Adolfo Serra – Bomarzo

ADOLFO SERRA

EL PROYECTO

BOMARZO

“La fantasia è un posto dove ci piove dentro”. Este es el título de una de las más bellas “Lecciones americanas” de Italo Calvino, que comienza con un verso de Dante Alighieri en el Purgatorio “Poi piovve dentro a l’alta fantasia”. Si bien Dante afirmaba que su imaginación llovió del cielo o de Dios y traslada esa parte visual de su fantasía a un escrito, Calvino defendía que podemos expresar con nuestras palabras lo que imaginamos y esa imaginación nos lleva a ver, pero también a crear imágenes que surgen a partir de palabras.

La experiencia de leer imágenes implica desarrollar en la mente lugares, construir historias, generar una narración, dotar de movimiento a unos personajes. Pero también supone verbalizar esa imaginación, darle forma, poner palabras, es un acto de contar y compartir. Ya sea un lector adulto o un niño. ¿Qué viene antes? ¿La imagen o la palabra? ¿Somos capaces de superponer nuestras emociones, experiencias, ideas utilizando la ilustración como guía? Este proyecto busca respuestas a estas cuestiones, a partir de la creación de imágenes abiertas, junto con laboratorios de creación y con el Sacro Bosque de Bomarzo como punto de partida para investigar.

 

OPERE IN SALA | OBRAS EN SALA

MURO 1. BOMARZO [ita]

TACCUINO I. China e acquarelli su carta. Quaderno di bozzetti, Quaderno di bozzetti, processi e sperimentazione sul progetto Bomarzo.  

Il mio progetto durante questa residenza consiste nell’elaborare un libro senza parole ispirato al bosco di Bomarzo. Questo bosco pieno di sculture mitologiche e allegoriche fu creato nel 1550 da Pier Francesco Orsini nella località di Bomarzo, vicino a Viterbo, a 90 km circa da Roma.

Su questo primo muro situato sulla sinistra mostro l’idea tradizionale di un libro illustrato in un formato cartaceo. Nell’illustrazione è comune un processo di creazione di personaggi che poi vengono contestualizzati in un’ambientazione. Tuttavia, fin dall’inizio e in maniera intuitiva ho separato i mostri dal bosco, come si può vedere nel prototipo appeso sulla sinistra.

MURO 2. ESPLORAZIONE ARTISTICA. IL PASSAGGIO DALL’ILLUSTRAZIONE SUL QUADERNO ALL’OPERA ARTISTICA SUL MURO

(Dall’alto al basso, da sinistra a destra)

ALBERI IIIChina e acquarelli su carta. 36 cm x 49 cm. 2020.

FORESTA I. China e acquarelli su carta.  107,5 cm x 78 cm. 2020.

ALBERI IV. China e acquarelli su carta. 16,5 cm x 23 cm. 2020.

UCCELLIChina e acquarelli su carta. 14, 5 cm x 21 cm. 2020.

FARFALLE. China e acquarelli su carta. 20,5 cm x 29, 7 cm. 2020.

PAROLE. Tinta, pennino su carta antica. 14,3 cm x 21 cm. 2020.

FORESTA II. China e acquarelli su carta. 90 cm x 70 cm. 2020.

PAESAGGIO BLUChina e acquarelli su carta. 118 cm x 90 cm. 2020.

ALBERI I. China e acquarelli su carta. 43 cm x 58 cm. 2020.

ALBERI II. China e acquarelli su carta. 43 cm x 58 cm. 2020.

ALBERI V. China e acquarelli su carta. 28 cm x 20,5 cm. 2020.

BOMARZO II. China e acquarelli su carta. 20,3 cm x 12,5 cm. 2020.

BOMARZO I. China e acquarelli su carta formato etichetta. 160 disegni in scatola di legno. 74 cm x 102 cm. 2019

Facendo ricerche e visitando il Bosco di Bomarzo mi sono chiesto: Che cos’è realmente più inquietante o mostruoso, una serie di creature in pietra create dall’uomo sotto forma di sculture, o il bosco stesso che si modifica e cambia a seconda dell’ora, della luce o dei suoni? Che cos’ha più forza narrativa, il bosco come creazione della Natura o i mostri come creazione dell’uomo?

Mi sono reso conto che anche il bosco era un mostro. Nella letteratura il bosco è un luogo di trasformazione, i personaggi che entrano nel bosco da bambini affrontano le proprie paure e durante il percorso si trasformano in adolescenti o adulti. Pertanto su questa parete espongo alcuni lavori in cui esploro la possibilità pittorica del bosco e le sue rappresentazioni in diversi formati. Mi interessa il tratto, l’aspetto pittorico, la macchia e l’errore umano a dispetto della perfezione del digitale. Mi piace che si possano vedere le pennellate e il gesto. Disegnare a china, ad acquarello, sperimentare l’aleatorio, come dipingere con la pioggia o alla luce del sole mentre si creano cianotipi. Sebbene oggi siamo abituati ad altre tecniche digitali o più tecnologiche, c’è un lato assolutamente sconvolgente nell’organicità e nella Natura. In termini di esperienza estetica, nessun’opera regge il confronto con un semplice e bel tramonto, afferma Boris Groys. Non c’è nulla di più bello e di più mostruoso di un bosco.

Un altro dei miei obiettivi era aprire l’Accademia ai più piccoli, bambini, adolescenti e famiglie. La scatola di etichette a destra del muro centrale, con una serie di 160 disegni realizzati a china che includevano sculture di Bomarzo, mostri mitologici, simboli, creature, persone, è stata un’opera che è servita a sperimentare con i bambini ed è anche un libro senza parole. A ciascubo chiedevo di prendere due etichette, a partire da quei due disegni dovevano realizzare un testo e costruire un racconto oppure creare un’illustrazione e sviluppare una storia. Usando la combinatoria possiamo calcolare che questo esercizio darebbe luogo a 25.440 storie tenendo conto dell’ordine in cui vengono scelte le etichette. Numero di variazioni di 160 elementi presi due a due. Un’idea collegata ai miei riferimenti come Gianni Rodari e la sua Grammatica della fantasia e anche ad altre correnti come il dadaismo, la letteratura potenziale o l’oulipo. Nella vetrina espongo disegni, schizzi, bozzetti, quaderni d’artista con annotazioni e polaroid scattate a Bomarzo.

Due sperimentazioni tecniche: illustrazioni con acrilico come nel caso del Drago di Bomarzo, con china e acquerello con la bocca dell’Orco e cianotipi su pietra e su carta. Si può anche trovare un altro prototipo di libro sperimentale realizzato in cubi di legno. Similmente alla scatola di etichette, queste illustrazioni serviranno a creare storie basate sul caso. A seconda del tiro o del numero di dadi abbiamo la possibilità di creare molte storie.

 

VETRINA. SPERIMENTAZIONE SU ALTRI SUPPORTI E FORMATI.

CAMMEO. China e acquarelli su carta. 11 cm x 13 cm. 2020.

BOMARZO IV. China e acquarelli su carta. 21 cm x 14 cm. 2020. 2020.

BOMARZO V. Combinazione di otto cubi di legno. Acrilico su legno. 3 cm x 3 cm x 3cm. 2020.

TACCUINO II.  Quaderno di disegni e appunti a matita. 2020. 17 cm x 17 cm.

TACCUINO III. Quaderno di appunti a matita e polaroid. 17 cm x 12,5 cm. 2020.

BOMARZO III. Acrilici, pianta su carta. 29,7 cm x 21 cm. 2019.

PIETRE. Cianotipia su tredici pietre. Diverse misure. 2020.

I FIORI DELL’ISOLAMENTO I. TACCUINO. Cianotipia su quaderno a fisarmonica. 19,5 cm x 14, 5 cm. 18 pagine. 2020.

 

MURO 3. I FIORI DELL’ISOLAMENTO 

Il terzo mura presenta un progetto parallelo realizzato durante la quarantena nella Real Academia de España en Roma. Si tratta di tre cianotipi della serie “I fiori dell’isolamento”. Durante la pandemia del Covid19 tutti gli artisti residenti che hanno deciso in Accademia sono rimasti isolati con limitazioni per quanto riguarda la ricerca, la documentazione o anche il reperimento di materiali per realizzare i progetti. Nel mio caso non potevo visitare Bomarzo, avevo però dei fiori secchi del Sacro Bosco. La pandemia ci ha fatto riflettere sulle necessità, su ciò che si perde, sulle limitazioni. In parallelo a Roma i fiori e le piante dei chioschi si seccavano, le piante e i mazzi che mi avevano regalato marcivano nel mio studio e ragionavo sul fatto che una cosa talmente banale e normale come quella di regalare fiori non si potesse più fare. Credo che questa fosse la riflessione di tutti, un qualcosa che davamo per scontato ci veniva strappato via, uscire, passeggiare, toccarci. Come le piante, anche le persone stavano marcendo, sparendo. A dispetto di questa iniziale idea pessimista, ho cominciato a sperimentare la tecnica della cianotipia, dipingendo con luce in orari diversi, come si può osservare in questo trittico, e giocando con le piante, partendo da forme più figurative per arrivare a forme più astratte, i fiori secchi di Bomarzo, i fiori dei mazzi regalati a Roma che marcivano, e qualcosa di nuovo, le piante e i fiori vivi del giardino dell’Accademia. Così si mescolavano passato, presente e futuro. Questo mi ha fatto riflettere sulla pandemia, la creazione e ciò che ci circonda, se mi fossi limitato o concentrato su tutto quello che non avevo o che non potevo fare, non avrei visto quei fiori che mi circondavano. Anche questo ha fatto parte della mia formazione durante questo isolamento. Quanto si vede esposto è soltanto un assaggio di un’intera esposizione che ho realizzato in Accademia durante questo periodo.

I FIORI DELL’ISOLAMENTO I. Cianotipia su carta. 36,5 cm x 48 cm. 2020.

I FIORI DELL’ISOLAMENTO II. Cianotipia su carta. 36,5 cm x 48 cm 2020.

I FIORI DELL’ISOLAMENTO III. Cianotipia su carta. 36,5 cm x 48 cm 2020.

 

 

Muro 1. BOMARZO [es]

TACCUINO I. Tintas y acuarelas sobre papel. Cuaderno de bocetos, procesos y experimentación en torno al proyecto Bomarzo.  

Mi proyecto durante esta estancia consiste en elaborar un libro sin palabras inspirado en el bosque de Bomarzo. Este bosque lleno de esculturas mitológicas y alegóricas fue creado en 1550 por Pier Francesco Orsini en la localidad de Bomarzo, cerca de Viterbo, a unos 90 km de Roma.

En este primer muro situado a la izquierda muestro la idea tradicional de un libro ilustrado en un formato de papel. En ilustración lo habitual es un proceso de creación de personajes seguido de su situación en un escenario. Sin embargo, desde el comienzo y de una forma intuitiva yo separé los monstruos del bosque como puede verse en el prototipo colgado a la izquierda.

Muro 2. Exploración artística. El paso de la ilustración en el cuaderno a la obra artística en el muro

(De arriba a abajo, de izquierda a derecha)

ALBERI III. Tintas y acuarelas sobre papel. 36 cm x 49 cm. 2020.

FORESTA I. Tintas y acuarelas sobre papel.  107,5 cm x 78 cm. 2020.

ALBERI IV. Tintas y acuarelas sobre papel. 16,5 cm x 23 cm. 2020.

UCCELLI. Tintas y acuarelas sobre papel. 14, 5 cm x 21 cm. 2020.

FARFALLE. Tintas y acuarelas sobre papel. 20,5 cm x 29, 7 cm. 2020.

PAROLE. Tinta, plumilla sobre papel antiguo. 14,3 cm x 21 cm. 2020.

FORESTA II. Tintas y acuarelas sobre papel. 90 cm x 70 cm. 2020.

PAESAGGIO BLU. Tintas y acuarelas sobre papel. 118 cm x 90 cm. 2020.

ALBERI I. Tintas y acuarelas sobre papel. 43 cm x 58 cm. 2020.

ALBERI II. Tintas y acuarelas sobre papel. 43 cm x 58 cm. 2020.

ALBERI V. Tintas y acuarelas sobre papel. 28 cm x 20,5 cm. 2020.

BOMARZO II. Tintas y acuarelas sobre papel. 20,3 cm x 12,5 cm. 2020.

BOMARZO I. Tintas y acuarelas sobre papel en formato etiqueta. 160 dibujos en caja de madera. 74 cm x 102 cm. 2019

Investigando y visitando el Bosque de Bomarzo, me pregunté ¿Qué es realmente más inquietante o monstruoso, una serie de criaturas en piedra creadas por el hombre en forma de esculturas o el propio bosque que se modifica y cambia en función de la hora, la luz o los sonidos? ¿Qué tiene más fuerza narrativa, el bosque como creación de la Naturaleza o los monstruos como creación del hombre?

Me di cuenta de que el bosque también era un monstruo. En la literatura el bosque es un lugar de transformación, los personajes que entran al bosque como niños se enfrentan a sus miedos y en ese recorrido se transforman en adolescentes o adultos.  Por todo ello en esta pared muestro algunos trabajos en los que exploro la posibilidad pictórica del bosque y sus representaciones en diversos formatos. Me interesa el trazo, lo pictórico, la mancha y el error humano frente a la perfección de lo digital. Me gusta que se puedan ver las pinceladas y el gesto. Dibujar con tintas, acuarelas incluso experimentar con lo aleatorio, como pintar con  lluvia o la luz del sol al crear cianotipos.  Aunque hoy estamos acostumbrados a otras técnicas digitales o más tecnológicas hay algo absolutamente demoledor en lo orgánico y en la Naturaleza. En términos de experiencia estética, ninguna obra puede compararse con una sencilla y bella puesta de sol, afirma Boris Groys. No hay nada más hermoso y más monstruoso que un bosque.

Otro de mis objetivos era abrir la Academia a los más pequeños, niños, adolescentes y familias. La caja de etiquetas a la derecha del muro central, con una serie de 160 dibujos realizados a tinta que incluían esculturas de Bomarzo, monstruos mitológicos, símbolos, criaturas, personas, fue una obra que sirvió para experimentar con los niños y es también un libro sin palabras. A cada uno le pedía que tomara dos etiquetas, a partir de esos dos dibujos tenían que o bien realizar un texto y construir un relato o bien crear una ilustración y desarrollar una historia. Usando la combinatoria podemos calcular que este ejercicio daría lugar a 25.440 historias teniendo en cuenta el orden en el que son elegidas las etiquetas. Número de variaciones de 160 elementos tomados de dos en dos. Una idea relacionada con referentes míos como Gianni Rodari y su “Gramática de la Fantasía” y también con otras corrientes como el dadaísmo, la literatura potencial o el oulipo.  En la vitrina muestro dibujos, pruebas, bocetos, cuadernos de artista con anotaciones, y polaroids tomadas en Bomarzo.

Dos experimentaciones técnicas: ilustraciones con acrílico como en el caso del Dragón de Bomarzo, con tinta y acuarela con la boca del Ogro y cianotipos sobre piedras y sobre papel. También se puede encontrar otro prototipo de libro experimental realizado en cubos de madera. De forma similar a la caja de etiquetas estas ilustraciones servirían para crear historias basadas en el azar. Según la tirada o el número de dados tenemos la posibilidad de crear muchas historias.

Vitrina. Experimentación en otros soportes y formatos.

CAMMEO. Tintas y acuarelas sobre papel. 11 cm x 13 cm. 2020.

BOMARZO IV. Tintas y acuarelas sobre papel. 21 cm x 14 cm. 2020. 2020.

BOMARZO V. Juego de ocho cubos de madera. Acrílico sobre madera. 3 cm x 3 cm x 3cm. 2020.

TACCUINO II. Cuaderno de dibujos y anotaciones a lápiz. 2020. 17 cm x 17 cm.

TACCUINO III. Cuaderno de anotaciones en lápiz y polaroid. 17 cm x 12,5 cm. 2020.

BOMARZO III. Acrílicos, planta sobre papel. 29,7 cm x 21 cm. 2019.

PIETRE. Cianotipia sobre trece piedras. Diversos tamaños. 2020.

I FIORI DELL’ISOLAMENTO I. TACCUINO. Cianotipia sobre cuaderno acordeón. 19,5 cm x 14, 5 cm. 18 páginas. 2020.

MURO 3. I FIORI DELL’ISOLAMENTO 

El tercer muro aborda un proyecto en paralelo realizado durante el aislamiento en la Real Academia de España en Roma. Se trata de tres cianotipos de la serie “Las flores del aislamiento”. Durante la pandemia del Covid19 todos los artistas residentes que decidimos quedarnos en la Academia estuvimos aislados con limitaciones de cara a investigar, documentarnos o incluso adquirir materiales para realizar nuestros proyectos. En mi caso no podía visitar Bomarzo, pero sí tenía flores secas de ese Bosque. La pandemia nos hizo reflexionar sobre las necesidades, sobre lo perdido, sobre las limitaciones.  En paralelo en Roma los quioscos de flores y plantas se secaban, plantas o ramos que me habían regalado se marchitaban en mi estudio y me planteaba cómo algo tan sencillo y normal como regalar flores se había acabado. Creo que ésta era la reflexión de todos, cómo algo que dábamos por hecho nos era arrebatado, salir, pasear, tocarnos. Como las plantas, las personas también se estaban marchitando, desapareciendo. Frente a esta idea pesimista inicial, comencé a experimentar con la técnica de la cianotipia, pintando con luz a diferentes horas como puede observarse en este tríptico y jugando con las plantas, desde formas más figurativas hasta formas más abstractas, las flores secas de Bomarzo, las flores que se marchitaban de los ramos regalados en Roma, y algo nuevo,  las plantas y flores vivas del jardín de la Academia. Así se mezclaba pasado, presente y futuro. Esto me hizo reflexionar sobre la pandemia, la creación y lo que nos rodea, si yo me hubiera limitado o centrado en todo lo que no tenía o no podía hacer, no hubiera visto esas flores que me rodeaban. Ese también ha sido parte de mi aprendizaje en este aislamiento. Lo que se ve expuesto es solo una muestra de toda una exposición que realicé en la Academia durante este periodo.

I FIORI DELL’ISOLAMENTO I. Cianotipia sobre papel. 36,5 cm x 48 cm. 2020.

I FIORI DELL’ISOLAMENTO II. Cianotipia sobre papel. 36,5 cm x 48 cm 2020.

I FIORI DELL’ISOLAMENTO III. Cianotipia sobre papel. 36,5 cm x 48 cm 2020.

 

BIOGRAFIA [ITA]

Teruel, 1980. Illustratore, creatore di libri, professore. Tecnico superiore di Arti Plastiche e Design in Illustrazione, presso la Escuela de Artes y Oficios ArteDiez (Madrid). Laurea in Pubblicità e Relazioni Pubbliche, presso l’Universidad Complutense di Madrid (Spagna). Esploratore di fogli bianchi. Per lui illustrare è decidere, illustrare è raccontare, illustrare è osservare, illustrare è… sentire.

Parte della sua attività professionale è dedicata allo sviluppo di workshop e laboratori creativi legati all’illustrazione e al disegno. Le sue illustrazioni sono state selezionate da Bologna Children´s Book Fair (Italia), Biennale di Illustrazione di Bratislava (Slovacchia), Sharjah Childrens Book Fair (Emirati Arabi), Catálogo Iberoamericano de Ilustración (Messico), CJ Picture Book Awards (Corea), Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia Sàrmede (Italia) o China Shanghai International Children’s Book Fair (Cina).

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serra.adolfo@gmail.com

IG @adolfoserra

biografía [ES]

Teruel, 1980. Ilustrador, creador de libros y profesor. Técnico Superior de Artes Plásticas y Diseño en Ilustración, por la Escuela de Artes y Oficios Artediez (Madrid). Licenciatura en Publicidad y Relaciones Públicas, en la Universidad Complutense de Madrid. Explorador de hojas en blanco. Para él ilustrar es decidir, ilustrar es contar, ilustrar es observar, ilustrar es… sentir.

Parte de su actividad profesional se dedica al desarrollo de talleres y laboratorios de creatividad vinculados con la ilustración y el dibujo. Sus ilustraciones han sido seleccionadas en Bologna Children’s Book Fair (Italia), Bienal de Ilustración de Bratislava (Eslovaquia), Sharjah Children’s Book Fair (Emiratos Árabes), Catálogo Iberoamericano de Ilustración (México), CJ Picture Book Awards (Corea), Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia Sàrmede (Italia) o China Shanghai International Children’s Book Fair (China).

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Ana Bustelo – Retablo

ANA BUSTELO

EL PROYECTO [ES]

Retablo, altar y amuleto

La investigación formal sobre la composición se ha impuesto como uno de los intereses principales de mi trabajo. Mi objetivo es desarrollar composiciones poco convencionales que, por una parte, colaboren de manera activa en la narración y que, por otra, acerquen la ilustración a otras disciplinas visuales.

Con el proyecto que estoy realizando en Roma, me cuestiono hasta qué punto la estructura compositiva incide en la narración, tomando como objeto de análisis los retablos italianos.

La estructura de los retablos se asemeja a cualquier composición editorial, en la que a partir de una disposición geométrica se construye una retícula que organiza la información. La estructura clásica dividida en calles y encasamentos, posibilita la convivencia de varias capas argumentales y líneas de tiempo en una misma pieza y facilita un relato múltiple, poliédrico y coral. Tanto el cómic como el retablo tienen la capacidad de representar el tiempo del relato en el espacio del soporte.

Trabajar partiendo de la estructura me permite utilizar de manera recurrente las mismas imágenes, reubicándolas y resignificándolas a partir de su disposición en el espacio y de unas respecto a otras. Al final, se genera una narración susceptible de recomponerse a partir del juego de asociaciones.

El proyecto se materializa en una muestra en la que la relación entre los dibujos y el espacio expositivo adquiere un papel protagonista, y una publicación, en la que pretendo trasladar la fisicidad y tridimensionalidad del retablo al papel, jugando con pliegues y métodos de encuadernación poco convencionales, utilizando los propios recursos del papel (tamaño, formato y corporeidad) como recurso gráfico que colabora en la experiencia de lectura.

opere in sala [ita]

Pietra e montagna

La pietra, sulla montagna. Illustrazione espansa, stampa inkjet montata su texture in carta fotografica glossy. Dimensioni variabili.

Retablo

Questa è l’opera principale del progetto, un site-specific composto da 9 disegni distribuiti su tre scomparti. In essi si presentano i 3 personaggi che incarnano la tematica del progetto: la ripetizione. Nello scomparto sinistro la protagonista è Penelope, regina di Itaca e moglie di Ulisse, che disfa la notte ciò che tesse durante il giorno. Lo scomparto principale racconta la storia di Sisifo condannato a spingere su per una montagna una pietra che, ogni giorno, prima di raggiungere la cima, rotola di nuovo verso il basso. Lo scomparto laterale destro presenta il Coyote, che cerca continuamente di acciuffare Beep Beep senza perdere la speranza, ma rimane sempre vittima della sua stessa trappola. Stampa inkjet bianco e nero su carta 80 gr., dimensioni variabili.

Altare

Quest’opera nasce a margine del progetto, durante il periodo di quarantena per il COVID 19. Nel mio lavoro mi piace investigare il modo in cui la materializzazione dell’immagine in un formato fisico possa alterarla o integrarla, giocando con piegature sulla carta, riflessi, distorsioni… In questo caso ho utilizzato il supporto della cornice e il vetro per distorcere un’immagine perfettamente definita. Ciò ha a che vedere con l’esperienza di aver guardato la città attraverso la finestra, con la capacità di comprendere le informazioni, con la leggibilità, con i segreti e con ciò che non sei in grado di esprimere chiaramente. È anche un altare per mia nonna. L’opera si completa con delle fotografie su stampa risografica e dorate con foglia d’oro sul retro. Fiori e candele contemporaneamente. L’importante è che non si dimentichi.

 

OBRAS EN SALA [es]

piedra y montaña

La piedra, sobre la montaña. Ilustración expandida, impresión inkjet montada sobre textura en papel fotográfico glossy. Dimensiones variables.

Retablo

Impresión inkjet blanco y negro sobre papel de 80 gr

Esta es la pieza principal del proyecto, un site-specific compuesto por 9 dibujos distribuidos en 3 calles. En ellos se presentan los 3 personajes que encarnan la temática del proyecto: la repetición. La calle izquierda está protagonizada por Penélope, reina de Ítica y esposa de Ulises, que deshace por la noche lo que teje durante el día. La calle principal cuenta la historia de Sísifo condenado a empujar cuesta arriba una piedra por una montaña que, cada día, antes de llegar a la cima, vuelve a rodar hacia abajo. La calle lateral derecha presenta al Coyote, que una y otra vez trata de atrapar al correcaminos sin perder la fe, pero que acaba siempre preso de su propia trampa.

El altar

Esta pieza surge al margen del proyecto, durante la época del confinamiento por el COVID 19. En mi trabajo me gusta investigar de qué manera la materialización de la imagen en un formato físico puede alterarla o complementarla, jugando con pliegues en el papel, reflejos, distorsiones… En este caso he utilizado el soporte del marco y el cristal para distorsionar una imagen perfectamente definida. Tiene que ver con la experiencia de mirar la ciudad a través la ventana, con la capacidad de entender la información, con la legibilidad, con los secretos y lo que no eres capaz de expresar con claridad. También es un altar para mi abuela. La pieza se completa con unas fotografías impresas en risografía y doradas con pan de oro en su reverso. Flores y velas al mismo tiempo.

Lo importante es que no se olvide.

 

BIOGRAFIA [ita]

Palencia, 1982. Vive e lavora a Madrid, conciliando l’illustrazione con la docenza.

Il suo lavoro come illustratrice è versatile: collabora con riviste e case editrici nazionali e internazionali, agenzie di comunicazione e progetti di design.

In questo periodo il suo lavoro ha ricevuto riconoscimenti in diversi concorsi, tra i quali spiccano la Bologna Children’s Book Fair, la Biennale portoghese Ilustrarte, il Festival Iberoamericano de Ilustración, il Golden Pinwheel di Shanghai, Nami Island della Corea del Sud o l’annuario di Communication Arts.

Parallelamente, sviluppa progetti personali in cui affronta l’illustrazione da una prospettiva più sperimentale, collaborando con gallerie come Casa Kanú a Bogotà, Ó! Galeria in Portogallo e La Fábrica in Spagna.

È laureata in Belle Arti presso l’Universidad Complutense di Madrid.

hola@anabustelo.es

www.anabustelo.es

IG @ana_bustelo

BIOGRAFÍA [es]

Palencia, 1982. Vive y trabaja desde Madrid, compaginando la ilustración con la docencia.

Su trabajo como ilustradora es versátil: colabora con revistas y editoriales nacionales e internacionales, agencias de comunicación y proyectos de diseño.

En este tiempo su trabajo se ha visto reconocido en varios certámenes, entre los que destacan la Feria Infantil del Libro de Bolonia, la Bienal portuguesa Ilustrarte, el Festival Iberoamericano de Ilustración, el Golden Pinwheel de Shanghai, Nami Island de Corea del Sur o el anuario de Communication Arts.

De manera paralela, desarrolla proyectos personales en los que aborda la ilustración desde una perspectiva más experimental, colaborando con galerías como Casa Kanú en Bogotá, Ó! Galeria en Portugal y La Fábrica en España.

Es licenciada en Bellas Artes por la Universidad Complutense de Madrid.

hola@anabustelo.es

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IG @ana_bustelo

Joana Cera – Escultura, Escritura

JOANA CERA

EL ProYeCto

ESCULTURA, ESCRITURA

Conversaciones con Pasquino.

Mi proyecto de escultura tenía dos vertientes, ambas relacionadas con la escritura. Las esculturas parlantes de Roma y la tabula cerata: tablilla de cera romana para escribir.

Las esculturas parlantes tienen su origen en una escultura muy deteriorada del siglo III a.C. encontrada en Roma, apodada “Pasquino”. Los ciudadanos del 1501 empezaron a utilizarla para colgar en ella escritos contra el poder, en los que decían lo que se callaban por peligroso; de ella proviene la palabra “pasquín”.

La cera de abeja era mi materia escogida para una instalación previa que realicé en una colectiva organizada por la Fundación Joan Miró de Barcelona sobre el tema de las abejas y su problemática situación, titulada Beehave. En la investigación sobre sus usos me topé con la tabula cerata, una motivación perfecta para querer venir a Roma.

Pasquino es un tema apasionante, podía dar pie a todo tipo de desarrollos, desde el más político al más formal: piedra empapelada de poemas y epigramas además, piedra poeta, escultura y voz.

El Pasquino de mi proyecto se convirtió en un ser profético que recupera su propia voz para contarle a la artista lo que todavía está oculto o por llegar. Acabé encarnando mi propio tema: Conversaciones con Pasquino. Perdí la materia que habló. Éste ha sido un proyecto de escultura que se quedó sin cuerpo y se preguntó si un cuento podía ser entendido como una escultura de voz.

En Roma pude reconocer que Pasquino y la tabula cerata hablaban de lo mismo: la necesidad de hacer tabula rasa.

OPERE IN SALA [ita]

Tomba delle api 

Installazione formata da due elementi: Ardesia, travertino, favo di cera d’ape spianata incorniciato in quadro di legno. 

Opera in onore alle api che vuole denunciare il nostro maltrattamento nei loro confronti poiché oggigiorno muoiono in massa per l’uso di pesticidi e il disorientamento provocato dalla nostra tecnologia come ad esempio le antenne 5G.

L’ordine dei numeri

Installazione, senza misure, variabile

Mosaico mobile che si deposita a terra con opere di 1 cm quadrato di marmo nero del Belgio e bianco Carrara su una base di marmo Rosa Portogallo, che formano un QR che ci porta all’audio di una narrazione di 60 secondi.

Sulla parete opposta si installa il codice della piramide di numeri, in questo caso è stato realizzato con adesivi di numeri neri su sfondo dorato.

Per realizzare questo progetto ci si è avvalsi di un’esperta di cabala ebraica. La piramide di numeri è la disposizione corretta dei numeri secondo questa interpretazione, è la rappresentazione del cammino che percorre la coscienza fino a raggiungere l’unità, la perfezione o Dio simboleggiato dal numero 99 sulla cuspide di una piramide di 9 gradoni. Nell’argomento dell’opera “Conversazioni con Pasquino” del “Teatro ologramma”, Pasquino sarà colui che racconta all’artista la disposizione corretta di questo codice di numeri che rappresenta una soluzione di ordine simbolico al caos mondiale, è un codice di guarigione che dobbiamo studiare per poter ordinare il nostro mondo.

Altre opere in mostra lungo il percorso:

De Tempore

ROMA, RAER, ESTUDIO 27, 2020 y El instrumento de Pasquino

OBRAS EN SALA [ES]
Tomba delle api 

Instalación formada por dos elementos, usando pizarra, travertino, panal de cera de abeja estirada enmarcado en cuadro de madera

Pieza en honor a las abejas que quiere denunciar nuestro maltrato hacia ellas pues en nuestros días mueren en masa por el uso de pesticidas y la desorientación que les produce nuestra tecnología como pueden ser las antenas 5G.

 

El orden de los números

Instalación formada por mosaico, audio, y pirámide de números

Mosaico móvil que se deposita en el suelo realizado con piezas de 1cm cuadrado de de mármol nero del Belgio y bianco Carrara sobre una base de mármol Rosa Portugal que forman un QR que nos lleva al audio de una narración de 60 segundos.

En la pared de enfrente se instala el código de la pirámide de números, en este caso se ha realizado con pegatinas de números negros sobre fondo dorado.

Para realizar este proyecto se ha contado con la ayuda de una experta en Cábala judía. La pirámide de números es la disposición correcta de los números según esta enseñanza, es la representación del camino que recorre la consciencia hasta llegar a la unidad, la perfección o Dios que se simboliza con el número 99 en la cúspide de esta pirámide de 9 escalones. En el argumento de la  obra “Conversaciones con Pasquino” del “Teatro holograma”, Pasquino será quien le cuenta la artista cuál es la disposición correcta de este código de números que representa una solución de orden simbólico al caos mundial, es un código de sanación que debemos estudiar para poder ordenar nuestro mundo.

Otras obras de Joana Cera en la exposición:

De Tempore

ROMA, RAER, ESTUDIO 27, 2020 y El instrumento de Pasquino

 

BIOGRAFIA [ita]

Barcellona, 1965. Laurea in Belle Arti all’Universidad de Barcelona, specializzazione Scultura, prosegue la sua formazione partecipando a diversi workshop della QUAM e Arteleku. Residenza all’ISCP e corso intensivo alla New York Film Academy, è stata all’EKWC (Den Bosch); ha inoltre partecipato a Estancias Creativas (Albarracín).

Ha realizzato mostre personali presso la Fundació “la Caixa”, Fundación Santa María de Albarracín, Museu de l’Empordà, Fundación Suñol, masART Galería, Antonia Puyó, La Caja Blanca o Galería Alegría, tra le altre. Ha partecipato a mostre collettive del Centre d’Arts Santa Mònica, Fundació Joan Miró (BCN), CGAC, Metrònom, La Casa Amarilla ed Exhibit A gallery di New York, tra i più rilevanti, esponendo anche in Portogallo, Italia, Olanda, Francia e Bulgaria.

Ha conseguito una borsa di studio Ayuda a la Creación de Guipúzcoa 1992, il primo premio alla I Bienal del Casino de Vic 1998, la Beca Botín 1999 e una Ayuda de la Generalitat 2000. Ha ricevuto una menzione speciale nei premi Ciutat de Barcelona 2012, una menzione d’onore al Premi Ciutat de Palma Antoni Gelabert d’Arts Visuals 2017 e uno dei riconoscimenti dei Premis ArtsFAD 2019.

BIOGRAFÍA [es]

Barcelona, 1965. Licenciada en Bellas Artes por la Universidad de Barcelona, especialidad Escultura, continúa su formación participando en diversos talleres de la QUAM y Arteleku. Residió en ISCP y cursó un intensivo en la New York Film Academy, estuvo en EKWC (Den Bosch) y participó en Estancias Creativas (Albarracín).

Ha realizado individuales en la Fundació ”la Caixa”, Fundación Santa María de Albarracín, Museu de l’Empordà, Fundación Suñol, masART Galería, Antonia Puyó, La Caja Blanca o Galería Alegría, entre otras. Ha participado en colectivas en el Centre Arts Santa Mònica, Fundació Joan Miró (BCN), CGAC, Metrònom, La Casa Amarilla y Exhibit A gallery de Nueva York, entre los destacados, exponiendo también en Portugal, Italia, Holanda, Francia y Bulgaria.

Obtuvo una Ayuda a la Creación de Guipúzcoa 1992, el 1.er premio en la I Bienal del Casino de Vic 1998, la Beca Botín 1999 y una Ajuda de la Generalitat 2000. Ha recibido una mención especial a los premios Ciutat de Barcelona 2012, una mención de honor en el Premi Ciutat de Palma Antoni Gelabert d’Arts Visuals 2017 y uno de los reconocimientos de los Premis ArtsFAD 2019.

Barcelona, 1965. Licenciada en Bellas Artes por la Universidad de Barcelona, especialidad Escultura, continúa su formación participando en diversos talleres de la QUAM y Arteleku. Residió en ISCP y cursó un intensivo en la New York Film Academy, estuvo en EKWC (Den Bosch) y participó en Estancias Creativas (Albarracín).

Ha realizado individuales en la Fundació ”la Caixa”, Fundación Santa María de Albarracín, Museu de l’Empordà, Fundación Suñol, masART Galería, Antonia Puyó, La Caja Blanca o Galería Alegría, entre otras. Ha participado en colectivas en el Centre Arts Santa Mònica, Fundació Joan Miró (BCN), CGAC, Metrònom, La Casa Amarilla y Exhibit A gallery de Nueva York, entre los destacados, exponiendo también en Portugal, Italia, Holanda, Francia y Bulgaria.

Obtuvo una Ayuda a la Creación de Guipúzcoa 1992, el 1.er premio en la I Bienal del Casino de Vic 1998, la Beca Botín 1999 y una Ajuda de la Generalitat 2000. Ha recibido una mención especial a los premios Ciutat de Barcelona 2012, una mención de honor en el Premi Ciutat de Palma Antoni Gelabert d’Arts Visuals 2017 y uno de los reconocimientos de los Premis ArtsFAD 2019.

joanacerabernad@gmail.com

www.galeriaalegria.es

 

Jose Ramón Ais – Arbolado para calles, imperios y paraísos

JOSE RAMÓN AIS

EL PROYECTO

Arbolado para calles, imperios y paraísos

El proyecto consiste en un ensayo fotográfico sobre una posible historia de Roma escrita a partir de su arbolado público. El proyecto analiza las especies arbóreas utilizadas en la ciudad en los diferentes periodos sociopolíticos y culturales por los que ha atravesado a lo largo de su historia, estudiando la implicación del paisaje urbano en ámbitos como la representación del poder, la funcionalidad o los recursos ecológicos.

En un inicio, el proyecto toma como referencia el censo arbóreo creado por F. Attorre y el departamento de Biología de la Universidad La Sapienza, y propone un diálogo entre el actual paisaje y su evolución en diferentes momentos históricos.

El proyecto se centra en árboles como el Pinus pinea, que debe su masiva presencia al programa planteado por Mussolini para vincular la imagen del régimen con el antiguo Imperio romano y el olmo, Ulmus minor, que nos remite a la práctica agrícola extendida durante el Imperio romano de utilizar el olmo como tutor de la vid y que en la actualidad está en peligro de extinción debido a la grafiosis.

Otras especies arbóreas son analizadas, así como la trascendencia del imaginario de la ciudad en la representación del “Paisaje ideal” difundido gracias a la obra de Claudio de Lorena e inspirado por Roma.

El estudio se centra en la utilización de las alineaciones de árboles en la construcción de la imagen y representación de la ciudad, así como sus vínculos con el concepto de monumento.

OPERE IN SALA | OBRAS EN SALA

ALBERI PER STRADE IMPERI E PARADISI. VERACRUZ. Lignum Crucis

Stampa di pigmenti minerali su carta di cotone

«Alberi per strade, imperi e paradisi» è un progetto che propone diversi modelli o schemi di allineamento degli alberi, che possono essere utilizzati negli spazi pubblici. La serie «Lignum Crucis», «Vera cruz» è un modello creato dai diversi tipi di alberi da cui dovrebbe provenire il legno della croce di Cristo. Secondo le teorie del Venerabile Beda, santo e dottore della chiesa dell’VIII secolo, la croce era fatta di pino, cipresso, cedro e bosso. Beda raccoglie nei suoi scritti sui Luoghi Santi, il ritrovamento della croce di Santa Elena sul Monte Calvario. Questa scena è rappresentata negli affreschi di Antoniazzo Romano, nella chiesa di Santa Croce in Gerusalemme a Roma. La mia serie «Lignum Crucis» si ispira all’allineamento degli alberi che appaiono in questi affreschi che fanno da sfondo alle scene della storia della Vera Cruz.

Altre opere in mostra:

Vite Maritata

Prospettiva

 

ARBOLADO PARA CALLES, IMPERIOS Y PARAÍSOS. VERA CRUZ. LIGNUM CRUCIS

Impresión de pigmentos minerales sobre papel de algodón

“Arbolado para calles, imperios y paraísos” es un proyecto que propone diferentes modelos o patrones de alineación de árboles, susceptibles de ser utilizados en el espacio público. La serie “Lignum Crucis”, “Vera cruz” es un patrón creado a partir de los diferentes tipos de árboles de los que se supone que provenía la madera de la cruz de Cristo. Según las teorías del Venerable Beda, santo y doctor de la iglesia del siglo VIII, la cruz estaba formada de madera de pino, ciprés, cedro y boj. Beda recoge en sus escritos sobre los Lugares Santos, el hallazgo de la cruz por parte de Santa Elena en el Monte Calvario. Esta escena está representada en los frescos de Antoniazzo Romano, en la iglesia Santa Croce in Gerusalemme en Roma. Mi serie “Lignum Crucis” se inspira en la alineación de árboles que aparecen en estos frescos funcionando como fondo de las escenas del relato la Vera Cruz.

OTRAS OBRAS EN LA EXPOSICIÓN:

Vite Maritata

Prospettiva

 

BIOGRAFIA [ITA]

Bilbao, 1971. Laurea in Belle Arti presso l’Universidad del País Vasco, formazione completata da studi di garden design.

La sua opera può essere considerata una riflessione e un’analisi di concetti relativi alla costruzione e alla rappresentazione del paesaggio. È interessato a esplorare i legami emotivi e le modalità con cui si proiettano racconti, ideologie, desideri e utopie sulla natura.

Nei suoi processi lavorativi si fondono la fotografia e le tecniche di postproduzione dell’immagine, il lavoro sul campo, la ricerca storica, nonché la coltivazione e l’osservazione delle specie con cui lavora.

Ha partecipato a mostre come Tratado de Paz al Didam di Bayona, curata da Pedro G. Romero, Nada temas dice ella al Museo Nacional de Escultura di Valladolid, curata da Rosa Martínez, Natural pas natural al Frac Corse, PhotoEspaña, Azkuna Zentroa a Bilbao o alla mostra personale Parque Natural al Jardín Botánico di Madrid. Ha usufruito di diverse residenze artistiche come “Artista por Artista” all’Avana, o ART OMI a New York.

www.joseramonais.com

IG @joseramonais

FB @joseramonais

BIOGRAFÍA DE JOSE RAMÓN AIS [ES]

Bilbao, 1971. Licenciado en Bellas Artes por la Universidad del País Vasco, formación que ha ido complementando con estudios de diseño de jardinería.

Su obra puede considerarse como una reflexión y análisis sobre conceptos relacionados con la construcción y representación del paisaje. Está interesado en explorar los vínculos emocionales y los modos en los que se proyectan relatos, ideologías, deseos y utopías sobre la naturaleza.

En sus procesos de trabajo se fusionan la fotografía y las técnicas de postproducción de la imagen, el trabajo de campo, la investigación histórica, así como el cultivo y observación de las especies con las cuales trabaja.

Ha participado en exposiciones como Tratado de Paz en el Didam de Bayona, comisariada por Pedro G. Romero; Nada temas dice ella en el Museo Nacional de Escultura de Valladolid, comisariada por Rosa Martínez; Natural pas natural en el Frac Corse, PhotoEspaña, Azkuna Zentroa en Bilbao o en la exposición individual Parque natural en el Jardín Botánico de Madrid. Ha realizado varias residencias artísticas como “Artista por Artista” en La Habana o ART OMI en Nueva York.

www.joseramonais.com

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Carla Berrocal – Doña Concha

CARLA BERROCAL

 EL Proyecto

DOÑA CONCHA

Doña Concha: la rosa y la espina es un cómic biográfico sobre Concha Piquer que a través de distintas fuentes narrativas busca comprender las circunstancias vitales, históricas y culturales de la artista. Por un lado, Doña Concha es una historieta que recorre la vida de la valenciana desde sus inicios hasta su éxito y, por otro, es una obra documental que entrevista a diversos expertos sobre la copla y su relación con el fascismo, el empoderamiento femenina y lo LGBT.

“No hay género chico si la artista es grande”, le decían a Sara Montiel en El último cuplé. La copla siempre ha sido considerada un género menor, mera canción popular, algo mediocre. Y después el franquismo, la cosa no cambió mucho, más bien al revés. La copla simbolizaba la dictadura, lo caduco, la represión y el dolor de una época. Con el tiempo algunos intelectuales se han acercado a ella y han descubierto lo que realmente fue: la música de un pueblo doliente, pero sobre todo la música de las mujeres. Como dice Basilio Martín Patino en Canciones para después de una Guerra (1971): “Eran canciones para sobrevivir. Canciones con calor, con ilusiones, con historia, canciones para sobreponerse a la oscuridad, al vacío, al miedo. Eran canciones para (…) ayudarnos en la necesidad de soñar, en el esfuerzo de vivir”.

Quizás cabría preguntarse por la elección concreta de la Piquer, explicar por qué ella y no otra.

Arte popular es, también, el cómic. A través de distintas narraciones intercaladas se entremezclan la vida de Concha y las entrevistas a los académicos en viñetas, pretendiendo componer un testimonio de un personaje importantísimo de la cultura popular española en cómic, un medio que, a mi juicio, además de componer grandes historias puede ser una herramienta de análisis periodístico muy interesante.

 

 

OPERE IN SALA | OBRAS EN SALA

Doña concha [ita]

Si tratta di una selezione del processo creativo dove si mostrano, da una parte, alcune pagine del manoscritto della sceneggiatura, altre pagine del processo dello storyboard, ovvero una sorta di anteprima di ciò che sarà il fumetto, come verrà letto, cosa sta succedendo, l’ordine delle scene … Da l’altra parte, ci sono delle pagine che fanno vedere il processo di come lo storyboard viene trasformato in una pagina a matita e infine come quelle pagine seguono il processo di inchiostrazione. Il tutto mostra una panoramica del processo creativo di una graphic novel.

SERIE TORERAS BOLLERAS [ITA]
la espera torera

È una torera in posizione rilassata, seduta su una sedia in attesa. L’idea è di giocare con uno sguardo stimolante, anche di giocare un po’ con l’erotismo, con il carnale, la suggestione all’interno dell’estetica del folklore del toreo. Ma sovvertendolo e dandogli una reinterpretazione leggermente più libera, rivoluzionando il significato della corrida.

La diestra fuma

Fa parte di una serie di dipinti legati al mondo della corrida e al mondo saffico, che erano delle cose che volevo mescolare. Questo pezzo è l’immagine di una torera che fuma in una posizione stimolante, che cerca di sfidare e sedurre lo spettatore. Come mio primo dipinto, l’idea era di fare una ricerca sulle tecniche per capire come tradurre elementi del mio linguaggio personale dall’illustrazione alla pittura.

el capote y la rosa

Lavoro grafico che fa anche parte della serie Toreras bolleras. È una serigrafia di una torera che regge il mantello e una rosa.

Perfil de torera

In questo ritratto di una torera gioco con le immagini del mondo della corrida e della Copla, che è presente anche in tutta la serie attraverso l’estetica della tonadillera, con la sua tipica acconciatura, riccioli e fiori: garofani o rose. Avevo l’idea di fare almeno un ritratto all’interno della serie, e questo è uno.

Mira la faena

Questo è un altro ritratto di una torera che fuma e guarda lo spettatore. Con una rosa in testa e seguendo l’estetica del folcloristico, cerco un gesto in cui la torera sembra aspettare il suo turno in piazza.

Torera de espaldas

Torera da dietro con il mantello sopra la spalla, guardando di profilo. Cerca di essere un’immagine suggestiva che gioca con l’erotismo della corrida ma anche con l’audacia e l’atteggiamento arrogante tradizionalmente associati ai toreros.

Doña concha [es]

Es una selección del proceso creativo en el que se incluyen, por un lado, algunas páginas del manuscrito del guión, otras páginas del storyboard, es decir, una especie de estudio previo de lo que será el cómic: cómo se va a leer, qué sucede, el orden de las escenas… Por otro lado, hay unas páginas a lápiz para que se vea el proceso de cómo se pasa el storyboard a una página a lápiz y por último cómo esas páginas siguen el proceso de entintado. De este modo hay una panorámica general del proceso creativo de una novela gráfica.

SERIE TORERAS BOLLERAS [ES]
La espera torera 

Es una torera en posición relajada, que está esperando sentada en una silla.

La idea es jugar con su mirada desafiante pero también con lo erótico, lo carnal, y todo lo sugerente que hay dentro de la estética del toreo. La idea principal es subvertirlo y darle una reinterpretación un poco más libre, resignificando el mundo taurino.

La diestra fuma

Forma parte de una serie de pinturas relacionadas con el mundo del toreo y el mundo sáfico, que son cosas que me apetecía entremezclar.

Esta pieza es una imagen de una torera fumando en una posición desafiante, que busca interpelar y seducir al espectador. Como mi primera pintura, la idea era investigar técnicamente cómo trasladar elementos de mi lenguaje personal en la ilustración a la pintura. 

El capote y la rosa 

Obra gráfica que forma parte también de la serie de Toreras bolleras. Se trata de una serigrafía de una torera sujetando el capote y una rosa. 

Perfil de torera 

En este retrato de una torera juego con la imaginería del mundo taurino y de la Copla, que también está presente en toda la serie a través de la estética de la tonadillera, con su peinado típico, los rizos y las flores: claveles o rosas.

La idea es hacer al menos un retrato dentro de la serie y este es uno de ellos. 

Mira la faena

Se trata de otro retrato de una torera fumando y mirando al espectador. Con una rosa en la cabeza y siguiendo la estética de las folclóricas, busco un gesto en el que la torera parece esperar su turno en la plaza. 

De espaldas

Torera de espaldas con el capote al hombro, que mira de perfil. Pretende ser una imagen sugerente que juega con lo erótico de lo taurino pero también con el arrojo y la actitud chulesca tradicionalmente asociada a los diestros.

 

Biografia [ita]

Madrid, 1983. Studia illustrazione e disegno grafico presso la Escuela de Arte 10 di Madrid.

Nel 2004, pubblica il suo primo fumetto e avvia la carriera professionale come illustratrice lavorando per clienti come il New Yorker, Vanity Fair, eldiario.es o El Salto. Dal 2016 collabora al giornale dell’Ayuntamiento de Madrid M21 Magazine. Come attivista, presiede l’Asociación de Ilustradores de Madrid ed è stata promotrice del Collettivo di Autoras de Cómic.

www.carlaberrocal.com

TW pintamonas

IG pintamonas

Biografía [es]

Madrid, 1983. Estudia ilustración y diseño gráfico en la Escuela Arte 10 de Madrid.

En 2004, publica su primer cómic y arranca su carrera profesional como ilustradora trabajando para clientes como el New Yorker, Vanity Fair, eldiario.es o El Salto. Desde el año 2016 colabora en el periódico del Ayuntamiento de Madrid M21 Magazine. Como activista, preside la Asociación de Ilustradores de Madrid y fue promotora del Colectivo de Autoras de Cómic.

www.carlaberrocal.com

TW @pintamonas

IG @pintamonas

Javier Verdugo – Finestre Aperte

Arqueología y poder

El trabajo de investigación: Arqueología y poder. La tutela y conservación del patrimonio arqueológico de Roma desde la Unidad italiana al Dopo Guerra (1870-1945) es continuación de otro anterior: IMMENSA AETERNITAS. El interés por el pasado y la formación del conocimiento arqueológico desde la Antigüedad a la Edad Moderna, con especial referencia a Roma y al Estado Pontificio. En dicho trabajo procedimos a estudiar la evolución de la tutela del patrimonio de Roma desde 1162 a 1870 y las intervenciones tanto de la autoridad pontificia como de la administración francesa tras la ocupación de Roma por Napoleón quién usará como idea central, la idea de Roma como segunda capital del Imperio tras París. Incluso la Revolución francesa ya había utilizado la simbología de la Republica Romana, como acertadamente recogía Carlos Marx en el 18 Brumario de Luis Bonaparte. Pero es que en cierto sentido la idea de la renovatio imperii es una tradición que hunde sus raíces en Carlomagno, en el Sacro Imperio Romano germánico, y en el Papado que se considera heredero de la gloria de Roma, desde Silvestre y Constantino, sobre todo tras la vuelta de Avignon. La idea de Roma de los césares está ligada a los Papas que mantienen uno de los títulos de los emperadores:  Pontifex Maximus.

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Montse Lasunción Ascanio – Finestre Aperte

TECNICHE DI CALCO SU GRANDI FORMATI NEL XIX SECOLO
IMPRONTE E TRACCE SULL’ORIGINALE. INFLUENZA SULLO STATO DI CONSERVAZIONE

Il progetto ha come punto di partenza il calco in gesso del Portico della Gloria che un’equipe del South Kensington Museum, guidata dal formatore Domenico Brucciani, realizzò nel 1866.

Dato che i metodi di riproduzione su monumenti si conoscono molto poco e a volte differiscono in quanto a tecniche e materiali da quelli utilizzati in sculture di formato minore, mi sono dedicata a raccogliere informazioni per stabilire un’ipotesi su come procederono nel portico, in funzione dei materiali e degli indizi trovati.

Per tutto il XIX secolo le riproduzioni di monumenti e la loro esposizione nei musei pubblici furono molto frequenti in Europa, e gli artigiani formatori si spostavano in tutta la sua estensione.

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FRANCESCA ARRI – «Self portrait»

 

Francesca Arri

Self portrait

Vídeo, color, 3’59’’
Audio estéreo
2012

Construir el propio cuerpo, o mejor, desafiarlo con restricciones, reglas, disciplina y enfrentar a través de este entrenamiento la siempre problemática construcción de la imagen de uno mismo: este es el hilo que une las obras de Francesca Arri. La lógica que inicia desde un profundo contacto con la propia carne, desde la voluntad de superar el límite de ésta, el estancamiento y su análisis, convirtiendo la frontera en un espacio educativo de análisis de cada experiencia para llegar a una sinergia común a través de un macabra ironía.

Dorian Gray, en el cuento de Oscar Wilde, encierra la propia vergüenza junto a su retrato para protegerse del miedo a la caducidad de su belleza. Francesca Arri delinea su propio retrato con una video-performance donde la artista se burla de su propia imagen como si estuviese delante de un espejo, señalándonos con el dedo, como advertencia y desafío para sí misma y para los demás.

La carcajada al principio nos atrae, luegos nos avergüenza y molesta, la performer desnuda su propia vergüenza y la nuestra, se ríe de su imagen ¿o de quien la observa? La imagen grotesca de nuestros tiempos se refleja en el objetivo de una videocámara.

 


Francesca Arri

Self portrait

Vídeo, color, 3’59’’
Audio estéreo
2012

Costruire il proprio corpo, o meglio sfidarlo con restrizioni, regole, disciplina e attraverso questo training affrontare la sempre problematica costruzione dell’immagine di sè: questo è il filo che unisce i lavori di Francesca Arri. La logica che parte da un profondo contatto con la propria carne, dalla volontà di superarne il limite, lo stallo e la sua analisi, facendo diventare il confine uno spazio educativo di analisi di ogni esperienza per arrivare ad una sinergia comune attraverso una macabra ironia.

Dorian Gray, nel racconto di Oscar Wilde, imprigiona la propria vergogna assieme al suo ritratto per proteggersi dal timore per la caducità della sua bellezza. Francesca Arri delinea il proprio ritratto con una video-performance dove l’artista schernisce la propria immagine come fosse allo specchio, puntandoci contro il dito, come monito e sfida per se e per gli altri.

La risata prima ci coinvolge, poi ci imbarazza ed infastidisce, il performer mette a nudo la propria vergogna e la nostra, ride della sua immagine o di chi la guarda? L’immagine grottesca dei nostri tempi si riflette nell’obbiettivo di una videocamera.

 

MATTEO ATTRUIA – «All I need is All I need»

MATTEO ATTRUIA – «All I need is All I need» 2020

All I need is all I need is all I need is all… la repetición de la frase sin solución de continuidad. Todo aquello que necesito coincide con la totalidad de lo que necesito y es exactamente todo lo que necesito. No necesito dinero, no necesito amor, no necesito familia… necesito todo. Si puedo elegir, ¿por qué tendría que elegir? Elijo quedarme con todo. Un todo que quizás coincide con un nada… y entonces, ¿cuál es la elección correcta?


 

MATTEO ATTRUIA –  «All I need is All I need» 2020

All I need is all I need is all I need is all… la ripetizione della frase senza soluzione di continuità. Tutto quello di cui ho bisogno coincide con il tutto di cui ho bisogno che è esattamente tutto quello di cui ho bisogno. Non ho bisogno di denaro, non ho bisogno di amore, non ho bisogno di famiglia…ho bisogno di tutto. Se posso scegliere, perché mai dovrei scegliere? Scelgo di prendermi tutto. Un tutto che forse coincide con un niente… e quindi qual è la scelta giusta?

LAMBERTO TEOTINO – «non-physical entities»

Questo progetto video prosegue l’analisi che negli ultimi dieci anni ha contraddistinto la mia ricerca artistica volta in forma di “impulso archivistico” al recupero e allo studio dell’immagine preesistente.

Successivamente al recupero di fotografie d’archivio e ad immagini di dipinti d’epoca, qui troviamo l’analisi del video d’archivio.

Questo nuovo capitolo di ricerca nei confronti del video, assieme agli altri due sulla fotografia e sulla pittura, formano quella che ho definito la “trilogia dell’archivio “.

In non-physical entities ho analizzato quei fenomeni che risultano contrari alla legge della fisica e che se misurati secondo metodi scientifici risultano inesistenti, definiti anomali e conosciuti come paranormali o soprannaturali.

Attraverso una rielaborazione ho costruito forme nuove all’interno di scene recuperate dando prova effettiva della loro esistenza primordiale. Un nuovo punto di vista, come in un caleidoscopio io qui ho appoggiato l’occhio nel mirino della cinepresa ed ho osservato la genesi di nuove forme. Questo stato di sospensione, dal carattere spettrale crea un “senso altro” che ci riconduce in una sorta di passaggio dimensionale, dal sapore magico ed illusionistico; personalmente mi riporta ad una esperienza vissuta da bambino in cui ricordo che mi capitava spesso di andare in un luogo lungo una strada, definita “la strada del Diavolo”, ad osservare per ore il fenomeno della salita in discesa in cui un oggetto fisico fatto roteare in una discesa andava al contrario

 


 

Este proyecto vídeo continua con el análisis que en los últimos diez años ha identificado mi investigación artística convertida en forma de “impulso archivístico” en el recuperar y estudiar imágenes preexistentes.

Después de recuperar fotografías de archivo e imágenes de pinturas de época, encontramos el análisis del vídeo de archivo.

Este nuevo capítulo de investigación del vídeo, junto con los otros dos sobre fotografía y pintura, forman la que he definido la “trilogía del archivo”.

En non-physical entities he analizado esos fenómenos que restultan contrarios a la ley de la física y que si son medidos según métodos científicos resultan inexistentes, definidos anormales y conocidos como paranormales o sobrenaturales.

A través de una reelaboración he construido formas nuevas dentro de escenas recuperadas dando la prueba definitiva de su existencia primordial. Un nuevo punto de vista, como en un caleidoscopio yo aquí he apoyado el ojo en la mirilla de la cinepresa y he observado la génesis de nuevas formas. Este estado de suspensión, con carácter espectral crea “otro sentido” que nos reconduce a una especie de pasaje dimensional, del sabor mágico e ilusionístico; personalmente me traslada a una experiencia vivida de niño donde recuerdo que a menudo iba a un lugar que quedaba de paso en una carretera, definida “la carretera de Diablo”, a observar durante horas el fenómeno de la subida en bajada en la que un objeto físico hecho rodar en una bajada iba al contrario.