I Martedì Critici: Antoni Muntadas

2 MAGGIO 2017, ORE 19.30. TEMPIETTO DI SAN PIETRO IN MONTORIO

A cura di Alberto Dambruoso e Anna Cestelli

 

Secondo appuntamento della stagione primaverile dei «I Martedì Critici», gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’ «Associazione Culturale I Martedì Critici», giunti all’ottavo anno di attività. La programmazione prevede la partecipazione di numerose figure di primo piano del mondo dell’arte contemporanea, attive in Italia e all’estero, in una serie di appuntamenti che si svolgeranno in diverse sedi, alternandosi tra il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – La Farnesina, il Tempietto del Bramante sul Gianicolo, sede dell’Accademia di Spagna, e l’Accademia di Belle Arti di Roma, oltre che all’Istituto Italiano di Cultura Il Cairo.

Ospite del secondo appuntamento stagionale de «I Martedì Critici», realizzato in collaborazione con l’Accademia di Spagna, sarà Antoni Muntadas (Barcellona, 1942).

Entre/Between, la grande mostra che il Reina Sofia di Madrid dedicò nel 2011 ad Antoni Muntadas ripercorrendone gli oltre quarant’anni di carriera, non era strutturata secondo un ordine cronologico delle opere, né basata sulla specificità dei media utilizzati. Articolata in nove nuclei tematici, o meglio, nove costellazioni, l’esposizione rivelava in maniera immediata la natura della pratica artistica di Muntadas, basata su una costante, approfondita ricerca protratta negli anni, accompagnata parallelamente dalla formazione di uno spirito critico, sempre presente nella realizzazione dei suoi progetti. Le nove costellazioni in cui la mostra era articolata – microspazi, paesaggio dei media, sfere di potere, costruzione della paura, luoghi dello spettacolo, spazi pubblici, archivio, traduzione, sistemi dell’arte – tracciano l’orizzonte tematico verso cui si orienta l’opera dell’artista, da sempre impegnato nello svelamento dei meccanismi di potere che regolano alcuni contesti. La presentazione dei lavori avviene attraverso l’impiego di media diversi, alcuni provenienti dal vocabolario concettuale, come l’archivio, l’inchiesta, la documentazione, e i libri, integrati con altri, come serie fotografica, il video, l’installazione, ma anche il web: ogni elemento di questa complessa struttura concorre nel presentare i risultati delle ricerche dell’artista condotte sul campo. Si tratta di dispositivi relazionali, organizzati secondo un certo montaggio, che forniscono al pubblico gli strumenti e il contesto per poter riflettere in prima persona sugli argomenti esaminati, sul potere, le istituzioni che lo rappresentano e le contraffazioni su cui spesso si basa la loro autorità.

Tra i lavori più celebri di Muntadas vi è The File Room (1994-2011), consistente in un archivio, ora consultabile online, che raccoglie una vasta documentazione su casi storici e più recenti di censura, mentre in Between the Frames (1982-1993), l’obiettivo della sua indagine critica è puntato dritto verso il sistema dell’arte, il ruolo dei musei, delle gallerie, dei collezionisti, svelando il sostrato economico che lo governa, attraverso centocinquanta interviste ai suoi diversi attori, tra cui figurano Harald Szeemann e Pierre Restany. Muntadas è un precursore sia nel display, nella presentazione dell’opera, che ha incluso precocemente l’impiego di internet e la conversazione tra media diversi attraverso un originale “montaggio” che ha l’obiettivo di comporre nella sua totalità il progetto, sia nelle tematiche affrontate, ancora attuali, come le problematiche legate alla conoscenza trasmessa dai mass media, o la paura come esercizio di potere e sistema di controllo. Al 2005 data il progetto On Translation: Fear/Miedo, un’indagine che pone a confronto la paura sul piano personale, politico e mediatico, condotta in un territorio di confine tra Stati Uniti e Messico, tra San Diego e Tijuana. Il progetto è stato portato avanti nel 2007 tra il Nordafrica e la Spagna, col titolo On Translation: Miedo/Jauf, (“Jauf” è la parola araba per paura). In entrambi i casi, si tratta di territori di confine tuttora teatro di flussi migratori e incomprensioni, ancora un argomento di scottante attualità, come lo è Alphaville e Outros (2011), un’indagine sulla paura che genera barriere, che in questo caso ha come oggetto della ricerca le gated communities in Brasile.

Fin dalla sua partecipazione negli anni Settanta al Grup de Treball, collettivo di artisti e intellettuali di matrice concettuale, politicamente attivo contro il regime dittatoriale franchista, Muntadas è un artista impegnato che, lontano da ogni slogan o propaganda, ha messo al centro della sua ricerca indipendente l’urgenza di porsi interrogativi, di riattivare negli spettatori una coscienza critica.


ANTONI MUNTADAS  vive e lavora a New York dal 1971. Ha insegnato in diverse istituzioni in Europa e negli Stati Uniti, tra cui l’Ecole Nationale des Beaux Arts a Parigi, l’Ecole des Beaux Arts a Bordeaux e a Grenoble, University of California a San Diego, il San Francisco Art Institute, Cooper Union, l’Università di San Paolo del Brasile e l’Università di Buenos Aires. Insegna attualmente presso il Dipartimento di Architettura del MIT, Cambridge, Massachusetts e allo IUAV a Venezia.

Il suo lavoro è stato esposto in numerosi musei, tra i quali ricordiamo: il MoMa di New York; Berkeley Art Museum; Musée Contemporain de Montreal, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía a Madrid, Museo de Arte Moderno a Buenos Aires, Museu de Arte Moderna a Rio de Janeiro, e il Museu d’Art Contemporani de Barcelona. Il suo lavoro è stato incluso in varie mostre internazionali, tra cui: le edizioni VI e X di Documenta a Kassel (1977, 1997); Whitney Biennial of American Art (1991); la 51a Biennale di Venezia (2005), dove ha presentato On Translation: I Giardini, presso il Padiglione spagnolo, e altre Biennali a San Paolo del Brasile (1983), L’Avana (2000), Taipei (2002), Gwangju (2004), Istanbul (2011) e alla Triennale di Parigi (2012).

Tra le recenti esposizioni personali ricordiamo: Protokolle, Württembergischer Kunstverein, Stoccarda (2006); Proyectos Urbanos (2002/2005), Hacia Sevilla 2008 al Centro de las Artes de Sevilla (2006); Histoires du couteau, Le Creux de l’enfer, Centre d’art contemporain, Thiers (2006-2007); On Translation: Açik Radyo, Myths and Stereotypes al Museo d’arte moderna di Istanbul (2010); About Academia, The Carpenter Center for the Visual Arts, Harvard University, Cambridge, Massachusetts; Arizona State University Art Museum e American Academy in Rome (2011); Muntadas: Entre/Between al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid (2011–2012).

Il suo lavoro si trova, tra le altre, nelle seguenti collezioni pubbliche: The Museum of Modern Art, New York; The Solomon R. Guggenheim Museum, New York;  Long Beach Museum of Art, Long Beach, California; Rotch Library – M.I.T., Cambridge, Massachusetts; Centre George Pompidou, Paris; Centro de Arte Reina Sofia, Madrid; Fundació Museu d’Art Contemporani de Barcelona (MACBA); Fundació La Caixa, Barcelona; Instituto Valenciano de Arte Moderno, Valencia; Ludwig Museum, Budapest; Palais de Beaux Arts, Bruxelles; Fundaçao de Serralves, Porto; Museo de Arte Moderno, Buenos Aires; Museu de Arte Contemporanea, São Paulo; Museo de Arte Contemporaneo, Caracas; The Banff Centre, Banff, Canada; National Gallery, Ottawa; Israel Museum, Gerusalemme.

Muntadas ha inoltre ricevuto premi dalle seguenti istituzioni: Solomon R. Guggenheim Foundation, Rockefeller Foundation, National Endowment for the Arts, the New York State Council on the Arts, Arts Electronica di Linz; Laser d’Or a Locarno, il Premio Nacional d’Arts Plastiques concesso dal Governo catalano, il Premio Nacional de Artes Plásticas nel 2005 e il Premio Velázquez de las Artes Plásticas nel 2009, rilasciato dal Ministero della Cultura spagnolo.

 INFO PUBBLICO Ingresso libero fino ad esaurimento posti

 

OLTRE OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO. Exposición de Alberto Di Fabio – Kepa Garraza

PROYECTO COMISARIADO POR RAFFAELE QUATTRONE CON OBRAS DE ALBERTO DI FABIO Y KEPA GARRAZA

11 DE MAYO – 9 DE JUNIO DE 2017. SALA DE EXPOSICIONES DE LA REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA / ENTRADA GRATUITA HASTA COMPLETAR AFORO

El “más allá de toda duda razonable” es un principio del derecho en virtud del cual el juez emite una sentencia de condena desde el momento en que se halla en posesión de pruebas suficientemente evidentes para justificarla. En otras palabras, el principio del “más allá de toda duda razonable” es una prueba de certidumbre, que se diferencia claramente de la condición social y cultural contemporánea que el sociólogo alemán Ulrich Beck define como “sociedad mundial del riesgo”, donde la certeza acerca del progreso de la Modernidad se ha visto definitivamente sustituida por la duda, es decir, por el método a través del cual nace y se desarrolla la propia Modernidad.

Esta es la clave de lectura utilizada por el comisario Raffaele Quattrone para leer las obras de Alberto Di Fabio y Kepa Garraza: dos prácticas artísticas de gran calidad que reflexionan acerca de la manera en que percibimos y esperamos la realidad. Este proyecto, iniciativa del ccomisario Raffaele Quattrone, se enmarca en la línea de colaboración con comisarios italianos que la Real Academia de España en Roma está promoviendo.


Alberto Di Fabio, artista de gran fama internacional, nos tiene acostumbrados desde hace tiempo a una reflexión acerca de cómo percibimos lo que nos rodea aumentando lo que es pequeño e invisible, pero no por ello menos importante para nuestra existencia. Átomos, neuronas, células, pero también el aura, la energía fosfénica, los paisajes mentales. Una “realidad paralela” que se desvela a los ojos del visitante a través de este signo único y distintivo, estimulando meditaciones, recogimiento, concentración. Un “juego” de inversión de perspectivas que se convierte en método para un crecimiento espiritual y moral. Obras que se convierten en puertas de acceso a mundos paralelos donde la belleza y la armonía nutren y regeneran nuestro ser.

Kepa Garraza, artista español asentado en Bilbao, muestra una selección de obras de su nueva serie “Power”, algunas de las cuales han sido ejecutadas para la exposición en la Real Academia. Es esta serie, el artista reflexiona acerca de la representación del poder en la cultura occidental, desde la Grecia clásica hasta nuestros días, tomando como punto de partida el uso de la escultura en la producción de retratos de personajes históricos directamente vinculados con el poder político o militar. Así, encontramos a Julio César, Alejandro Magno, Vladimir Putin, Napoleón Bonaparte o Stalin. Personajes que han hecho la historia de Occidente y que emplearon el arte como instrumento de propaganda. Tenemos también aquí un estímulo a nuestra capacidad de percepción: no hay que creer inmediatamente la versión oficial.

Raffaele Quattrone es sociólogo y comisario de arte contemporáneo. Es presidente del departamento de Emilia Romagna de la Asociación Italiana de Sociólogos, director de la Revista Startup (editada por Joomag en Estados Unidos), embajador del proyecto Rebirth-Terzo Paraíso creado por Michelangelo Pistoletto, colaborador del Wall Steet International Magazine y de la Galería Sedition de Londres, fundada por Harry Blain propietario de la galería de Blain|Southern. Ha comisariado diversas exposiciones, en espacios tanto institucionales como no institucionales y publicado dos libros sobre la relación entre sociología y arte contemporáneo.


INFORMACIÓN COMPLEMENTARIA: Oltre ogni ragionevole dubbio. Quattrone, Di Fabio y Garraza

Lo que muda no muere. El debut de la bailarina vieja

26 de abril de 2017. Cripta del Templete de Bramante, 21.00 h Entrada gratuita hasta completar aforo

El cambio
de estación. No cesará
la orquesta – no es posible acallar
su melodía-. Escucha. Escucha tal vez puedan dos tristes bailarines
al fin
acompasarse. Tú baila. Tú baila baila baila
– si antes
te aferraste
ahora
te desprendes-. Tú baila y mientras bailas
aprende lo que dice- lo que muda
no muere- aprende
lo que dice
la canción del otoño:
lo que muda
no muere.

“Aprender”, Ada Salas

 

Esta acción es el primer paso de La edad de la carne, un proceso de investigación y creación sobre el envejecimiento de los cuerpos.

Lo que muda no muere abre una mirada microscópica al paso del tiempo como agente constructor de la materia. Los paisajes respiratorios que estáis mirando son imágenes tomadas de cultivos de distintas materias, realizados desde el mes de febrero de este año.

Estos paisajes se encuentran con el cuerpo de la bailarina vieja, una criatura que nació vieja y bailarina a la vez. Un cuerpo gravitatorio, de movimiento frágil que esta noche hará su debut .

 

 

Jorge Carruana Bances y el cine de animación cubano de los años ‘60

26 de abril de 2017. Sala de Conferencias de la Real Academia de España en Roma, 19.00 h

Como parte de las actividades colaterales a la exposición Jorge Carruana: Fumetti, sesso, guerra…, se ha organizado el programa audiovisual Jorge Carruana Bances y el cine de animación cubano de los años ‘60, que estrenará en Roma varios cortos de animación del artista. La proyección contará con la introducción de la curadora de la muestra, Suset Sánchez, y del Dr. Xose Prieto Souto, Profesor de comunicación audiovisual de la Universidad Carlos III de Madrid.

Los filmes han sido rescatados de los archivos del Instituto Cubano de Arte e Industria Cinematográficos (ICAIC) de La Habana, gracias a la labor de la investigadora Miryorly García. La mayor parte de las piezas audiovisuales incluidas en el programa, entre ellas el corto El gallito de papel, cuyo argumento, dirección y animación estuvo a cargo de Carruana, no se han programado desde los años sesenta, siendo ésta una oportunidad única para comprobar la vitalidad de las producciones de la primera hornada de realizadores del Departamento de Dibujos Animados del ICAIC.

Entre las obras cinematográficas seleccionadas, se incluyen dos cortos animados fundamentales en esa primera etapa creativa de Carruana , El gallito de papel  (1964) y Un sueño en el parque  (1965). El primero, que cuenta con argumento, dirección y animación del artista, es una fábula sobre arquetipos del bien y el mal reproducidos en los juegos y la imaginación infantiles. Con un dibujo geométrico simplificado y la alternancia de planos de colores que definen las formas y los fondos, el artista logró una obra de cuidado resultado estético que cautivó la atención del público y el jurado en importantes festivales de cine europeos a mediados de los años ’60. Un sueño en el parque, con diseños y animación del artista, es un poético alegato antibelicista que tiene como telón de fondo la guerra nuclear. Ambos filmes demuestran la maestría de Carruana como dibujante, uno de los elementos fundamentales de su oficio que se puede comprobar a través de la exposición que acoge la Real Academia de España en Roma y con la que dialoga este programa audiovisual.

 

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Visionado de portolios fotográficos de PHOTOESPAÑA. 5 y 6 de mayo de 2017

La Fundación Ankaria, con la colaboración de PHotoEspaña (PHE), festival internacional de fotografía y artes visuales, y la Academia de España en Roma, organizan un visionado de porfolios que tendrá lugar los días 5 de mayo (16.00 a 20.00 h) y 6 de mayo ( 10.30 a 14.00 h) en la Academia de España en Roma.

El visionado de porfolios es un programa de carácter formativo que está diseñado para aquellos fotógrafos que estén desarrollando un cuerpo de trabajo y buscan conocer diferentes perspectivas profesionales con el fin de mejorar su presentación y dar visibilidad a su obra. Un total de 15 fotógrafos tendrán la posibilidad de mostrar su trabajo en una presentación de 20 minutos con tres destacados comisarios y gestores.

VISIONADORES

Claude Bussac, Directora La Fábrica, España
Isabel Elorrieta, Directora Fundación Ankaria, España
José María Luna, Director de la Agencia Pública para la Gestión de la Casa Natal de Picasso y otros equipamientos museísticos y culturales del Ayuntamiento de Málaga
Experto de entidad cultural italiana

FECHA Y LUGAR 

Biblioteca de la Real Academia de España en Roma
Viernes 5 de mayo, de 16.00 a 20.00 h
Sábado 6 de mayo, de 10.30 a 14.00 h

DESCARGAR CONVOCATORIA Y PROGRAMA Visionados porfolios. Roma 5-6 mayo 2017

Il diaframma è un muscolo / una cupola che sostiene tutta la fascia scapolare, la parte alta della colonna, gli arti superiori e il cranio. È il muscolo / cupola che regge il nostro essere – cuore – testa.

È inserito fra l’apofisi xifoide dello sterno, i bordi costali della parete toracica, le estremità dell’XI e della XII costola, legamenti della parete addominale posteriore e le vertebre lombari L1, L3 e L4.

Il cuore riposa sopra al diaframma.

L’escursione diaframmatica, ossia il suo movimento durante la respirazione, va da 1,5 a 10 cm di lunghezza. Durante l’inspirazione il diaframma si abbassa per lasciare spazio ai polmoni, e si appoggia sulle viscere. Nell’espirazione sale, si rilassa e torna al suo posto.

 

La fortezza è la virtù soprattutto di chi resiste. Inoltre capita che nonostante possiamo vedere l’azione come qualcosa tendenzialmente di limitato nel tempo, la resistenza ella fortezza richiede quasi sempre perseveranza e uno sforzo sostenuto. Perseverare significa questo: mantenersi fermi quando serve. I puntelli di qualsiasi struttura non possono cedere nemmeno un istante affinché la struttura stessa rimanga in piedi.

“Da La resistenza intima”,  Josep Maria Esquirol

“No, non serve che tu lo faccia tutto il tempo.”

“Non fa nulla.”

Ma non è vero, sì che fa.

Le cupole e il nostro diaframma sostengono lo scorrere del tempo e tutte le tensioni del nostro corpo, le accolgono, non si sgonfiano e non traballano.

Potremmo prenderci un po’ più cura dei nostri diaframmi. Una rivendicazione del minimo indispensabile del sostegno ai nostri organi, di tutti i tetti pieni d’aria e di luce che donano sollievo alle città.


 

Ci trasferiamo alla cripta del Tempietto del Bramante per un giorno, per resistere insieme a lui il corso del tempo, festeggiandolo con danza. L’azione è continuata dalle 10.00 fino alle 18.00 ore. Il pubblico potrà partecipare in qualsiasi momento e rimanere tutto il tempo che voglia.

INTERPRETI 

Irene Cantero e Luz Prado

COLLABORAZIONE DI 

Elena Córdoba e David Benito

 

Concerti di Musica da Camera. Ciclo “I Venerdì Musicali della Real Academia de España en Roma”

Ciclo di concerti di musica da camera, risultato della collaborazione tra la Real Academia de España en Roma e il corso di alto perfezionamento della Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Venerdì di aprile, maggio e giugno, nella Sala dei Ritratti, alle ore 19.00. Ingresso libero fino a esaurimento posti.

PROGRAMMA

21 APRILE, ORE 19.00

RACHMANINOFF, Trio élégiaque No.1 in Sol minore

SHOSTAKOVICH, Trio Op.8 in Do minore

Trio Pragma
Federica Severini, violino
Giovanni Sanarico, violoncello
Gennaro Musella, pianoforte

SHOSTAKOVICH, Quintetto Op. 57 in Sol minore

Roberta Lioy, violino
Matteo Bovo, violino
Vincenzo Starace, viola
Emilio Mottola, violoncello
Stefania Argentieri, pianoforte


5 MAGGIO. ORE 19.00

V. BEETHOVEN, Sonata Op. 12 No. 1 in Re maggiore

Roberta Lioy, violino
Stefano Ruiz de Ballesteros, pianoforte

BRAHMS, Trio Op. 101 in Do minore

Roberta Lioy, violino
Vincenzo Lioy, violoncello
Stefania Argentieri, pianoforte

RAVEL, Trio in La minore

Trio Dmitrij
Henry Domenico Durante, violino
Francesco Alessandro De Felice, violoncello
Michele Sanpaolesi, pianoforte


9 GIUGNO. ORE 19.00

SCHUBERT, Sonata il La minore “Arpeggione”

Vincenzo Starace, viola
Marlene Fuochi, pianoforte

BRAHMS, Quartetto Op. 25 in Sol minore

Cecilia Cartoceti, violino
Teresa Dangelico, viola
Ilaria Calabrò, violoncello
Lucija Majstorović, pianoforte


16 GIUGNO. ORE 19.00

V. BEETHOVEN, Trio “degli Spettri” Op. 70 n. 1 in Re maggiore

Valentina Matiussi, violino
Emilio Mottola, violoncello
Marlene Fuochi, pianoforte

MENDELSSOHN, Trio Op. 49 in Re minore

Matteo Bovo, violino
Francesco Marini, violoncello

“Son Regina, e sono amante”

CONCIERTO –  CONFERENCIA. Salón de Retratos de la Real Academia de España en Roma. Viernes 7 de abril, 18.30 h

Son regina, e sono amante es un proyecto de Música y Musicología desarrollado por la Doctora Ana Lombardía en la Real Academia de España en Roma durante el año 2016/2017. Aborda por primera vez el papel de las mujeres en los intercambios musicales entre España e Italia durante el primer cuarto del siglo XIX (1801-1824). La figura central es la infanta española María Luisa de Borbón (1782-1824), Reina de Etruria y Duquesa de Lucca. Vivió 20 años en Italia, cultivando  una intensa pasión por la música como mecenas, coleccionista, pianista, cantante e incluso compositora. Además estableció contacto con compositoras y libretistas italianas que le dedicaron obras artísticas como algunas de las composiciones que escucharemos en este concierto.

*Esta actividad se realiza gracias a las Becas MAEC-AECID de Arte, Educación y Cultura para el curso académico 2016–2017, dentro del programa de becas de la Real Academia de España en Roma. El concierto cuenta con la colaboración de la Fondazione Musica per Roma y Accademia Maria Luisa di Borbone (Viareggio).

 

PROGRAMA

I. I “maestri” di Maria Luisa

Tre canzoni –  Francesco Federici (1748-1799)

*Dodici ariette (1815)Che fa il mio bene/ *Cinque arie: O candida pace – Filippo Moroni (fl. 1800-1833)

II. Le dame al fortepiano

*Sonata Malinconia nella partenza di Sua Maestà – Nunziata Mazzini

*Sonatina in Concerto per li Canari – Nunziata Roberti

*Potpurie pour le clavecin / *Prima esecuzione in tempi moderni – Anónimo

III. Canzoni spagnole

Aquel que gime y suspira – Andrés Rosquellas (1781-1827)

Tre canzoni – José Rodríguez de León (1784-1825)

La cautiva en prisiones – Anónimo

IV. Fortepiano alla spagnola

Seguidillas de bailar bolero – Anónimo

Fandango nuevo – Francisco Díaz

V. Serie di seguidillas anonime

El pajarillo incauto

Cuando de ti me aparto

En placer se embriaga el avecilla

En la amorosa nave de mi criado

Los amantes más viles y más ingratos

Quien camina “depriesa” poco adelanta

Las naves que de golfo se redimieron

 

INTERPRETACIÓN A CARGO DE

Marta Estal – Soprano

Barbara Panzarella – Pianista