Hidrofanies. José Antonio Orts
Giovedì 23 aprile 2015 / Hidrofanies. José Antonio Orts
Inaugurazione della mostra sonora ore 19. Reale Accademia di Spagna, Piazza S. Pietro in Montorio 3. Lunedì -Venerdì 10/13 – 16/20. Ingresso libero
José Antonio Orts, musicista e scultore, ha scelto il nome Hidrofanies (Idrofanie) per denominare l’insieme di installazioni realizzate attorno all’elemento acqua, la cui apparizione le accosta alle ierofanie o manifestazioni del sacro; rivelazioni dell’acqua che percorrerà, attraverso le diverse sculture-installazioni, alcune delle molteplici possibilità con cui ci si presenta.
Le acque hanno il potere del cambiamento, sono un percorso in movimento e possiedono forza creatrice. Immergersi nelle acque è dissolversi nell’immenso abisso umido, che disorganizza e purifica tutto ciò che in esso confluisce; all’emergere, il vecchio si trasforma in nuovo e ciò che era sporco diventa pulito. Il contatto con l’acqua implica sempre una rigenerazione, perché alla dissoluzione consegue una nuova nascita. L’acqua conferisce sempre un cambiamento di stato, è l’acqua di vita o di morte.
Queste sculture reagiscono al passaggio delle persone che le attraversano. Il deambulare tra loro genera interferenze nei sensori o movimenti nelle parti flessibili e provoca la produzione di suono o luce, o entrambe le cose simultaneamente. Il risultato dell’interazione sarà la creazione di tante sequenze luminose e composizioni musicali quante se ne possano produrre durante l’esibizione, e le arbitrarie combinazioni saranno legate agli itinerari non prefissati dei visitatori.
L’interazione generata dal nostro deambulare tra le opere, e gli oggetti in sé, ci introducono nella complessità del mondo reale, del suono concreto. Le composizioni così create fanno parte di quella tradizione concettuale dell’arte occidentale ed europea, in cui l’arte esiste anche come astrazione della realtà che fugge dalla mimesi naturale.
D’altro canto, ci troviamo di fronte a un atto sonoro prodotto all’interno di un contesto ambientale; ma anche se il suono che verrà prodotto è più o meno simile a quello di una fonte, un fiume o un canale d’irrigazione, etc., la sua percezione – il suono risultante – evocherà in noi un avvicinamento al mondo naturale, in questo caso, al suono dello scorrere dell’acqua. I suoni, prodotti dalle sculture, dagli altoparlanti collegati ai tubi risonatori accordati, varieranno a seconda della forma e della dimensione delle sculture stesse, proprio come accade nel mondo reale; nelle parole dello stesso artista, non sono uguali la voce di un gatto e quella di un leone, ma diverse a causa della loro grandezza, come quella di un violino differisce da quella di un violoncello.
Orts inventa i propri circuiti sensibili alla presenza, indaga sul suono dell’acqua scomponendo la sua profondità sonora, facendo esperimenti con essa, perfezionando la sensibilità dei suoi circuiti elettronici e la lunghezza esatta dei tubi per estrarre dal suono dell’acqua le note musicali che contiene.
L’acqua è la rappresentazione di ogni cosmo nella nostra cultura, l’acqua è la fonte primigenia. Il mare dove tutte le acque confluiscono e da cui tutte provengono, il nostro mare, che i Greci chiamarono Mediterraneo e di cui i Romani si impadronirono con la forza per poterlo così chiamare Mare Nostrum.
Acque trasparenti e musicali della fonte di Castalia dove si riunivano le Muse, acque dallo scuro color lapislazzuli del Cocito, glauche e dolci dello smemorato Lete, nere dell’Acheronte o Stige, e rosso acceso dell’igneo Piriflegetonte, fiumi mitici degli inferi, l’altra vita. In questa vita e nell’altra, le acque e il loro suono cingono il nostro destino.
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