Dirección General de Agenda Urbana y Arquitectura del Ministerio de Transportes, Movilidad y Agenda Urbana, in collaborazione con l’Accademia di Spagna a Roma.

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CICLO DI CONFERENZE

10 maggio ore 10:30
Dipartimento di Architettura Università degli Studi Roma Tre. Via Aldo Manuzio, 68L  Ex Mattatoio, aula Adalberto Libera

Intervengono:
Maria Margarita Segarra Lagunes (Docente Dipartimento di Architettura Università degli Studi Roma Tre)
Benedetta Tagliabue, Direttrice dello studio EMBT e Presidente della Fondazione Enric Miralles

Sigue la conferencia online a través de este enlace

12 maggio 2022 ore 10.00
Aula Magna, Facoltà di Architettura, Piazza Fontanella Borghese, 9

Saluti: Orazio Carpenzano, Direttore della Scuola di Dottorato in Scienze dell’Architettura
Introduce: Federica Morgia, Docente Dottorato in Paesaggio e Ambiente, Sapienza Università di Roma
Lectio Magistralis: Benedetta Tagliabue, Direttrice dello studio EMBT e Presidente della Fondazione Enric Miralles

FABBRICARE NELL’EMERGENZA. IL MONDO MAKER E LA SFIDA DEL COVID-19

30Dal 6 al 27 febbraio.Poster informativi-01 (2)

 

Il programma di ricerca triennale Agire nell’Emergenza, ormai prossimo a compiere un anno di traiettoria, ha già prodotto una serie di interessanti analisi riguardanti in generale la capacità di azione del design (nel suo senso più ampio di progetto), delle arti visive e delle scienze sociali di fronte alla sfida del Covid-19.

All’interno di questo quadro d’insieme, la mostra “Fabbricare nell’emergenza”- concentrandosi sul lavoro di alcune/i makers provenienti da ambiti vicini alle unità di ricerca coinvolte nel programma, sia in Spagna che in Italia – si propone di gettar luce su alcuni dei modi in cui il mondo della fabbricazione digitale si è mobilitato, dalla primavera 2020 ad oggi, per far fronte all’emergenza pandemica.

Questo impegno naturalmente ha riguardato in primo luogo l’ambito biomedicale, con la produzione delle ormai note valvole per i respiratori artificiali delle unità di terapia intensiva, ma anche di mascherine e visiere per la protezione dal contagio di operatori sanitari e altre categorie particolarmente esposte al rischio. Pur nelle difficoltà di un quadro normativo che in molte occasioni finisce per limitare fortemente il loro campo di azione – si pensi ad esempio alla questione dei brevetti e alla compatibilità dei vari artefatti autoprodotti con gli standard di sicurezza vigenti a livello nazionale e sovranazionale – le/i makers sono spesso riuscite/i a intervenire con molta più rapidità ed efficacia rispetto a quanto abbiano fatto le filiere produttive dell’industria tradizionale, pesantemente inficiate dai diversi lockdown proprio per la loro dipendenza sistemica da complesse reti di approvvigionamento e distribuzione globale.

Il biomedicale, pur nella sua centralità, non è comunque stato l’unico ambito in cui le/i makers hanno offerto e continuano ad offrire contributi significativi riguardo all’attuale condizione pandemica: di grande interesse sono anche le sperimentazioni con oggetti e artefatti che, in diverso modo e misura, hanno cercato e cercano di fornire soluzioni – o semplicemente di porre interrogativi, in un’ottica speculativa – riguardanti le nuove condizioni e i nuovi rituali di una quotidianità che da ormai più un anno e mezzo ci appare inevitabilmente trasformata.

Da questa prospettiva, il Covid-19 costituisce un’occasione, una sorta di dispositivo ottico che permette – pur nella sua condizione immediata di “urgenza” – di avere una visione d’insieme su pratiche e metodologie la cui messa a punto implica temporalità decisamente più lunghe: pratiche non esenti da riformulazioni, redirezionamenti, controversie materiali e normative che lungi da qualsiasi visione soluzionista, manifestano l’irriducibile complessità di approcci al progetto che hanno il loro punto di forza proprio nella ricerca, nella sperimentazione e nella lenta “composizione” collettiva.

Qui puoi scaricare la scheda della sala espositiva sia in spagnolo che in italiano.