REAL ACADEMIA DE ESPAÑA EN ROMA
PROCESSI 148│Mostra finale degli artisti residenti stagione 2020/2021
Dal 7 ottobre 2021 al 15 gennaio 2022
Mostra finale degli artisti residenti, stagione 2020/2021
PROGETTO
IL RISVEGLIO DELL’ARCHIVIO FOTOGRAFICO DELL’ACCADEMIA DI SPAGNA A ROMA
L’obiettivo di questo progetto è quello di valorizzare l’archivio fotografico della Real Academia de España en Roma in una prospettiva di conservazione e restauro.
A partire dalla sua fondazione, la Real Academia de España en Roma ha custodito un archivio fotografico di grande valore storico e artistico, che ha registrato la storia e il percorso dell’istituzione sin dagli inizi.
Nel XXI secolo si è sviluppata una forte coscienza a proposito del potere della fotografia come mezzo per comprendere il nostro passato e il nostro presente. È di vitale importanza preservare il patrimonio fotografico e conferirgli una seconda vita affinché continui a essere presente e vivo come portatore di molteplici significati e conoscenza.
Il progetto contempla diverse fasi come l’inventario, l’organizzazione, il restauro, la digitalizzazione, la risistemazione e il montaggio. Tutte queste operazioni impediscono ai materiali fotografici di deteriorarsi, permettono una manipolazione corretta, migliorano la preservazione futura e ne rendono possibile l’accesso. Questo permetterà di realizzarne la diffusione e di far sì che l’archivio fotografico della Real Academia de España en Roma entri a far parte della rete di comunicazione della nostra cultura contemporanea.
OPERE
SULLA PARETE
L’esistenza naturale delle fotografie
(GRUPPO DI 6 FOTOGRAFIE)
Funzionalità e significati di una fotografia che mutano contemporaneamente alla materialità. Tutto cominciò agli albori del Novecento con un’immagine negativa creata su una fragile lastra di vetro. In un abbraccio stretto con la carta si trasformò in una calda immagine positiva. I negativi seguirono il ritmo del tempo. I positivi si allontanarono indipendenti, e alcuni non tornarono mai. Quando le immagini si trasformano in ricordo si impone la necessità umana che la memoria perduri. Il negativo riabbracciò la carta, ma stavolta con le impronte dei suoi 90 anni.
Fotografia n° 1: Stampa su carta alla gelatina con emulsione al bromuro d’argento, virata. Autore/trice sconosciuto/a, 1915-1919. Nella fotografia appare rappresentata un’opera dell’artista Manuel Piqueras Cotolí, borsista della Real Academia de España negli anni 1915-1919.
Fotografia n° 2: Stampa su carta alla gelatina con emulsione al bromuro d’argento, virata. Autore/trice sconosciuto/a, 1913-1917. Nella fotografia appare rappresentata un’opera dell’artista José Bueno Jiménez, borsista della Real Academia de España negli anni 1913-1917.
Fotografie n° 3, 4, 5 e 6: Stampe su carta alla gelatina con emulsione al bromuro d’argento su carta RC. Autrice: Diana Coca, 2004.
Fotografie non catalogate
(Fotografie n° 7, 8 e 9)
Fotografie di dettaglio di Ezechia e i genitori e di un Ignudo degli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina. Stampe su carta alla gelatina con emulsione al bromuro d’argento. Autore: Domenico Anderson. 1900-1910.
“Quando ho iniziato a lavorare sul soffitto, per illuminare gli affreschi non avevo altro che la luce del sole, motivo per cui è stato necessario tanto tempo, perché i fasci di luce dovevano essere orientati con l’ausilio di specchi e riflessi, e il lavoro inoltre è stato realizzato su un’impalcatura in legno, il che ha comportato un lento procedere dei movimenti necessari a raggiungere i diversi punti. Allo stesso tempo, però, la semplice possibilità di proiettare la luce ha permesso di registrare integralmente tutti i dettagli necessari all’illustrazione dell’opera di Ernst Steinmann”.
Domenico Anderson, “Relazione sul lavoro fotografico del Giudizio Universale di Michelangelo alla Cappella Sistina”, 20 ottobre 1933. Roma, Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck Institut per la storia dell’arte, Archivio.
La leggenda del tempo
(Fotografie n° 10 e 11)
Stampe su carta all’albumina. Autore/trice sconosciuto/a, 1885-1890. Borsisti a Pompei.
Cosa resta quando una fotografia non indica più una realtà esterna a se stessa, e di essa resta solo il sostrato, il residuo, nient’altro che alcune macchie di sostanze chimiche sensibili alla luce? Le immagini che soffrono, le immagini “malate”, rappresentano l’opportunità che ci concede l’alchimia stessa del procedimento fotografico per mostrare la sua intima materialità. Quell’evanescenza nasconde tanto quanto rivela. Perturba l’accesso alla forma iniziale, la sfuma o la eclissa. La materia della fotografia si mostra debole come la cera della memoria, vulnerabile quanto le stoccate della vita.
[…] la fotografia si spoglia del pesante fardello della memoria e pretende di liberarsene. Chiede il proprio diritto all’oblio […]
Frasi di Joan Fontcuberta tratte dal libro Revelaciones. Dos ensayos sobre fotografía. Joan Fontcuberta e Xavier Antich. Gustavo Gili SL, Barcellona, 2019.
Performance ottocentesca
(Fotografie n° 12 e 13)
Stampe su carta all’albumina. Autore/trice sconosciuto/a, 1883.
La Academia Española de Bellas Artes en Roma drammatizza una presunta visita della regina Margherita in occasione della mostra delle opere dei pensionados nel 1883. Il motivo di questa messinscena è la necessità di avere quelle immagini per pubblicarle sulla rivista La Ilustración Española y Americana lo stesso giorno di questo importante avvenimento. A tale scopo, dopo aver commissionato la realizzazione delle fotografie, due pensionados di quell’anno (José Moreno Carbonero ed Eugenio Oliva Rodrigo) le trasformarono in disegni che furono inviati in Spagna affinché venissero pubblicati il giorno stesso della visita reale della regina Margherita all’Accademia.
Omaggio ai personaggi secondari di Jean Laurent
(Fotografía nº14)
Il fotografo Jean Laurent utilizzava il corpo umano come scala per mostrare la dimensione di alcune delle sue fotografie monumentali a metà del XIX secolo. Non importava l’identità, la classe sociale, il grado di istruzione o il mestiere. Queste persone appartenevano a quegli ambienti, e si fondevano con essi in modo quasi mimetico. Molte di esse forse non erano mai state fotografate e forse non avevano neanche mai visto una macchina fotografica. Sebbene a volte venissero riprese di spalle o non fossero l’obiettivo del fotografo, sceglievano con cura gli abiti con cui volevano essere fotografate. Seguendo le istruzioni degli addetti alla macchina fotografica si trasformavano in statue aggrappate a qualunque punto d’appoggio permettesse loro di poter posare durante la lunga esposizione al collodio umido. Con quest’opera parlo della molteplicità di letture che ci offre l’immagine fotografica. In questo caso concreto, rifletto sulla capacità di soffermarsi a osservare quei minimi dettagli che passano inosservati e la possibilità di ribaltare la storia riservando a quei dettagli un luogo privilegiato.
IN VETRINA
Album di stampe su carta all’albumina. Autore: Jean Laurent & Cia, 1870 circa.
Rivista La Ilustración Española y Americana. 12 luglio 1883
Academia Española de Bellas Artes en Roma. La regina Margherita di Savoia visita l’Esposizione artistica.
Mantenendo la promessa fatta nel numero precedente, offriamo alle pagine 41 e 44 due illustrazioni che si riferiscono alla visita compiuta da S.M. la Regina d’Italia, l’intelligente e illuminata Margherita di Savoia, alla Real Academia Española de Bellas Artes, a San Pietro in Montorio, di Roma, in occasione dell’Esposizione delle opere di pittura e scultura degli artisti pensionados, inaugurata lo scorso primo giugno.
Due eccellenti disegni dal vero, degli insigni artisti D. Eugenio de Oliva, pensionado del quarto anno, e D. José Moreno Carbonero, del primo anno, commemorano la visita regale.
Il primo rappresenta l’entrata della Regina nel palazzo spagnolo, dalla porta che accede direttamente al monumentale tempietto del Bramante, quell’illustre architetto del Vaticano e dello storico palazzo della Cancelleria, uno dei più suntuosi di Roma: S.M. appare sull’ultimo gradino della scalinata, tappezzata con un ricco arazzo delle nostre antiche fabbriche; sulla destra si vede D. Vicente Palmaroli, direttore dell’Academia, davanti a tutti i pensionados e ad altri artisti spagnoli: sulla sinistra l’amabile moglie del Sig. Palmaroli porge alla Regina un bel mazzo di fiori; accanto a lei, si china rispettosamente l’Ecc.mo Sig. D. Cipriano del Mazo, ambasciatore di Spagna alla corte del Quirinale; a metà scalinata si trova la Sig.ra Duchessa Sforza-Cesarini, dama d’onore di S.M., e alla sinistra il figlio del direttore dell’Academia; diversi curiosi si accalcano ai lati dell’atrio per contemplare da vicino l’ingresso della moglie di re Umberto I nel palazzo delle Belle Arti di Spagna.
Il disegno del Sig. Moreno Carbonero rappresenta la Regina d’Italia nel salone principale dell’Esposizione, nell’atto di esaminare le produzioni artistiche dei pensionados.
Questi, come già sanno i nostri lettori, ossequiarono Sua Maestà con un delicatissimo presente: sui nastri di raso che pendevano dal bellissimo bouquet di rose e margherite offerto alla Regina dalla signora Palmaroli, il pennello dei signori Moreno Carbonero, Alcaraz e Tejero aveva disegnato scudi dei Re Cattolici, fondatori dell’antico monastero su cui si eleva oggi l’Academia, e miniato con preziose lettere e disegni due semplici iscrizioni commemorative della regale visita.
Testo tratto dalla rivista La Ilustración Española y Americana, p. 35, Madrid, 18 luglio 1883.
Ernst Steinmann Die Sixtinsche Kapelle, vol I e II. München: Verlagsanstalt F. Bruckmann, 1905. Roma, Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck Institut per la storia dell’arte, Archivio
“Mi sento enormemente debitore del famoso fotografo romano Domenico Anderson, che per quasi un anno lavorò sulle vertiginose impalcature della Sistina per realizzare le meravigliose fotografie, che in parte conferiscono a questa pubblicazione il suo autentico valore”.
Citazione da Ernst Steinmann en Die Sixtinische Kapelle, vol. 2 Michelangelo, München: Verlagsanstalt F. Bruckmann A.-G. 1905. Roma, Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck Institut per la storia dell’arte, Archivio.
La vertiginosa impalcatura nella Cappella Sistina, fotografia di Domenico Anderson (1904), p. 177 | foto 73; in: Ernst Steinmann, Die Sixtinische Kapelle, Bau und Schmuck der Kapelle unter Sixtus IV. Michelangelo, Vol. 2
“Quando ho iniziato a lavorare sul soffitto, per illuminare gli affreschi non avevo altro che la luce del sole, motivo per cui è stato necessario tanto tempo, perché i fasci di luce dovevano essere orientati con l’ausilio di specchi e riflessi, e il lavoro inoltre è stato realizzato su un’impalcatura in legno, il che ha comportato un lento procedere dei movimenti necessari a raggiungere i diversi punti. Allo stesso tempo, però, la semplice possibilità di proiettare la luce ha permesso di registrare integralmente tutti i dettagli necessari all’illustrazione dell’opera di Ernst Steinmann”.
Citazione da Domenico Anderson in: Die Sixtinische Kapelle, vol. 2 Michelangelo, München: Verlagsanstalt F. Bruckmann A.-G.1905. Roma, Bibliotheca Hertziana, Istituto Max Planck Institut per la storia dell’arte, Archivio.
BIOGRAFIA
VIRGINIA MORANT
Alicante, 1987. Laureata in Belle Arti presso l’Universidad Politécnica di Valencia con una specializzazione in conservazione e restauro. La sua attività professionale inizia in Italia nel 2010, con il restauro di affreschi romani e incisioni rupestri a Brescia e successivamente di opera grafica e libri a Milano. Nel 2013 frequenta il Master in Conservazione e Restauro di Beni Culturali all’UPV e pubblica una ricerca sulla stabilità di stampe fotografiche a getto d’inchiostro. Nel 2014 lavora al Museo di Belle Arti Gravina di Alicante, partecipando al restauro di fondi del Museo del Prado. Nel 2015 si specializza in conservazione e restauro del patrimonio fotografico con corsi internazionali e con la specializzazione in Gestione, Preservazione e Diffusione di Archivi fotografici dell’Universidad Autónoma di Barcellona. Nel 2016 collabora come restauratrice nella Fototeca dell’Universidad di Siviglia. Nel 2017 lavora come tecnica di restauro e conservazione di materiali fotografici al Rijksmuseum di Amsterdam. Dal 2019 Virginia lavora per enti pubblici e privati come il Stadsarchief ad Amsterdam o l’Associazione Henkin Brothers in Svizzera. È inoltre docente al Master di conservazione di fotografia del’Università di Amsterdam e all’Espai d’art Fotogràfic a Valencia.