Ana Zamora – italiano
Tradizione popolare e messa in scena: le andate e i ritorni del teatro di figura
Se possiamo evincere qualcosa dallo studio delle manifestazioni teatrali, o parateatrali, generate nell’ambito della tradizione popolare, è che al di là di orgogli patri e messaggi apocalittici a proposito di identità nazionali, siamo sorprendentemente vicini gli uni agli altri. È difficile definire fino a dove arriva l’estensione di quell’enorme rete di influenze, di contaminazioni sceniche che ci accomunano nello spazio e nel tempo, ma sembra oggi indiscutibile che esiste una specie di unità di cultura tra i popoli europei.
Nel caso di paesi con legami storici e geografici così vicini come quelli che uniscono Italia e Spagna, le tradizioni si confondono. In queste nostre terre, le indefinite frontiere tra ritualità e teatralità sfumano in feste appassionanti, ancorate al ciclo delle stagioni che hanno segnato un tempo il divenire della vita quotidiana nelle società agrarie: Natale, Carnevale, Quaresima, Pasqua, Feste dell’Estate…
Ci troviamo in uno spazio privilegiato per avvicinarci alla teatralità più primitiva, quella che ci fa comprendere il senso dell’arte scenica come rito che invoca le forze della natura, ma che al tempo stesso si costituisce come imprescindibile spazio di incontro di una società con se stessa. Riti pagani e cristiani che si trasformano in manifestazione civica, sebbene ormai anche irrimediabilmente turistica, esponenti di un mondo perduto o forse sognato, che ci rimandano a un significato ancestrale dell’arte scenica.
E in questo panorama di fusioni e confusioni, nasce la marionetta come grande elemento magico, totemico, per essere la protagonista di un teatro non regolato da paradigmi realisti rigidi né preoccupato da anacronismi, come arte che accumula tutte le inverosimiglianze possibili.
Questo progetto propone un’immersione nella tradizione scenica italiana, attraverso riferimenti storici e documentali di diversa provenienza, dando particolare importanza al lavoro sul campo di carattere etnografico, per contestualizzare e comprendere l’importantissima sopravvivenza del genere del teatro di figura in questo paese. Una ricerca di carattere multidisciplinare, che porrà le basi per uno spettacolo di nuova creazione che ci permetta di recuperare il significato originale del teatro tradizionale come strumento drammatico che condensa il significato critico, satirico e popolare nel miglior senso del termine, di cui tanto ha bisogno la nostra scena contemporanea.
Entriamo nello studio di Ana Zamora, dove si mostrano diversi schemi e materiali di lavoro a partire dai quali, attualmente, sta sviluppando la fase documentale di un progetto che si plasmerà successivamente in un montaggio teatrale.