YEYEI GÓMEZ, EPPUR SI MUOVE

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 148│MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI RESIDENTI, STAGIONE 2020/2021

Dal 7 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022

 

PROGETTO


EPPUR SI MUOVE

Il progetto si incentra sulla figura di María Teresa León (1903-1988) e il suo ruolo protagonista negli eventi della Spagna nel decennio del 1930.

León riversa in storie, racconti, sceneggiature e nella sua pratica vitale, idee che mirano a essere, dalla letteratura alla politica, uno strumento per risolvere i problemi della società. La sua vita e le sue opere, sempre intrecciate, furono segnate dal suo impegno nei confronti della cultura e il progresso dei diritti sociali. Spiccano i suoi viaggi in Europa per studiare il movimento teatrale; il suo lavoro come editrice di Octubre e Mono Azul e come organizzatrice del II Congreso Internacional de Intelectuales. Fu anche direttrice del Teatro de la Zarzuela e delle Guerrillas del Teatro durante la guerra e il suo ruolo fu fondamentale nella Junta de Incautación del Tesoro Artístico [Comitato di confisca del tesoro artistico]. La sua implicazione politica rese per certi versi invisibile la sua produzione letteraria, portandola a un oblio consolidato dall’esilio, all’abnegazione nei confronti del compagno e a una storiografia che, salvo poche eccezioni, al suo ritorno l’ha messa da parte.

Degli oltre tre decenni passati in esilio, visse gli ultimi a Roma. Lì scrisse la sua autobiografia Memoria de la melancolía, in cui è evidente la sua lotta contro l’oblio, in uno sguardo costante al passato che l’ha accompagnata per tutta la vita, prima come rivendicazione della necessità di mettere nero su bianco al fine di ricordare gli anonimi e poi come modo di fissare la propria storia di vita di fronte alla perdita di memoria.

La battaglia culturale che fecero negli anni irreconciliabili della Spagna sia lei che altre voci invita a riflettere e a chiedersi se esista una qualche possibilità per la cultura di uscire a testa alta dallo scontro contro la barbarie senza poi esserne assimilata e strumentalizzata.

 

OPERE


MONITOR GRANDE

In questo video vediamo un’animazione con immagini e disegni di María Teresa León realizzati da Yeyei Gómez, che presentano un percorso biografico della scrittrice.

COMPOSIZIONE DI 12 VIGNETTE

L’esilio romano della coppia rivitalizza il lato di Alberti pittore, che in quegli anni si trova all’apice della sua fama sia a livello mondiale che locale in Italia. “Io sono la coda della cometa, lui va davanti. A quel punto tira fuori un pettine dalla tasca e si pettina”, scrive María Teresa tra il 1966 e il 1968. Sua figlia Aitana descrive senza metafore la personalità del padre quando dice che “Alberti non si è mai occupato di nessuno che non fosse se stesso”. 

I testi che accompagnano quest’opera sono scritti su diverse immagini che rappresentano le lettere N, A, R, C, I, S, O, serigrafie che espose nel 1972 all’interno della raccolta intitolata “Il lirismo dell’Alfabeto”.

Il testo che appare nelle vignette è il seguente:

“Alcune donne scelgono di essere muse piuttosto che creatrici, di essere madri protettrici piuttosto che artiste, di gestire l’opera dell’altro piuttosto che firmare la propria. Anche per quelle che mantengono il proprio lavoro creativo il sostegno della struttura familiare comporta la perdita della propria individualità. Vivendo anima e corpo in loro e nella loro opera, passano in secondo piano, si trasformano felicemente nella coda della cometa di quel bambino in corpo di uomo. E per ognuna di loro è una decisione totalmente libera perché i rapporti di potere sono vaghi quando si costruiscono sulla base dell’attaccamento. Ma questo presunto rapporto amoroso è innanzitutto un rapporto lavorativo, e mentre lui vive, cambia, e si muove nel tempo, lei si mantiene stabile nello spazio della sicurezza, lo spazio del focolare. Accolto dal rifugio emotivo di chi è storicamente una specialista delle emozioni e dell’affetto, il grande genio può proseguire con la sua opera. Nell’intimità familiare ne elogiano il valore, la considerano un’estensione di se stesso che alimenta il proprio ego. È cosciente che senza di loro non è nessuno, ma fuori di casa dimenticherà il suo nome, che per un accumulo di lapsus verrà dimenticato per sempre.”

TABLET 1

Indici onomastici di Memoria de la Melancolía (1970, María Teresa León) e La arboleda perdida. Libro III y IV de memorias (1987, Rafael Alberti).

Sulla sinistra possiamo vedere il numero di volte che María Teresa León menziona Rafael nelle sue memorie e sulla destra il numero di volte che Rafael Alberti menziona María Teresa León.

TABLET 2

Nell’ultima fase del suo esilio María Teresa León viene relegata da scrittrice a eterna accompagnatrice del genio, e si stabilisce una gerarchia che colloca il nome di María Teresa come postilla e aggiunta di una frase in cui Alberti rimane sempre e comunque il soggetto dell’orazione. Negli articoli di giornale dedicati alla coppia León e Alberti si vede la perdita dell’individualità di lei a favore di una fusione in cui in nome dell’amore il più forte fonde l’altro.

Questo video è il risultato della documentazione che ho reperito su María Teresa León, sia di ritagli di giornale in cui lei firma i suoi testi che di articoli giornalistici in cui altri parlano di lei e di Rafael Alberti. Tramite la ripetizione della firma di María Teresa presente nei suoi articoli e nei suoi testi, i suoi pseudonimi, e frasi in cui altri inseriscono il suo nome, vediamo come l’identità delle donne corre sempre il rischio di essere consolidata in funzione dei rapporti che costruiscono con altri uomini e di rimanere diluite nella presenza dell’altro.

 

BIOGRAFIA


 YEYEI GÓMEZ
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(Madrid 1993) Disegnatrice e vignettista. Ha pubblicato Cuaderno de clase (2019), un materiale concepito come risorsa per lavorare con studenti della scuola secondaria sulle possibilità espressive della fanzine e del fumetto; Guy (2017), un approccio in formato fumetto alla figura della cineasta francese, e Naufragio Universal (2017), una raccolta di vignette di riflessione sociale insignito nel 2016 del Premio Injuve e ripubblicata in Francia nel 2021 da Editions en Apnée.

La sua opera grafica è stata esposta nella galleria La Empírica a Granada (2017) e in altri spazi come la Sala Amadís a Madrid (2017 e 2018) o l’Antiguo Hospital de Santa María la Rica di Alcalá de Henares (2018).

La sua opera si colloca nel campo dell’illustrazione editoriale, humor grafico e cartellonismo. Partecipa regolarmente a incontri inerenti all’illustrazione e al fumetto (ARF! Festival 2019, Unicomic 2018, Encuentro de Diseño y Cultura Digital 2018, Other Museums Generation 2018), e concilia il suo lavoro con la docenza. Yeyei Gómez è diplomata in Disegno Grafico alla Escuela Superior de Diseño di Madrid, specializzata in incisione e stampa presso la Escuela de Arte10, e Master in formazione alla docenza all’Universidad Autónoma di Madrid.

www.yeyeigomez.com

MARAL KEKEJIAN, URMA. PAESAGGIO E CULTURA CONTEMPORANEA NELLA CITTÀ DI ROMA

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 148│MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI RESIDENTI, STAGIONE 2020/2021

Dal 7 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022

 

PROGETTO


URMA. PAESAGGIO E CULTURA CONTEMPORANEA NELLA CITTÀ DI ROMA

Per vent’anni ho lavorato per le istituzioni, legata alla gestione e alla creazione di contesti culturali. E negli ultimi cinque ho avuto la fortuna di esercitare una pratica, rivolta principalmente allo spazio pubblico, che mi ha permesso di ampliare il mio lavoro e di trasformarlo in maniera profonda.

Vale a dire: cercare, partendo dalla sfera pubblica, una forma originale ed espansa dei contesti culturali, ma senza accantonare la sfera istituzionale, includendone i saperi. Un invito a una materia conosciuta dai creatori, che esige però uno sguardo rinnovato, un’osservazione della realtà e una produzione di opere specifiche che non si riduce ai formati usuali di musei, teatri o sale concerti. Un modello culturale che include e responsabilizza le infrastrutture municipali, l’urbanismo, il clima e il tempo, e la cittadinanza.

Un pensare al fuori per il fuori. Un esercizio di gestione decentralizzato e accessibile partendo da ciò che non si conosce, un’appropriazione dello spazio comune delle città. La costruzione di un immaginario che raccoglie e amplia una realtà segnata dal dialogo e dalla distruzione di schemi prestabiliti, le barriere sociali che ci vengono imposte, che non mettono in discussione né la propria pertinenza né la propria sopravvivenza. Una pratica culturale che fa appello a un modo costante di porre domande alla città.

URMA è il progetto che usa Roma come laboratorio di lavoro. Il progetto consta di tre parti: 

1. Quella teorica e di scrittura.

2. Quella della creazione di un contesto a partire dai parametri posti dalla città, le sue infrastrutture, l’istituzione e l’idea di tempo.

3. L’applicazione pratica con contenuti specifici per Roma, il tutto in dialogo con il tessuto artistico e la cittadinanza.

La prima parte di ricerca teorica punta verso tre direzioni: spazio pubblico/spazio comune, la costruzione del paesaggio a partire da nuovi immaginari e la creazione di volumi effimeri a partire dalla pratica delle arti vive e, infine, l’idea di celebrazione, di festa e la ricerca di radici nelle tradizioni, le quali appellano all’arte di stare insieme.

La seconda parte del progetto è un dialogo tra teoria e pratica, sulla base del contesto e del contenitore. In questo caso sarà Roma e la sua distribuzione geopolitica, amministrativa, storica e orografica, insieme all’Academia de España en Roma come interlocutrice del mio progetto. Inoltre, per questo contesto creato, si impone come elemento di sviluppo l’uso del tempo in tre direzioni: dal presente e come la pandemia ha determinato le sue regole del gioco per la pratica. Il secondo, l’uso del passato e della storia nella costruzione di Roma come spazio immateriale dal quale proporre cose nuove, recuperarne altre o rendere visibile ciò che fece parte della città viva. E infine, il futuro che cercherà di immaginare azioni chimeriche e irrealizzabili che amplino il nostro immaginario collettivo.

La terza parte è quella pratica, la sfera pubblica e ciò che si condivide con la città. URMA ha già presentato tre azioni, ha recuperato una tradizione dimenticata, e ha reso visibile una tradizione romana che sopravvive ancora oggi. Le tre azioni create sono: “Bacio all’aria” una sequenza di fuochi artificiali di un minuto ripetuta per una settimana, lanciati dalla torre dell’Accademia, un luogo privilegiato dal quale si abbraccia con lo sguardo gran parte della città. La seconda è stata “Serata Farmacia”, una silent disco guidata da musica elettronica a cura di tre dj, sotto diverse croci di farmacie del quartiere Esquilino. E la terza azione “Fi-danzanti o viva gli sposi”, una celebrazione del matrimonio di Jorge Dutor e Guillem Mont del Palol nella piazza pubblica di San Pietro in Montorio. La tradizione o, in questo caso, leggenda recuperata, è stata la “Cocomerata di San Bartolomeo” sull’Isola Tiberina, in cui si sono dati cocomeri ai romani e si è lanciato angurie nel fiume Tevere. E la tradizione resa visibile narra come ogni 5 di agosto, all’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore, piovono petali di dalia e rosa bianca, durante la celebrazione della festività della Madonna delle Nevi, patrona della basilica.

 

OPERE

TELA TORRE

“Bacio all’aria” dal 30 agosto al 5 settembre 2021, azione ideata da Maral Kekejian con la collaborazione di Aleix Tobias e pirotecnie Vulcano.

Bacio all’aria è un gesto culturale di amore ripetuto nei confronti della città di Roma e dei suoi abitanti. Un gesto poetico di rincontro visivo ma nella distanza fisica dei corpi. Un gesto formale, una chiamata pubblica lanciata in aria per tutti da un qualsiasi punto di Roma, consapevoli che oggi l’elemento aria emette un messaggio virulento per il suo carattere propagatore.

Per 7 giorni consecutivi, il prossimo estate, dall’Academia de España en Roma, situata nella piazza di San Pietro in Montorio sul colle del Gianicolo, si lancerà una breve sequenza di fuochi artificiali che verrà ripetuta ogni giorno alla stessa ora.

Bacio all’aria si basa sulla continuità e sulla ripetizione, sugli effetti a catena, sul passaparola tra vicini per continuare a pensare la città come spazio di convivenza e per percepire lo spazio pubblico come luogo di costruzione sociale e culturale. E, come gesto poetico, vuole aiutare a mitigare lo smarrimento collettivo, la stanchezza e la perdita di nuovi riferimenti comuni, cercando, con prudenza, di capire e praticare la costruzione di nuove tradizioni che accompagnino quelle vecchie.

Questo appuntamento, che si aggiunge alle azioni commemorative dei 150 anni dell’Academia de España en Roma, ha la vocazione di celebrare l’arte di stare insieme in una Roma, come la maggior parte delle città del mondo, colpita dalla pandemia.

Bacio all’aria fa parte del progetto “URMA. Spazio pubblico e paesaggio contemporaneo nella città di Roma”. Un progetto di Maral Kekejian, creatrice e gestrice di progetti culturali, attualmente borsista e residente della R.A.E.R.

In collaborazione con: Pirotecnica Vulcano, Ronchi Fireworks, Aleix Tobias e tutti i miei colleghi dell’ Accademia de Spagna.

Fotografia: David Jiménez. Fotografo di fama e responsabile della registrazione di Bacio all’aria. Per 7 giorni David si è posizionato con la sua macchina fotografica in diversi punti della città e dei dintorni dell’Accademia per scattare fotografie con diverse prospettive dell’effimero (i fuochi artificiali), la città, la notte e l’Academia de España en Roma. 

VIA CRUCIS 

“Serata farmacia”, 10 e 11 settembre 2021, azione ideata da Fabrizio Federici.

Via Crucis: una processione con musica tra le farmacie dell’Esquilino.
Dj invitati: Eva Geist, Hugo Sánchez e Juanito Jones.

I giorni e, soprattutto, le notti delle nostre città sono rischiarate a intermittenza da innumerevoli insegne cruciformi. La loro frenesia elettronica le allontana dallo spirito dei luoghi che segnalano, nei quali si entra, in silenzio e forse con apprensione, per chiedere aiuto e trovare un rimedio ai propri mali. Le collega invece a spazi che possono sembrare l’opposto: quelle luci indiavolate rimandano ai laser e ai faretti che ritmicamente ricamano o squarciano il buio delle discoteche. Luoghi molto distanti, indubbiamente; anche se l’esigenza di star meglio che spinge a varcare la soglia di entrambi non è poi così diversa.

Ballare ai piedi di queste croci salutifere non è quindi così assurdo: può rappresentare una divertente opportunità di recupero e di rilancio dell’idea di spazio pubblico. I tre dj, Eva Geist, Hugo Sánchez e Juanito Jones, daranno il via alle danze: in modalità silent disco, i partecipanti all’iniziativa balleranno al chiarore intermittente di tre farmacie dello storico quartiere romano dell’Esquilino.

Fotografie: Jorge Anguita Mirón. Artista e fotografo madrileno che lavora principalmente sul concetto della luce, osservandola al di là dell’ambito fisico. È stato invitato a registrare le due notti di Serata Farmacia, mentre anche lui ascoltava con le cuffie la musica elettronica, osservava e documentava, la luce delle farmacie, il movimento della strada e delle persone che la transitavano e di quelle che ballavano mentre usufruivano l’azione con le proprie cuffie.

VIDEO

Ubicazione: Chiostro superiore

“Bacio all’aria” 12 giugno 2021, azione ideata da Maral Kekejian con la collaborazione di Aleix Tobias e pirotecnie Vulcano, e realizzato da tutti i colleghi dell’Academia e alcuni invitati conosciuti e altri sconosciuti. 

La notte del 12 giugno tutti i colleghi dell’Accademia si sono distribuiti nella città di Roma per fare un registro audiovisivo dei fuochi artificiali del progetto. Tutti hanno filmato da diversi punti della città dai quali si vedevano l’Accademia e i fuochi artificiali, aggiungere che alcune delle immagini che appaiono sono del pubblico che ha mandato all’Accademia la registrazione dei fuochi e che sono state inserite nel video.

Video e suono: Javi Álvarez.

Qui il link al video: Bacio all’aria

MAPPA

Ubicazione: Chiostro superiore

Mappa di “Bacio all’aria”. Coreografia di fuochi artificiali per incrementare la visibilità della Real Academia de España nella città di Roma. 

Concept e design: Elii, oficina de Arquitectura.

 

FIGURINA RICORDO

Ubicazione: Chiostro superiore

Fotografía: Marcela Sciaccaluga. É stata la fotografa invitata a registrare il matrimonio tra Jorge e Guillem. Lei doveva inoltre realizzare una sessione fotografica degli sposi nel Tempietto di Bramante. L’idea di documentazione di quest’azione di URMA era la registrazione della finzione della performance rappresentata, una similitudine con le foto ricordo di un matrimonio. Questa figurina è un ricordo tipico del matrimonio e della celebrazione del rito del matrimonio. 

 

BIOGRAFIA


 MARAL KEKEJIAN
4.-RETRATO MARAL KEKEJIAN EN BAJA (1)

 

Coordinatrice e docente del modulo di Arti Sceniche e Musica del Master di Gestione Culturale dell’Università Carlos III. Consulente di Arti Sceniche per il bando PICE di AC/E. Curatrice delle PICNIC SESSIONS 2021, CA2M. È membro del Gruppo di lavoro culturale “Llanes. Paisajes en folixa” per il Comune di Llanes e la Fondazione Daniel e Nina Carasso, 2020, 2021 e 2022. Membro del Teatro del Consiglio di Stato per le Arti Sceniche e della Musica. INAEM, 2020. Direttrice artistica di Veranos de la Villa 2016 – 2019, Comune di Madrid. Direttrice artistica della Campagna di Natale / Cavalcata dei Re Magi 2015 – 2016, Comune di Madrid. Direttrice di produzione della compagnia svizzero-spagnola La Ribot. Ginevra, 2015. Direttrice dell’Area di Arti Sceniche, produce e coordina musica, danza, teatro, performance e programmazione per bambini per la Casa Encendida. Madrid, 2005 – 2014. Vicedirettrice del Teatro Pradillo. Madrid, 2001 – 2005. Coordinatrice delle Settimane Internazionali di Teatro per Bambine e Bambini, organizzate dalla Asociación Acción Educativa. Madrid, Lugo e Coruña, 1999 – 2006. Laureata in Storia dell’Arte presso l’Università Autonoma di Madrid (U.A.M.), Madrid, 1996 – 2001.

CRISTINA MORALES, OPTARE PER LA LUNA

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 148│MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI RESIDENTI, STAGIONE 2020/2021

Dal 7 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022

 

PROGETTO


“Optare per la luna”: Forte Prenestino, ESC Atelier e MAAM: Un romanzo su arte e okkupazionE

Il progetto di romanzo “Optare per la luna” verte su arte e spazi okkupati a Roma, come il Forte Prenestino, l’ESC Atelier e il MAAM. Mettendo in discussione la teoria e la pratica dei circuiti artistici e letterari normalizzati, cominciando dalla concezione tradizionale dell’artista, il Forte Prenestino organizza il festival di fumetti CRACK!, l’ESC Atelier accoglie L’IVRE, incontro tra editori e produttori di vino indipendenti; e il MAAM ha come motto unire le condizioni basilari della sopravvivenza con il lavoro creativo.

È mia intenzione superare il codice argomentativo ed estetico che colloca al centro della narrazione una o diverse vite individuali, collocando, al suo posto, un personaggio collettivo che trascenda i limiti e gli aneliti propri del soggetto individuale, e più concretamente, del soggetto artista. Il mio obiettivo è indagare queste tre comunità romane nate attorno all’okkupazione e all’arte non accademica né commerciale, paragonare le loro esperienze con quelle di altri centri italiani simili sebbene geograficamente distanti, come l’Asilo (a Napoli) e Macao (a Milano) e riversare quanto appreso in un manufatto letterario.

Ritengo che l’argomento di “Optare per la luna” sia allettante sia in Italia che in altri paesi in cui esistono (come in Spagna) modelli di gestione e di creazione artistica alternativi, sebbene non così consolidati come gli esempi italiani. Credo che il discorso letterario abbia la potenza per parlare di ciò che si trova ai margini e per portarlo al centro dei nostri interessi come artisti.

 

BIOGRAFIA


CRISTINA MORALES
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Foto di Estefanía Lochtenberg

Cristina Morales (Granada, 1985) è autrice dei romanzi Lectura fácil (Anagrama, Premio Nacional de Narrativa 2019 e Premio Herralde de Novela 2018), Terroristas modernos (Candaya, 2017), Introducción a Teresa de Jesús (Lumen 2015, Anagrama 2020) e Los combatientes (Caballo de Troya 2013, Anagrama 2020), insignita del Premio INJUVE de Narrativa 2012. I suoi racconti sono apparsi in numerose antologie e riviste letterarie. Come drammaturga ha lavorato, tra le altre, per Sol Picó, Sara Molina e per il Teatro Nacional de Cataluña. Nel 2017 le è stata concessa la borsa di studio Beca de Escritura Montserrat Roig, nel 2015 quella della Fundación Han Nefkens e nel 2007 quella della Fundación Antonio Gala per Jóvenes Creadores.

Laureata in Diritto e Scienze Politiche e specializzata in Relazioni Internazionali, è membro della compagnia di danza contemporanea Iniciativa Sexual Femenina e produttrice del gruppo punk At-Asko.

 

SARA GARCÍA, L’ORDINE NOTTURNO

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 148│MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI RESIDENTI, STAGIONE 2020/2021

Dal 7 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022

 

PROGETTO


l’ordine notturno

Il progetto è il risultato di una ricerca che ho sviluppato nel corso degli ultimi sei mesi a proposito dell’ospitalità e del nostro rapporto con l’Altro.

In questo periodo ho avviato una collaborazione con microorganismi per produrre alimenti che condivido con i partecipanti durante diverse cerimonie. Alimenti basilari come la farina, il riso o i piselli sono alterati da batteri, funghi e lieviti che, mediante processi di fermentazione, modificano le molecole degli alimenti dando luogo a nuove consistenze, colori, odori e sapori. In questo modo, i microorganismi trasformano qualcosa di conosciuto in un qualcos’altro di completamente nuovo che siamo incapaci di riconoscere e definire.

Penso a un ordine notturno che abbraccia la perdita di senso e che propone l’esperienza con gli alimenti come una via per accedere ad altre forme di conoscenza. In contrapposizione a un sapere diurno che definisce e quantifica, che addomestica lo sconosciuto, frammentando l’enigmatico fino a dominarlo.

Nella mia pratica è importante inserire il cibo nell’opera per ripensare il modo di creare legami. Ritengo che l’ospitalità e la tavola siano assolutamente connessi. Condividere il cibo è una delle forme più basilari di cooperazione e uno dei rituali più diffusi nella nostra società. Gli alimenti di base ci allontanano da ciò che è inospitale e vuoto, ci avvicinano al rifugio, all’intimità e all’Altro. C’è un piccolo atto di resistenza quando condividiamo un pasto con l’Altro, un gesto di attenzione e cura. I legami affettivi si fortificano quando ricevono, danno o condividono alimenti, benché io tenga comunque presente il complesso rapporto di potere che si stabilisce tra anfitrione e ospite.

l’ordine notturno è un’opera che si attiva durante una serie di cerimonie in cui si condividono alimenti con i partecipanti.

roma open BC

 

BIOGRAFIA


SARA GARCÍA

Spagna, 1983. esplora l’idea della pittura della natura morta attraverso l’elemento partecipativo, principalmente tramite l’uso di alimenti. Partendo da diversi approcci mira a generare esperienze sensoriali intime che riflettono sull’idea di ospitalità e pertanto sul nostro rapporto con l’altro, con ciò che ci è sconosciuto.

Ha studiato Belle Arti all’Universidad de Vigo e all’Universidad Politécnica de Valencia, ha partecipato inoltre al PES (Programa Educativo SOMA) a Città del Messico. Alcune delle mostre a cui ha partecipato sono: El sol y su sombra, CCEMX, Città del Messico, Presencia lúcida, ESPAC, Città del Messico, Una rosa tiene forma de rosa. Oficios e instintos, Casa del Lago, Città del Messico. La Isla, Isleta del Lago Mayor, Bosque de Chapultepec, Città del Messico, Universo vídeo. Geo-políticas, LABoral, Gijón. 

ALÁN CARRASCO, COME UN BATTITO NEL CUORE. UNA GENEALOGIA VISIVA DEL MOVIMENTO OPERAIO IN ITALIA

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 148│MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI RESIDENTI, STAGIONE 2020/2021

Dal 7 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022

 

PROGETTO


Come un battito nel cuore. Una genealogia visiva del movimento operaio in Italia

Il progetto “Come un battito nel cuore” mira a configurarsi come una genealogia visiva attorno alla storia del movimento operaio italiano nel corso di un Ventesimo secolo particolarmente breve delimitato dagli omicidi eccellenti di Umberto I di Savoia (1900) e di Aldo Moro (1978). Il progetto adotterà un formato espanso a mo’ di Bilderatlas Mnemosyne che combinerà il disegno, la pittura, la documentazione storica e materiali di emeroteca in una sorta di ambiziosa crono-cartografia visiva che punta a riflettere sugli eventi e sulle strategie della narrativa storica.

In “Come un battito nel cuore” Carrasco vuole sviluppare con particolare dedizione la critica già introdotta Zygmunt Bauman, secondo cui la storia non è né una linea retta né un processo cumulativo, per facilitare una lettura comprensibile, monolitica e ordinata del passato (critica che appare in maniera ricorrente nei suoi precedenti lavori artistici). Evidentemente la storia non avviene mai in questo modo: i processi complessi – come quelli avvenuti nel Ventesimo secolo – sono segnati da casualità, intrighi, connessioni arbitrarie, interessi, realpolitik e dettagli che non conosceremo mai con certezza.

Con il progetto Carrasco porrà l’attenzione non soltanto sulla dimensione storica delle diverse tappe fondamentali, movimenti e operazioni degli individui e organizzazioni operaie di quasi otto decenni di storia, ma si soffermerà particolarmente sull’analisi visiva ed ermeneutica degli stessi nei corrispondenti periodi politici. Pertanto, cominciando dall’assassinio del monarca Umberto I di Savoia per mano dell’anarchico-sindacalista Gaetano Bresci, si analizzerà il modo in cui la stampa e la storia descrissero quell’avvenimento e i suoi protagonisti. Il progetto progredirà nel corso di quel convulso Ventesimo secolo soffermandosi su diversi momenti protagonisti rilevanti come possono essere l’assassinio di Giacomo Matteotti nel 1924, la carcerazione di Antonio Gramsci nel 1926, le fraudolente elezioni generali del 1934 (con una vittoria del 99,85% a favore del Partito Nazionale Fascista), l’azione di resistenza partigiana, l’armistizio di Cassibile, la sconfitta tedesca nella Seconda guerra mondiale e l’esecuzione di Benito Mussolini, il referendum che diede luogo alla nascita della Repubblica, la ratifica della Democrazia Cristiana al potere, lo sviluppo teorico dell’operaismo e autonomismo italiani, l’avanzata del PCI di Enrico Berlinguer alle elezioni del 1976 o, infine, l’avvento della lotta armata delle Brigate Rosse che avrebbe stroncato la vita dell’ex presidente del governo e “anima” della Democrazia Cristiana Aldo Moro durante la nota “Operazione Fritz”.

OPERA


 CI STAVAMO SEDUTI SOPRA

Materiali e dimensioni:

Acciaio al carbonio tagliato con ossitaglio, smalto acrilico e vernice. 43 x 42 x 8 cm.

Stampa UV su metacrilato e alluminio, 19 x 25 cm. c/u.

Stampa inkjet su carta, 68 x 99,5 cm.

Installazione, dimensioni variabili.

Il 9 maggio 1978, dopo 55 giorni di sequestro, fu ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro. La ricerca della polizia finì bruscamente con un’immagine che tutta l’Europa ricorda: il cadavere del presidente democristiano in giacca e cravatta, teatralmente ripiegato, nel bagagliaio di una Renault 4 color rossa abbandonata in via Caetani, nel centro di Roma.

Ma mentre tutto il mondo guardava la forma, nessuno si accorgeva dello sfondo: dietro quella drammatica messinscena, dei misteriosi cartelli appesi mostravano una sagoma di ciò che sembrava un logotipo a forma di capra, un’immagine che per anni ha suscitato la curiosità dell’artista Alán Carrasco. Finalmente, durante la permanenza nell’Academia de España en Roma, ha trovato la pista che gli serviva per ricomporre tutta la storia.

La capra del poster faceva riferimento a una scultura della mostra “Roma dalle origini alla Repubblica”, nell’antico Antiquarium Comunale, che doveva essere inaugurata il 21 aprile, durante il sequestro dell’ex primo ministro. Una volta che il museo venne smantellato, i suoi fondi passarono ai Musei Capitolini, e la scultura originale venne depositata nella sede della Centrale Montemartini.

La piccola capra di bronzo era stata ritrovata in un sacellum della Porta Viminale e oggi sappiamo che era stata utilizzata come offerta votiva alla dea Nenia attorno al VI-V secolo a.C. circa. Secondo alcuni autori, come Marco Terenzio Varrone, Nenia Dea era una personificazione del potere protettore del lamento funebre. Si tratterebbe di una divinità funebre minore che, in una posizione polare accanto a Giano, proteggeva il ciclo della vita delle persone. Sulla stessa linea, Arnobio di Sicca spiegava che chi era sul punto di morire veniva assistito da Nenia.

A partire delle fotografie originali della polizia scientifica dell’assassinio politico più rilevante della recente storia d’Italia, e in linea con l’interesse dell’artista di mettere in discussione i racconti ufficiali mediante manovre estetiche, Carrasco sviluppa un particolare tracciato che propone una possibile narrativa simbolica riguardo a un evento ancora oggi pieno di incognite.

 

BIOGRAFIA


ALÁN CARRASCO

A_Carrasco_web_ © Carlota Surós. (1)

© Carlota Surós

È artista visivo e ricercatore. Attualmente svolge la sua ricerca di dottorato all’Universitat de Barcelona e alla Brandenburgische Technische Universität, dove analizza i concetti di iconoclastia e memoria collettiva, a partire dagli eventi sociopolitici che vanno dalla fallita Spartakusaufstand del 1919 fino alla caduta del Muro di Berlino nel 1989. Il suo lavoro di produzione come artista è concettualmente legato al lavoro di ricercatore teorico. Negli ultimi anni ha sviluppato un corpus di opere incentrato sui meccanismi di costruzione dei racconti ufficiali, prestando particolare attenzione all’induzione selettiva di memoria e di oblio, e in particolar modo alla funzione dell’iconoclastia.

La sua opera fa parte di collezioni pubbliche e private nazionali e internazionali, come la collezione del MUSAC Museo de Arte Contemporáneo de Castilla y León, la Colección MANGO, o quella del MACBA Museo de Arte Contemporáneo de Barcelona, tra le altre.

www.alancarrasco.com

GADEA BURGAZ, SARCOFAGO, UN PUPAZZO, LA COPIA E ALTRI RACCONTI

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 148│MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI RESIDENTI, STAGIONE 2020/2021

Dal 7 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022

 

PROGETTO


Sarcofago, un pupazzo, la copia e altri racconti

Una collezione tessile e la creazione di sculture come modelli.

La proposta è riprodurle, i loro corpi e le loro parti,

in particolar modo, i loro movimenti. Stando qui, entrano attori,

ballerini e il mio movimento.

Scalarle a misura umana, e non sarà in pietra.

Stando qui, diventano molto più grandi: corpo = 2 volte corpo.

Vestire il materiale, il movimento, quella parte del corpo,

in definitiva, vestire delle sculture e

constatare, magari, la gamma cromatica persa nei secoli.

Stando qui, sarcofagi mille. Un pupazzo mi trova. Torno al documento del progetto di quell’estate, era già lì.

L’avevo intitolato Cartamodelli pietrosi per includere rigidità nei tessuti, fluidità nella durezza del materiale. Stando qui, il titolo è un altro.

Il germe è Alonso Berruguete: le espressioni, il legno, le sue vesti rigide ma

fluide, colorate!

Mi interessa il piatto che diventa volumetrico attraverso un cartamodello,

la stoffa se diventa rigida, che si colloca statica. La rappresentazione che non si muove. Stando qui, la maschera! Il velo diventa scultura. Una porta chiusa.

Non partire dal manichino, fermo e simmetrico, o dal corpo umano in sé,

ma dallo scultoreo, con proporzioni non reali, che è un movimento in un istante concreto.

Stando qui, corpo in movimento, pum!

Ma queste vesti

dovranno poter vestire un corpo umano che

si muove, balla, vuole comodità, si toglie e si mette

il suo vestito, tenuta, abito, indumento, confezione, parte di stoffa, collezione di abbigliamento, non

è chiaro.

 

OPERE


 Ritagli Mille

Fotografie: Mar Sáez

Modella: Mathilde Invernon

Installazione: Gadea Burgaz

Velo

Composizione: collaborazione con Mathilde Invernon

Produzione: Gadea Burdaz

Struttura metallica: LAR Paralumi

Il Pupazzo

Collezione privata

Colonna e Donna

Aiuto tecnico: Alessandro Danesi

Video Ninnananna a due voci

In immagine: Jorge Dutor e Guillem Mont de Palol, Mathilde Invernon, Giovanni Impellizieri, Gadea Burgaz e altri racconti

Regia e montaggio: Gadea Burgaz

Copie

Produzione tecnica: Studio Azimut

Opere in sala

Delia e altri racconti

Titolo e materiali in progress

 

BIOGRAFIA


GADEA BURGAZ opcion 2-Gadea recortada2

Madrid, 1992. Dopo aver studiato Architettura e Belle Arti, lavora con diverse discipline. Dal tessile alla scultura, dalle videoriprese alla pittura, l’architettura, la costruzione, dall’urbanismo al paesaggio, il teatro, scritti, spesso il disegno, il movimento dei corpi e le immagini, il volto. Mette in relazione le cose. In questo modo si trova di fronte a temi basilari, antichi, che sono anche contemporanei. E il progetto sorge.

Laureata in Architettura nel 2017 all’Universidad Politécnica de Madrid, conclude gli studi con un master abilitante. Un anno alla Facoltà di Belle Arti di Madrid e all’Università di Tokyo, nel LAB di Kengo Kuma. Nel 2019 costruisce un padiglione per il Festival Concéntrico 05 di Logroño, che viene installato con un’altra distribuzione nel Goethe-Institut di Madrid e per l’evento della Notte Bianca di Oviedo. Nel 2020 realizza la sua prima residenza artistica di sei mesi nel WIELS, Museo di Arte Contemporanea di Bruxelles. Partecipa alla mostra Hide’n Seek alla Temple University di Roma.

IRENE DE ANDRÉS, DOPO LA PAUSA

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 148│MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI RESIDENTI, STAGIONE 2020/2021

Dal 7 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022

 

PROGETTO


DESPUÉS DEL DESCANSO/DOPO LA PAUSA

Nel Settecento il mare diventa il nuovo oggetto del desiderio.

Comincia a prendere corpo il viaggio turistico moderno e, successivamente, alcuni governi concedono il diritto alle ferie pagate per la classe lavoratrice. In risposta a questi fenomeni si sviluppano architetture specifiche, come stabilimenti balneari e crociere, scenari chiave per il mio progetto Dopo la pausa. 

Questo lavoro si articola attraverso l’evoluzione del concetto di ozio, prendendo a riferimento le organizzazioni dedicate all’addottrinamento della classe operaia delle dittature europee del Novecento. Il loro ruolo principale consisteva nel procacciare adepti ai diversi regimi totalitari attraverso attività ricreative nel tempo libero. 

Questi sistemi di controllo giocarono un ruolo fondamentale nello sviluppo del viaggio turistico, in cui ozio e lavoro dovevano essere strettamente connessi. La prima organizzazione che servì da esempio al resto fu Opera Nazionale Dopolavoro, nell’Italia di Mussolini. Nella Germania di Hitler si esportò come Kraft durch Freude (Forza attraverso l’allegria), che con un maggior investimento arrivò a diventare il tour operator più grande degli anni Trenta. Nella Spagna di Franco, e su scala minore, si creò l’organizzazione Educación y Descanso, e nel Portogallo di Salazar si tradusse come Alegria no Trabalho. La finalità di questi sistemi dedicati allo svago e alla cultura era ottenere una maggiore produttività, oltre alla devozione del lavoratore nei confronti del regime, sotto slogan come “Ora puoi viaggiare anche tu”. 

La presente ricerca si traduce in alcune opere filmiche e grafiche che, sotto forma di viaggio attraverso il tempo, ricollegano diversi avvenimenti storici che ci fanno riflettere sul modello di consumo turistico e il significato stesso del viaggio.

 

OPERE


AIDEZ ET VISITEZ

Tecnica: Disegno con inchiostro pigmentato e inchiostro di china su carta Fabriano 250 g/m2

Dimensioni: 50 x 70cm.

Quest’opera è la sintesi del messaggio incrociato di due poster emblematici, stampati entrambi in Spagna negli anni Trenta. Da una parte c’è il famoso “Aidez l’Espagne” di Joan Miró, che invoca il sostegno alla Repubblica spagnola durante la Guerra Civile, per impedire l’avanzata delle truppe di Franco. La scritta sull’altro lato appartiene allo slogan che il Dipartimento di Turismo dedicò a diverse province spagnole: “Visitez l’Espagne”. Questo gioco tra i due messaggi risponde alla pulitura di facciata comportata dal turismo durante la dittatura di Franco, e il modo in cui si continua a utilizzare come salvezza dell’economia, ignorando i problemi che ciò arreca da decenni.

GRANDIOSA FANTASIA 

Tecnica: Video su due canali colore 4K 48Hz

Durata: 3’30” (loop)

Descrizione: Il dittico presentato è il riassunto di una traversata di 7 giorni in una crociera nel Mediterraneo occidentale. I video corrispondono al primo e all’ultimo giorno di traversata a bordo di una di queste navi, che appaiono come la sintesi del capitalismo più selvaggio. Questo modello di vacanza, che ha subito un duro colpo durante la pandemia causata dal Covid-19, ritorna nei nostri porti come se nulla fosse accaduto, sfruttando il suo slogan preferito: “Sentiti libero”.

 

BIOGRAFIA


IRENE DE ANDRÉSirene-crop

Ibiza, 1986. Irene de Andrés si è laureata alla Scuola di Belle Arti dell’Universidad Complutense di Madrid (2009) dove ha fatto un Master in ricerca e produzione artistica (2010). È stata una delle artiste residenti della Escuela FLORA Ars+Natura di Bogotá (Programma di residenze artistiche A/CE 2016) e del programma The Harbor de Beta Local a San Juan di Puerto Rico (2017). Nel 2019 è stata residente nel programma per Artisti Visivi del Centro de Residencias Matadero Madrid.

Tra le borse di studio e premi che ha ricevuto vanno menzionati il premio Generaciones, Circuitos de Artes Plásticas, il Premio Ciutat de Palma, “Ayudas a la Creación Audiovisual DKV-Es Baluard” e “Ayudas a la Creación Audiovisual del Programa Visiona” della Diputación di Huesca. Le sue mostre personali più recenti sono state realizzate a Espai 13 de la Fundación Joan Miró di Barcellona, e al Museo Patio Herreriano di Valladolid. Il lavoro di Irene si è potuto vedere anche in svariate mostre collettive in centri e istituzioni come il MuHKA (Museo di Arte Contemporanea di Anversa), Casa Encendida a Madrid, Trienal de Frestas de Sorocaba (Brasile), galleria Copperfield di Londra o IFA Galerie a Berlino.

www.irenedeandres.com

www.vimeo.com/irenedeandres

 

NATI BERMEJO, CROCI E ARANCE

REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 148│MOSTRA FINALE DEGLI ARTISTI RESIDENTI, STAGIONE 2020/2021

Dal 7 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022

 

PROGETTO


CROCI E ARANCE

Quando giro per la città lo faccio in verticale. Vivo nello studio 27 nella torre dell’Accademia che si trova nella parte alta di Trastevere. I miei itinerari iniziano e finiscono salendo e scendendo pendii e scalinate, e a volte rimango sospesa in aria.

La traiettoria di una moneta lanciata in aria compie un tragitto verticale dall’alto verso il basso, un axis mundi. La croce e l’arancia potrebbero essere le due facce della moneta. Testa, il piacere di essere vivi, croce, il dolore per la fragilità dell’esistenza.

La situazione della pandemia ha rafforzato la consapevolezza di queste due realtà, che convergono in questo progetto dalle connotazioni simboliche e formali e rimandano al genere della Vanitas e al Carpe Diem. In questo momento, la sua filosofia trova una replica nelle sirene delle ambulanze, negli aperitivi con gli amici o nei festeggiamenti superficiali del carnevale.

Come nelle collezioni – gabinetto di immagini di Aby Warbourg, ho cercato affinità concettuali e formali tra le cose mettendo a confronto: le croci luminose delle farmacie con le croci delle chiese. I tendoni temporanei per fare il test del Covid, con le preghiere scritte dai fedeli nella Chiesa di Santa Maria in Trastevere. I coriandoli del carnevale della Garbatella con gli atomi fluttuanti di Lucrezio. Il Tevere che scorre di Du Bellay con le stelle filanti, il nome di Keats scritto nell’acqua e i cigni di porcellana. Le ossa di capra che vendono a Porta Portese con le arance italiane, i fiori e la primavera del cesto di frutta di Caravaggio. Le aureole splendenti dei santi di Zurbarán con le nubi di tempesta e le basi dorate per le torte della pasticceria Le Levain di via Luigi Santini.

Il risultato del mio lavoro è un’installazione di disegni, collage, oggetti ed elementi a carattere scultoreo. Ho lavorato a un progetto mutevole correlato al contesto e al ritrovamento fortuito, che mira a intessere legami con il passato per comprendere il presente.

 

OPERE


CROCI DI FARMACIA

(4 disegni)

Materiali: grafite e guazzo su carta.

140 x 74 cm ciascuno. 2021

I disegni sono realizzati a partire da sequenze di video delle croci cinetiche delle farmacie. In essi voglio stabilire una relazione tra il significato profano della croce, che indica il luogo di un esercizio commerciale in cui si vendono prodotti curativi, e il suo significato religioso.

Questa duplicità simbolica rimanda ai momenti più critici di questa pandemia, l’antica combinazione di scienza e religione. Il vaccino è la salvezza. Le équipe mediche, angeli.

Febbraio 2021

Nella piazza di Santa Maria in Trastevere ci sono una chiesa e una farmacia. In farmacia la gente si mette in fila per fare il test del COVID. In chiesa scopro una piccola cesta in cui i fedeli lasciano scritte le proprie preghiere su foglietti piegati. In entrambi i luoghi ci sanifichiamo le mani prima di entrare.

FARMACIA RELLECATI

Disegno in grafite circondato da forme circolari e croci.

138 x 88 cm. 2021

Le forme mantengono un rapporto simbolico con l’architettura della tenda, in un’allusione ai nimbus circolari dei santi e alle offerte depositate sugli altari.

Febbraio 2021

Accanto alle farmacie hanno messo delle tende per fare test antigenici che nella notte risplendono come nel Sogno di Costantino di Piero della Francesca.

NIMBUS-COLLAGES

L’insieme Nimbus Collages prende spunto dall’associazione formale tra i tondi dorati delle basi per le torte della pasticceria Le Levain a Trastevere e le aureole dei santi dei dipinti di Zurbarán. Appaiono altri materiali come ortiche, fiori, arance e frutta, ossa, coriandoli, stelle filanti, fango, etc.

Virgilio chiama nimbus la nube splendente che avvolge le divinità, ma un nimbus può anche essere una scura nuvola di temporale. Utilizzo in questi collage i due significati contrapposti, oscuro e luminoso, come i due lati di una moneta.

Nimbus è anche il nome della principale associazione di meteorologi in Italia.

CORIANDOLI

Due disegni in grafite e guazzo su carta di 140 x 109 cm ciascuno. 2021

Nelle feste di Carnevale il suolo delle strade di Roma si riempie di coriandoli. Per la forma, la leggerezza del materiale e il fatto di fluttuare a caso, il coriandolo è imparentato con la neve, i petali di fiore e le stelle. Coriandoli. Zoom in. Il coriandolo si fabbrica ritagliando circoli in serie sulla carta. Dalle intersezioni e dagli errori di taglio si ottengono forme irregolari di croci e mezze lune. Introduco queste forme ampliate nell’installazione per formare composizioni simboliche.

VIA DEL VERANO… STRADE DI ROMA

VIA DEL VERANOPIAZZA DEL GRILLOVIA BON TEMPSVIA BON COMPAGNIVIA DEL PANEVIA DELLA PILOTAVIA DELLA LUCEVICOLO DEL BUCOVIA DELLA STELLETTAVIA DEGLI  SPECHIVAL CRISTALINAVAL D’ALAVAL FIORITAVIA DELLE GRAZZIEVIA DELLE CARINEVIA FRANGIPANETEMPIO DELLA FORTUNA VIRILEPIAZZA DEL DRAGOPIAZZA DEL RISORGIMENTOVIA GAROFANOPIAZZA DEL OROVIA DEL MELONEVIA ZUCCARIVIA DELL’ ARANCIOVIA DEI TRE OROLOGIVIA SAPRIVIA DELLA PACEVIALLE DELLE MAGNOLIEPIAZZA DELLA LIBERTA

Via del Verano… Strade di Roma. Installazione a terra. Misure variabili 30-35 m circa. Coriandolo adesivo, PVC rimovibile dipinto. L’azione spontanea di lanciare coriandoli trasforma la città. Il coriandolo, in aria e per terra, suscita sensazioni contrastanti di allegria e nostalgia da fine della festa. L’installazione consiste in una composizione nella quale si intrecciano i nomi di 32 strade di Roma scritti per terra con i coriandoli. I nomi scelti celebrano la sorpresa, il caso e i sensi.

Maggio 2021

Percorrendo la città trovo i nomi che avevo già scelto sulla cartina. Mi risultano familiari, un déjà vu.

I nomi delle strade nel tempo perdono il loro significato e ne acquisiscono altri. Sono una nuova residente di Roma e confondo il nome di via del Grillo con un insetto, non conoscendo la famiglia dei Grillo, e commetto errori linguistici: la via della Pilotta non è la via del pilota (piloto) ma della palla (pelota). La via del Verano non è la via dell’estate, è la strada che porta al cimitero del Verano e la sensazione di allegria, paradossalmente e per caso, diventa tutto l’opposto.

 

BIOGRAFIA


NATIVIDAD BERMEJOFOTO HALL natividad bermejo

Laurea presso la Facoltà di Belle Arti, Universidad Complutense, Madrid e Dottorato in BB.AA., Universidad di Salamanca 1991. Riceve la borsa di studio CESIC. 1987-1990 e borsa di studio Beca Banesto, 1991. Attualmente concilia il proprio lavoro di creazione artistica con la docenza presso la Facoltà di BB.AA. dell’Universidad di Vigo. Il suo lavoro è stato rappresentato principalmente nella Galería EGAM a Madrid e a Estrany de la Mota a Barcellona.

Tra le ultime mostre personali si distinguono: 2008 “Big-Bang”. C.A.B. di Burgos; “Look left-look right”, Galería Estrany de la Mota. Barcellona. 2009; “La nave de los locos I”. Galería Egam, Madrid-Galería Rafael Ortiz. Siviglia. 2012. “La tormenta”, Museo del dibujo ABC. Madrid. “20Hz-20Kz”. Galería EGAM, Madrid 2013. Nati Bermejo-Ana Prada. Imago – bild. Estrany de la Mota. Barcellona 2018

Esposizioni collettive recenti: “Huésped: colección del MUSAC en el MNBA”. Buenos Aires. Museo Castagnino e Museo de Arte Contemporáneo di Rosario; APROXIMACIONES I. Arte español contemporáneo en la colección Helga de Alvear. Cáceres; “Lo parcial como significativo”. Colección CAB di Burgos; Centro de Arte Alcobendas, Madrid; “Sobre papel. On paper”, Fundación Helga de Alvear, Badajoz 2015. “Ver (re) velar … “MUSAC .2016; “Pintura en voz baja. Ecos de Giorgio Morandi… Centro José Guerrero. Granada; “El relato desprovisto…” Instituto Cervantes, Pechino e Art Pechino, 2016; “Muchos Caminos…” Real Academia de España en Roma 2017 e MUSAC, 2018; Displays of Affection I: Cartografiar la memoria, Estrany de la Mota 2017. Galería Die Ecke. Santiago del Cile. 2018.

DANIELA ORTIZ – TALK E PERFORMANCE

TALK – 28/09/21 ore 19  presso la Reale Accademia di Spagna (piazza di San Pietro in Montorio, 3)

PERFORMANCE  29/09 + 30/09 ore 19.30  presso Monumento Anita Garibaldi, Piazzale Anita Garibaldi, Gianicolo 

 

Appuntamenti all’interno del programma pubblico #HiddenHistories2021

A cura di Sara Alberani, Valerio Del Baglivo, in collaborazione con Marta Federici (LOCALES)

Per info scrivere a: @hiddenhistories.rome@gmail.com

SUBVERSIONES DE ESTÍBALIZ SÁBADA – Exposición

Il 25 settembre inaugura SUBVERSIONES, una mostra della ex borsista dell’Accademia Estíbaliz Sádaba, nello spazio d’arte contemporaneo AlbumArte. Fino al 28 ottobre.

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opening* sabato 25 settembre dalle 12.00 alle 21.00 

*contingentato e secondo le norme sanitarie vigenti

Progetto realizzato grazie al contributo di Acción Cultural Española (AC/E)
Con il sostegno di Etxepare Euskal Institutua
In collaborazione con la Real Academia de España en Roma

25 settembre – 28 ottobre 2021

Ingresso gratuito orario dal martedì al sabato h 15.00-19.00