INDEXARE IL PAESAGGIO
MOSTRA IN SPAGNA | 13.08.2023 – 19.11.2023
FUNDACIÓN CEREZALES ANTONINO Y CINIA C. ANTONINO FERNANDEZ, 76, 24150 CEREZALES DEL CONDADO, LEÓN, SPAIN
Il gesto ancestrale di registrare i luoghi abitati e percorribili attraverso le immagini, di raccogliere dati ed elaborare una complessa rete di segni attraverso i quali identificare questi contesti e indicare gli elementi distintivi di ogni luogo, ha portato alla creazione di tassonomie con l’obiettivo di concettualizzare e rendere funzionali le categorie spaziali e le metafore che descrivessero il territorio e le trasformazioni operate su di esso dagli esseri umani nella loro attività quotidiana. Forse la concezione del paesaggio trova la sua massima espressione, come costruzione storica, nella definizione dei confini che testimoniano l’emergere dello Stato-nazione e la ridistribuzione geopolitica nel sistema mondiale moderno/coloniale. La chimera di ordinare questo universo incommensurabile e di catturarlo in una rappresentazione a scala minima, che possa essere compresa dalla distanza ravvicinata dello spettatore, ha stabilito la genealogia del concetto di paesaggio in discipline e narrazioni come quelle della storia dell’arte occidentale, della filosofia, della geografia, della cartografia, dell’architettura, dell’architettura del paesaggio, dell’urbanistica, ecc.
Questo regime di produzione di immagini, evolutosi parallelamente agli sviluppi tecnologici, ha risposto alle ideologie e alle funzioni strategiche dell’imperialismo moderno. Secondo il filosofo Jean-Marc Besse, a partire dal XVI secolo, “il paesaggio è (…) l’illustrazione visiva della nuova esperienza geografica del mondo”. L’immaginazione di questo mondo come una totalità e di terre sconosciute prese forma nelle mappe rinascimentali come proiezione di un desiderio espansionistico antropocentrico di dominio della natura. Le prime immagini esotiche, razziste e coloniali dell’Abya Yala o dell’America raggiunsero l’Europa attraverso le finzioni e le visioni dei disegni, dei dipinti e delle incisioni di artisti viaggiatori commissionati dalle metropoli; e circolarono attraverso le cartoline e la stampa illustrata dell’epoca. Le nuove fotografie aeree scattate nel 1859 si sono affermate come tecnica di acquisizione di immagini per scopi militari durante la Seconda guerra mondiale.
Indicizzare il paesaggio equivale quindi a produrre una nozione di “paesaggio”, a conferire significati a queste immagini come dispositivi politici che svolgeranno un ruolo essenziale nella cultura visiva. Questa mostra non intende concentrarsi sul repertorio di immagini che vi sono incluse come oggetti di contemplazione, ma cerca piuttosto di rivelare i condizionamenti epistemologici e i rapporti di potere che sono intervenuti in queste costruzioni. In questa mostra, le pareti della sala non diventano le vetrine di agenzie turistiche dove un pittoresco catalogo di luoghi e paesaggi può essere osservato con gli occhi del viaggiatore antropologico della surmodernità. Come si comporta un artista consapevole di dialogare con una lunga tradizione di rappresentazione che risponde alle ideologie, agli interessi e alle violenze patriarcali del sistema mondiale moderno/coloniale di genere? Quali strategie adottare di fronte ai meccanismi di invisibilizzazione che attraversano i canoni di rappresentazione del genere paesaggistico nella storia dell’arte occidentale?
Crediti d’immagine:
Degli Acquedotti, 2016. Jose Guerrero
Stampa a pigmenti su carta di cotone
Cornice: 55 x 71 x 3 cm; immagine: 32 x 48 cm Ed. 2/10
Curatrice:
Suset Sánchez
Curatrice:
Laura Fernández Gibellini, Laura Lio Martorelli, Jose Guerrero, Clara Montoya, Jesús Madriñán, Santiago Ydañez, Miki Leal, Santiago Giralda, Álex Nogué, Jesús Herrera Martínez, Gabriela Bettini, Anna Talens, Enrique Radigales, Isidro Tascón, Rosell Meseguer, Santiago Morilla, Sonia Navarro, Paula Anta, Jorge Yeregui, Juan Zamora, Ángels Viladomiú, Elena Lavellés, Rosalía Banet.
Organizzata da:
Fondazione Cerezales Antonino y Cinia e Real Academia de España en Roma
In collaborazione con:
Acción Cultura Española e Museo del Traje
Questa attività fa parte di Vivir varios tiempos a la vez. La memoria condivisa dell’Accademia, che Santiago Eraso, gestore culturale e membro del Patronato dell’Accademia, sta coordinando nell’ambito della commemorazione del 150° anniversario dell’Accademia. Il progetto ripercorre gli ultimi tre decenni della storia dell’istituzione, tracciando alcuni temi chiave del suo presente e del suo futuro, con l’obiettivo di riconoscere questo anniversario come un processo aperto e di commemorare il costante spirito di rinnovamento dell’istituzione.