2018 / 2019
PROGETTO
All’inizio del XVI secolo i funerali di stato dei Romani passarono dall’essere piccole costruzioni all’interno di templi religiosi a costituire sofisticate coreografie di eventi urbani con una massiva diffusione inter-statale. Canalizzata da un’architettura e dei corpi che circolavano a livello globale attraverso immagini con diversi mezzi, la morte ha acquisito in quel momento, attraverso la nuova tipologia dell’Apparato Moderno, un carattere comunicativo che infondeva autorità e cerimonia in un impeto diplomatico.
L’ipotesi della nascita di una morte mediatica come sforzo politico globale nella Roma del XVI secolo attraverso un complesso architettonico, si presenta vis-à-vis il momento di crisi attuale, dato un irrisolto corpo morto come mezzo di comunicazione. L’arrivo delle reti sociali meno di un decennio fa ha alterato la sfera sociale del funerale, in cui il volume con cui costruiamo quotidianamente un archivio digitale, insieme alle problematiche di proprietà dell’informazione virtuale personale, si sono sovrapposte a una nuova responsabilità cerimoniale del culto del corpo da parte di un pubblico massivo.
Il progetto per la Real Academia di Roma propone una riarticolazione delle costruzioni commemorative attuali che operino simultaneamente nella sfera urbana e delle reti sociali, e mettano in primo piano la capacità rituale e politica di un corpo come costruzione mediatica.
BIO
Igor Bragado è architetto e direttore dell’ufficio di progettazione Common Accounts insieme a Miles Gertler, che segue attualmente progetti in costruzione a Shanghai, Seul e Toronto. Professore della Scuola d’Architettura dell’Università di Cornell e la Cooper Union a New York, Bragado ha tenuto conferenze in università come la Columbia e Harvard, tra le altre. La sua opera è stata esposta nelle Biennali di Istanbul, Seul e in Spagna, e in musei e gallerie d’arte a Los Angeles e Toronto. Più recentemente il Museo d’Arte Moderna di Seul ha acquisito la sua opera per la collezione permanente.
Come scrittore, Bragado ha contribuito periodicamente alla sezione Babelia di El País ed è stato insignito del Premio di Scrittura 2017 del Design History Society a Londra. Bragado è stato premiato con il Suzanne Kolarik Underwood Prize dell’università di Princeton, dove a conseguito un master in architettura.
La sua opera è incentrata sull’impatto urbano di fenomeni sociali come l’industria della bellezza e il culto del corpo, la morte, il blogging e la vigilanza.